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RIFORMA DELLE RIFORME sul tavolo di Draghi – Priorità e scelte

RIFORMA DELLE RIFORME sul tavolo di Draghi – Priorità e scelte

By Giuseppe

RIFORMA DELLE RIFORME sul tavolo di Draghi -Occasione imperdibile ma a quali dare priorità…

Solo le meno impattanti per i partiti verranno fatte? spero di no! Draghi voli sopra i partiti… è li per questo!… ma non possiamo pretendere che faccia miracoli!
Testo di Nico da Comologno
in esclusiva per
Newsfood.com

Riforme Draghi, primo tassello del PNRR, sine qua non, per il Next Generation Eu. Ma quali riforme? Farle tutte è impossibile, si dice.

Qualcuno chiede di cogliere l’attimo di unità nazionale. Mattarella può allungare ancora un anno, forse.  
Fuori da tutti i canoni, giustamente, Mario Draghi non si pone nessun interesse dei numeri in Parlamento. Lui ha una missione ben più alta, data o non data da Mattarella, Draghi ha una sua spina dorsale ben più dritta di altri, ma saggiamente da mettere in mostra quando servirà.
Non tange che in Senato su 304 votanti (solo) l’86% abbia votato la fiducia (262 senatori con 40 contrari e 2 astenuti) e che alla Camera su 596 votanti (solo) l’89% pari a 535 onorevoli abbia votato si, 56 no e 5 astenuti.
In totale i 110 voti mancanti totali non sono un problema per Draghi, ma di altri e saranno significativi fuori dal Parlamento, in previsione delle prossime elezioni locali e nazionali. La “normalità” di Draghi in Parlamento, a Palazzo Chigi, le parole usate alcune forti e chiare ed altre più di seconda battuta, il non scendere nell’agone ieri oggi e sicuramente domani… sta riscuotendo grande appoggio e sostegno dai cittadini.

Riforme Draghi, uomo-banchiere ma cum grano salis

Certo l’uomo-banchiere fa più paura dell’uomo-professore a certe figure politiche abituate a partire su ogni tema con il compromesso o con il piano B o C di riserva per qualche poltrona o prebenda. La ricreazione è finita.
I danni e le mancette speriamo siano finite: Niet-Turismo (+ il danno sbeffeggiato del singhiozzo) vuol dire un mancato fatturato di 75 miliardi in tutto il paese. Dove li andiamo a prendere? Diamo tempo a Draghi un minimo di comprensione.  … “parlerà quando ce ne sarà motivo”, così la prima frase della sua portavoce Paola Ansuini, garanzia di essenzialità e di conoscenza di come comunicare, presente agli ultimi G7-G8-G20 per Bankitalia, ottima padronanza delle lingue. Un salto mica da ridere da Rocco, web .. twitt .. de noaltri.

Una Europa solidale con controlli, uso “eurofund” trasparenti e certi, allontana sovranismi, distanze nord-sud  

Estrapolando, ma è difficile, i messaggi più chiari e più pregnanti di Draghi in questa nuova pagina della politica italiana, simile a quella di Monti del 2011 come impostazione parlamentare,  ma totalmente diversa anche come origine, avvio, compagine, sostanza e personalità.

Draghi non ha chiesto di essere senatore ma di poter mettere in atto le riforme Draghi

Draghi ha deciso sorti monetarie e finanziare, non le ha solo spiegate a scuola e fuori dalle sovrane decisione nazionali delle Nazioni che compongono l’Europa. Il primo punto è sicuramente sconfiggere prima possibile la Pandemiamettendo in atto tutti gli strumenti di velocizzazione, di obiettivo certo, di concretezza diretta, di prevenzione e di servizio al malato, di risoluzione dei problemi accantonati, di vedere con l’Europa se è possibile superare l’impass dei contratti con i privati del settore farmaceutico  e di conseguenza offrire come Stato tutte le risposte necessarie contingenti.
Ma non solo, la Pandemia necessita, tramite le funzioni sanitarie delegate alle Regioni (quanto chiesto da Bonaccini e Zaia in primis con cognizione di causa), una risposta sostanziale e notevole in termini di “fund” da destinare alle strutture, infrastrutture, assistenza locale a garanzia di una sanità-salute anche per le prossime generazioni.

Riforme Draghi in primis uscire dalla pandemia a tutti i costi

Oggi è evidente che il meccanismo contrattuale, distributivo unico dei vaccini dall’Europa non ha funzionato. Da qui la chiarezza della irreversibilità dell’Euro senza condizioni o strategie di sovranismo individuale come ha già chiarito Draghi più volte.  Ma di contraltare l’Europa deve saper sostenere il piano votato di sostenibilità e di recovery per il tempo e con le misure necessarie, saper dosare gli acquisti della BCE guidando nell’arco del mandato “Ursula” un ritorno non alla vecchia austerity chiusa e rigida ma alla integrazione sociale civile dinamico di un patto di stabilità sussidiario in funzione di necessità (alti e bassi recessione) di un unico bilancio dell’Europa.
Questo giustamente implica un comportamento trasparente fiduciario assicurativo dell’Italia verso soprattutto i paesi più scettici dell’area Euro di condivisione di nuovi debiti. Con questo scenario futuro, Salvini ha ripreso la strategia di Bossi e del prof Miglio di 20 anni fa allargando la posizione di “adesione all’Euro”, dal solo nord Italia a tutto il paese. Più che una fuga in avanti risulta essere una ripresa del passato che indirettamente pone molte domande (e abbisogna di risposte) nelle Regioni del centro-sud Italia e chiede una conferma diretta nei fatti,  nei comportamenti e anche nelle parole come copartecipe al Governo Draghi.

Riforme Draghi: Da reddito di cittadinanza a reddito sussidiario monitorato e variabile in base allo status di vita

Anche su questo tema i primi segnali di Daghi sono molto chiari: niente foglie di fico, palliativi e assistenzialismo lineare, ma interventi soprattutto finanziari al sud Italia rivolto equamente a imprese, lavoratori e consumatori con meccanismi e scelte in cui i destinatari e i beneficiari devono concorrere alla funzionalità strutturale e alla crescita pro-attiva.
Il reddito di cittadinanza, per esempio, deve diventare un sostegno-produttivo controllato e modificato periodicamente attraverso una scala prioritaria di parametri che gli economisti sociali-liberali ben conoscono.
Le imprese che hanno passivi incolmabili, deficit trascinati, bilanci ripianati da anni con soldi pubblici, rapporti assurdi produttività/personale hanno poca possibilità di essere sostenute, al nord come al sud Italia, mentre imprese che investono nella occupazione, formazione, produzione, commercializzazione, no sprechi, sostenibilità, rispetto ambiente, resilienza sicuramente trovano Stato-Regioni al fianco. L’incremento della occupazione (come fatto dalla Germania negli ultimi 10-12 anni in sintonia con la crescita della tecnologia e che l’Italia non ha fatto) è il primo fattore produttivo da sostenere con i “fund” europei in termini di assunzione, tempo indeterminato, garantito per anni e innovazione di impresa, cioè una visione strutturale di futuro.
Il reddito sussidiario deve essere monitorato e parametrizzato non solo con il dato del reddito, ma con l’insieme di parametri già usati in molti settori economici privati, come stato di famiglia, isee famiglia, età dei membri, nucleo, luogo di residenza, casa in proprietà o in affitto, tasse e imposte pagate negli ultimi 5 anni, stile di vita, importo bolletta elettricità intestata (come avviene per il canone Rai). Una nuova visione che può essere misurata semestralmente incrociando i dati dei consumi, dei beni usati, dei contratti, dei postapay, degli acquisti online.   

Riforme Draghi: La Riforma Fiscale Tributaria è urgent, anzi improrogabile

Con tassi di interessi ancora sotto zero (forse per poco), inflazione monetaria e capitalizzazione borsistiche sotto controllo, modelli economici prioritari rispetto a quelli finanziari, una visione politica socialista-liberale, non perfetta nella etimologia ma per chiarirci…. può essere per Draghi il motore di una obbligata e urgente Riforma Fisco-Tributi.
Da coinvolgere la fiscalità, i tributi ma anche gli stipendi e le pensioni, con una new-option per la next-generation di una pensione autonoma abbinata alla pensione pubblica in dissolvimento concordato. Questo può essere facilmente realizzato con il coinvolgimento di “stakeholder sociali” che si prendono un rischio di impresa (ne esistono già in molti contratti)  come banche, assicurazioni, multinazionali privilegiate, gestori di capitali, lobbies di industrie. Tutte le imprese e tutti i lavoratori pubblici e privati devono seguire un binario diritti-doveri (in questo ordine)  uguale in una ottica di equità, di giustizia, di proporzionalità graduale, di aliquote crescenti, prevedendo una prima fascia con  “franchigia e flat tax” logica che compensa anche oneri deducibili e detrazioni, fatto salvo una base lorda esentata certa che coincide con il reddito pensionistico minimo e del reddito sussidiario. Sempre per equità. E il codice fiscale, da solo o uno spid funzionante, deve essere la password di tutto.   

Riforme Draghi: la Riforma della Giustizia con certezza pena e velocità determina diversi punti di incremento del Pil… perchè veramente sia “La legge è uguale per tutti”

Un paese, social-liberale, che rispetta in primis chi è in difficoltà e chi ha patito di più gli effetti della crisi (infatti nel 2020 non siamo stati trattati tutti nello stesso modo ma c’è chi non ha patito nulla pur avendo certi permessi e vantaggi al di fuori dei ristori) e  che considera diritti-doveri sullo stesso piano deve attuare riforme non settoriali.   
Chi ha guadagnato di più deve dare di più alla collettività, chi ha perso dei ricavi (non un reddito personale) deve avere sussidi e non ristori, chi rischia di perdere il lavoro deve accettare mobilità e nuovo riposizionamento anche di carriera.
Tutte necessità che ad oggi non si sono viste. Ma quello che urge è una globale e veloce Riforma della Giustizia che pesa enormemente, non solo come lentezza nei giudizi e blocco di vita dei privati cittadini, ma ha un costo Paese, costo Statale, costo collettivo della società civile molto superiore a quello che può essere un costo di sola revisione o riorganizzazione di sedi, personale di funzione, spazi dei tribunali.
Ci vuole almeno, come minimo, nella patria dell’istituzione di diritto privato, una parificazione con tempi e modelli tedeschi e danesi nel raggiungimento di un giudizio finale, certezza della pena, azione riabilitativa delle pene più pesanti. Un riforma che punti anche alla prevenzione e alla deterrenza preventiva con l’impiego di tutte le Forze dello Stato e delle Regioni tese veramente alla salvaguardia del cittadino onesto, della tutela del diritto oggettivo, della chiusura di particolari tipi di processo in modo esemplare e veloce. Se tutto questo poi è mirato anche a pesanti sanzione sui falsi in bilancio, la evasione fiscale, il non pagamento di tasse dovute, la trasparenza dei documenti di fattura… ci sono immediati altri vantaggi.  Una Giustizia veloce e certa, un Fisco giusto e equo… sono fattori attrattivi di investimenti globali che aiutano la crescita della occupazione: tutti fattori che messi a posto fanno aumentare subito di qualche punto il Pil.
Governo Draghi è la Riforma della Riforme Verde Civile Umana
Questa è la riforma delle riforme per me. L’Italia ha bisogno di una visione globale del  rapporto Uomo-Terra, ed essere anche un esempio ad altri. Noi di più perché dalla terra abbiamo sempre ricavato molto e dato al mondo molto, ma attenzione le risorse naturali della terra non sono infinite, non mancheranno alle mucche, alle api, ai fiori, alla nostre vacanze… mancheranno già alla mia generazione, a quella dei miei nipoti di sicuro.
Quindi ben vengano le Coop, le indicazioni UE 20-20, le linee Onu o Fao, ma dobbiamo metterle in pratica subito. E bisogna partire da una visione strategica globale “agraria” della nostra penisola. L’Europa deve ascoltarci perché c’è molta similitudine fra Francia, Grecia, Spagna, Germania chi più e chi meno. Proponiamo per primi noi una scissione della Pac-Ue, una destinazione pesante di “fund” di più fonti, una progettualità integrata e trasversale agricoltura-alimentazione-salubrità-clima-smog-C02-digitalizzazione-viabilità-tecnologia-servizi alla persona. Perché questo è il “pacchetto” su cui Draghi e i vari ministri compreso i ministri Franco Cingolani Colao. 
 

Altre Riforme strutturali urgenti che Draghi non riuscirà a fare ma mi auguro di sbagliare

Siamo un paese fermo da 30 anni. Tutti (almeno chi oggi è in pensione e ha 65-75 anni e non è fuggito in Portogallo per fregare il fisco italiano) ha pensato solo a lavorare, a creare, a dirigere imprese, a fare il proprio lavoro di padre e di occupato, anche con stipendi bassi, spesso correndo come pazzi… ma la politica o l’interesse collettivo o la sensibilizzazione civile sono state dimenticate, non prese in considerazione. Più astenuti nella realtà che nei seggi.
Questo ha consentito a molti politici di sedere sullo stesso scranno, anche in sedi o collegi diversi, prendendo una delega e facendo poi quello che tornava comodo più al partito che alla Nazione: basterebbe leggere tutti i regolamenti in essere e prodotti come paracadute e salvaguardia contro Mani Pulite per capire quanto ci sia di vero quando si parla di autodifesa. Per cui la Riforma della Rappresentatività politica è una riforma costituzionale urgente, non solo con la riduzione degli scranni, ma anche revisionando la legge elettorale, collegi, circoscrizioni.
Vista come fatta l’Italia, visto che Draghi dice di guardare all’Europa “nuova e unita” perché non essere noi italiani i primi a prendere a modello il sistema tedesco, senza alcun minimo aggiustamento, e applicarlo compreso le Macro-Regioni, filiere amministrative semplificate, controlli immediati, sanzioni vere e subito.
La Riforma Istruzione è urgentissima ma non se le giornate a scuola devono essere 200 come minimo all’anno dettate da una legge o se i bidelli sono operatori scolastici o se tutti gli anni bisogna nominare 30.000 precari, bensì una nuova carriera scolastica, formativa, professionale, di ricerca. Possiamo mandare a scuola i nostri nipoti dall’età di 3 anni (con un asilo diverso) fino a 30 anni come minimo per poi non aver creato un lavoratore in grado di lavorare e trovare un posto, con i numeri chiusi a ingegneria e medicina, nelle aule nessun orario continuato o scaglionato, trasporti pubblici non idonei, e aver imparato a memoria o studiato per 3 volte la storia di Napoleone o di Cavour, accettare che portino lo smartphone in classe per chiamare la mamma, ma non studiano inglese e cinese o russo come l’italiano dalle elementari, e non vadano oltre a OfficeProg o Twitt o ClubHouse o TikTok. Mi fermo, ma ci sono altre Riforme “dietro l’angolo”      

Nico da Comolonia
in esclusiva
per Newsfood.com
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