L’ influenza suina, il vaccino e la paura di un’altro caso “America 1976”
18 Agosto 2009
Gli addetti alla salute pubblica hanno avvertito i dottori di una potenziale somiglianza tra il vaccino anti influenza suina e quello creato per combattere la presunta epidemia che colpì
gli Usa negli Anni Settanta, responsabile di 25 morti.
In una lettera indirizzata ai neurologi d’ Inghilterra, l’Agenzia di Protezione della salute (HPA, Health Protection Agency) consiglia loro di osservare se il programma di vaccinazione provoca
un aumento di disordine mentale nei loro pazienti.
Tale documento è stato provocato dai dubbi sollevati da alcune ricerche sulle azioni mediche del Governo degli Stati Uniti nel 1976. In quel anno, Washington ordinò una
vaccinazione di massa per contrastare un’esplosione d’influenza, poi limitatasi ad una singola base militare.
Successivamente, gli addetti ai lavori diagnosticarono alcune centinaia di casi una rara e pericolosa malattia neurodegenerativa chiamata Sindrome di Guillain-Barrè (GBS); nonostante il
legame tra vaccino e malattia non sia stato mai provato, molte persone divennero sospettose delle immunizzazioni. Nonostante la ricerca ed i metodi di produzioni siano molto migliorati rispetto
al 1976, l’HPA sottolinea come il vecchio incidente abbia evidenziato una possibile area di preoccupazione.
Ecco l’opinione della dottoressa Elizabeth Miller, direttrice del dipartimento immunizzazione del’HPA: “Il vaccino usato per combattere l’influenza suina del 1976 fu ritenuto collegato con la
GBS e ritirato dal mercato. La GBS è stata identificata come una condizione da monitorare quando vengono utilizzati vaccino contro l’influenza suina”.
Il Dipartimento della Salute ha poi specificato come “Test per assicurare la sicurezza e la risposta immunitaria sono stati effettuati sul vaccino anti virus H1N1 ed il prodotto ha mostrato un
buon profilo di sicurezza”. A difesa del prodotto si è schierata anche l’ Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’Oms ha evidenziato come l’opinione pubblica debba essere rassicurata sulla relativa mancanza di pericolosità del prodotto, ma anche ammesso come “alcuni eventi negativi possono essere
provocati dal vaccino, ma non possono essere previsti in anticipo”.
Matteo Clerici