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NOTIZIONA, Prosecco Doc a quota 500 milioni di bottiglie, più di tre volte il giro della terra

NOTIZIONA, Prosecco Doc a quota 500 milioni di bottiglie, più di tre volte il giro della terra

By Giuseppe

NOTIZIONA, Prosecco Doc a quota 500 milioni di bottiglie

 
Se mettessimo 500.000.000 bottiglie di prosecco, una in fila all’altra, potremmo fare il giro del mondo più di tre volte.
Chiediamo  a Giampietro Comolli un commento autorevole e professionale sulla “notiziona”, sicuramente positiva, che però potrebbe essere interpretata in modo non corretto da parte dei non addetti ai lavori.  Qualcuno potrebbe pensare che “tutto va ben signora la marchesa” … e  quindi che le aziende vinicole, almeno quelle del Prosecco, non abbiano bisogno di aiuti straordinari…
Un conto è il numero di bottiglie certificate, un altro le bottiglie acquistate e, forse, il dato più importante per le cantine non è nemmeno il fatturato ma il margine di guadagno del 2020… e la grande incognita del 2021. (Vedi prezzi bottiglie dicembre 2020…)
Giuseppe Danielli
Giampietro Comolli:
-“Come Ovse-ceves avevamo stimato, prima degli ultimi 20 giorni dell’anno 2020, notoriamente fatidici per i vini spumanti del mondo e italiani, un calo di consumi nell’intero anno 2020 molto limitato, anche con grande sorpresa perché la pandemia e i lockdown non hanno scherzato per diversi mesi. La chiusura, seppur parziale o a singhiozzo o a colore o per regione …,  di tutti gli esercizi così detti dagli esperti “horeca” ovvero circa 550.000 in Italia, aveva fatto temere un tracollo dei consumi di vino e bollicine che già altri competitor esteri avevano paventato, come il 25-28% in meno dei consumi di Champagne nel mondo e quasi il 12-14% del Cava spagnolo.
Quindi fa piacere, prendiamo atto ufficialmente che non avevamo sbagliato, quando anche il mondo della produzione (il Consorzio di tutela) dichiara, senza se e senza ma, addirittura un incremento delle bottiglie certificate nel 2020, ovvero che potenzialmente in cantina sono state rese “idonee” della doc per legge, ma che non sono ancora state spedite, vendute, consumate, neppure uscite dalla cantina. Sono solo certificate Doc, ma 500-504 milioni di bottiglie di una sola DO italiana è un record dei record: è la prima produzione nazionale, la prima Doc-bollicine al mondo, la prima Doc-bollicine esportata al mondo.
Benissimo, ma differenziamo quello che è una “certificazione” da quello che è un “consumo“: è da sottolineare che la produzione “metodo italiano” è totalmente diversa dalla produzione “ metodo tradizionale classico” per cui il certificato è sempre molto vicino ai numeri dello spedito nell’arco di 365 giorni, mentre il methode champenoise presenta una scalarità maggiore nel tempo e spesso una concentrazione maggiore dei consumi per stagionalità e per eventi particolari.
Il Prosecco Doc è più spalmato nei 12 mesi dell’anno.
Da qui si evince anche che il Prosecco Doc Rosè, come prima uscita ufficiale e recente, ha ottenuto un buon risultato, leggermente inferiore alle attese e ai numeri non-Doc che già circolavano nel 2018 e nel 2019.  Ma ha tutto il tempo per recuperare.
Ora però i produttori di Prosecco Spumante Doc, visto che oltre il 65% delle imprese producono anche il Superiore Docg, pensino meno ai volumi e più alla valorizzazione culturale, contenutistica, ai valori aggiunti, a consolidare un peso specifico e una differenza fra Docg e Doc, sempre più urgente e necessaria con alcune chiare regole di prospettiva, di visione, lungimiranti.
L’Italia ha una impostazione legislativa e tecnica di piramide di distretto o di denominazione, gli altri hanno una piramide di qualità aziendale per cui certe scelte individuali, certe differenze di prezzo, certi posizionamenti nei canali commerciali vanno oltre l’interesse soggettivo e imprenditoriale, ma toccano e incidono sulla collettività, l’insieme, il valore territoriale, la tutela nel mondo e la difesa intellettuale di un bene comune.
500.000.000 è un bel traguardo, bravi, ma c’è bisogno di “dirigere” la grande impresa, Doc in primis ma anche insieme a Docg,  in modo da contrastare le difficoltà del momento e guardare al futuro con più serenità. Il mercato mondiale lo chiede”.

Ecco il comunicato stampa:
NOTIZIONA, Prosecco Doc a quota 500 milioni di bottiglie.
Superata, nel 2020, la soglia delle 500 milioni di bottiglie di Prosecco DOC certificate nell’arco di un anno.
Treviso 12 Gennaio 2021. “Si tratta di un traguardo storico per il Prosecco DOC – commenta il presidente del Consorzio, Stefano Zanette – però non costituisce di certo un punto d’arrivo. Sono molte, infatti, le sfide che ancora ci attendono, a cominciare da quella che riguarda la segmentazione dell’offerta con una maggior caratterizzazione delle produzioni anche dal punto di vista organolettico sensoriale, senza dimenticare le azioni, già avviate da tempo, tese a migliorare il percepito della denominazione, con riguardo, in particolare, alla sostenibilità ambientale e sociale dell’intero territorio della DOC Prosecco. Azioni queste che saranno privilegiate per un consolidamento dei mercati principali, piuttosto che per accrescere i soli volumi di vendita.” Anche se nel mese di dicembre erano trapelate notizie allarmistiche sull’andamento dei consumi dei vini spumanti, la DOC Prosecco è riuscita a chiudere l’anno con una crescita del 2,8% rispetto ai volumi certificati nel 2019 che, in valori assoluti, vuol dire un incremento di poco inferiore ai 14 milioni di bottiglie.
“Questo risultato – continua Zanette – ci ha fatto riflettere anche sulle motivazioni che, anche in un’annata difficile come questa, hanno determinato il favore del consumatore nei confronti delle nostre produzioni. In primis abbiamo notato, numeri alla mano, come non sia dipeso esclusivamente dall’introduzione della tipologia rosé che, entrando in scena nel momento più opportuno, ha fatto registrare una produzione [in linea con le previsioni] di 16,8 milioni di bottiglie, bensì, in larga parte, dalla consapevolezza del consumatore nello scegliere Prosecco DOC.”
Infatti, laddove il consumatore ha l’opportunità di acquistare un vino vedendo l’etichetta, quando vuole un Prosecco, compra un Prosecco, mentre nella somministrazione, talvolta, chiede un Prosecco ma gli viene servito un altro vino.
“Nella speranza che a breve la ristorazione possa riprendere la propria attività – aggiunge Zanette – vorremmo che anche i pubblici esercizi si impegnassero nel comunicare correttamente l’agroalimentare di qualità e il Prosecco in particolare, così come noi, in diverse occasioni e in modi diversi abbiamo testimoniato la nostra vicinanza a questo settore fondamentale dell’economia del nostro paese.”
In ogni caso, come Consorzio, incrementeremo le nostre attività non solo di tutela e vigilanza, ma anche di formazione e informazione, al fine di dare sempre maggiori certezze ai nostri consumatori, ai quali chiediamo di segnalarci tutti i casi sospetti, perché solo il Prosecco è come il Prosecco.
Con riguardo alla fiducia dei consumatori e al rispetto verso le comunità che vivono nei nostri territori di produzione, il Consorzio del Prosecco DOC, ha intrapreso percorsi virtuosi che si spera consentano a questa regione di divenire, nel breve periodo, un punto di riferimento a livello internazionale per una vitivinicoltura sostenibile, dove la sostenibilità non sia uno slogan ma un impegno tangibile lungo tutte le fasi della filiera produttiva. 
“Considerati i dati incoraggianti raccolti da Nomisma – Wine Monitor, circa la percezione del Prosecco DOC – conclude Zanette – il valore medio delle vendite di Prosecco DOC a scaffale è in linea con le aspettative del consumatore italiano ed internazionale, infatti la quota di prodotto venduta a prezzi “entry level” rappresenta una frazione marginale (attorno al 4%), tuttavia  dobbiamo proseguire in un processo di miglioramento continuo della qualità delle nostre produzioni, innalzando il livello medio, e tendere a garantire una “durabilità” alla denominazione che consenta ai produttori e alle comunità locali di sentirsi sempre più parte del successo del Prosecco DOC.”
Redazione Newsfood.com
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