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Vino, gli importatori cinesi: “L’Italia parli con una sola voce”

Vino, gli importatori cinesi: “L’Italia parli con una sola voce”

By Redazione

il vino italiano in Cina ha un futuro potenzialmente molto positivo: per concretizzarlo, però i produttori devono abbandonare settarismi e localismi, unendosi in un’unico organismo.

Questo il messaggio di Vinitaly, capace di unire i grandi della cina industriale (Pechino, ma anche Shanghai, Shenzhen e Guangzhou) e di raccogliere le loro richieste.

A fare così da portavoce, Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International: “Gli importatori locali sono coinvolti nel progetto del Fuorisalone di Chengdu (che segnerà a
marzo il ritorno di Vinitaly in Cina) 2014 perchè il loro pensiero e il loro piano strategico deve essere allineato con i produttori. Loro sono i protagonisti locali. Per realizzare uno
showcase e non una semplice fiera, occorre che loro siano partecipi nelle attività di co-branding e di co-marketing”.

Sempre in nome dell’unificazione, Vinitaly ha stimolato i produttori italiani con la Vinitaly International Accademy: creata con la collaborazione di associazioni di sommelier e wine educator
della Cina, è una sorta di “centrale d’ascolto”, pensato per registrare e capire i rapporti tra Cina e vino, conoscendo i consumatori, specie la fascia media, ed imparando a gestire i
nuovi media, sopratutto i social network, ottimo indice dell’interesse che l’Impero di Mezzo prova per il vino tricolore.

Matteo Clerici

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