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Governo Draghi: senza vera maggioranza solida, concreta, costituzionale di partiti… meglio andare al voto!

Governo Draghi: senza vera maggioranza solida, concreta, costituzionale di partiti… meglio andare al voto!

By Giuseppe

Nota del direttore
La situazione in cui siamo non ci permette di perdere altro tempo. Mario Draghi lo sa bene, ed è per questo che ha accettato l’incarico ma con riserva. Mattarella, che finalmente ha parlato da Presidente degli Italiani, credo che lo abbia convinto con un semplice quesito:- “Mario, chi potrebbe salvare l’Italia oggi, se non una figura come la tua?”
Abbiamo una scala reale in mano, dobbiamo solo individuare chi non vuole il Nuovo Rinascimento Italiano.

L’articolo di Comolli è un quadro pittorico dal vero…
Giuseppe Danielli

GOVERNO DRAGHI E’ FATTA? NO SOLO PRIMO GIRO CONOSCITIVO… IL BELLO E’ RIEMPIRE LE CASELLE… MENO SONO MEGLIO E’

 

Piacenza, 6 febbraio 2021

Giampietro Comolli
Newsfood.com

Il presidente Mattarella è stato chiaro:
la durata di un mandato da Capo dello Stato è più che sufficiente, come disse il presidente Segni per tutte le motivazioni note.

Se il Parlamento non vuole andare alle urne – giusto o sbagliato ma senza la scusa Covid, visto che altri Stati Europei ci vanno a breve, compreso le prossime amministrative nazionali – deve saper esprimere una maggioranza solida, concreta, costituzionale di partiti e non di singoli raccattati.

Bravo presidente Mattarella, finalmente! Il primo giro di consultazione ha visto dei “giri di valzer” assurdi e assoluti, più dichiarazione finali indirizzati all’interno dei vari gruppi per autogiustificarsi, piuttosto che dichiarazioni agli elettori, sui famosi “temi” del potenziale governo.  Ora si vede chi aveva paura delle poltrone e chi poneva la carica prima dei chiarimenti interni al Governo Conte 2.

Nelle dichiarazioni post incontro Draghi, c’è chi ha tentato di  giustificare il salto della quaglia, chi la piroetta di 360 gradi, chi si è rimangiato 3 anni di governo, chi si è nascosto dietro una colpa altrui, chi ha parlato alla suocera perchè nuora capisse, chi è diventato europeista fuori tempo massimo, chi ha detto cose credendoci tutti deficienti stupidi ignoranti, chi ha parlato con i sondaggi in una mano e il vinavil alla poltrona dall’altra. Basta! Basta!

Spero sempre che Mattarella abbia dato massima libertà a Draghi sapendo che a giugno si può andare alle elezioni, che Draghi non guardi in faccia a nessuno, che pensi solo al bene del Paese e delle nuove generazioni, che attui un programma in 4-5 punti pesanti, tralasci beghe, indichi tutte le “mammolette” che hanno buttato via un anno di tempo (Renzi a maggio 2020 ha iniziato a sollevare temi da discutere) ai vertici di una responsabilità diretta ma dentro un binario definito così non si rimangiano per l’ennesima volta la parola.

Hanno ragione i frugali europei quando temono la creatività e la non affidabilità politica italiana.  Ci sono 210 miliardi di euro (secondo me si può arrivare a 310 prendendo tutte le offerte UE e oltre se si definisce un programma monetario forte in area euro) da investire, attenzione “non spendere”, usando certe riforme a costo zero per creare un volano di fondi ulteriori che solo Draghi può attivare.

 

La Meloni e Speranza-Bersani sembrano tagliati fuori per loro scelta: direi “chapeau” a entrambi se le motivazioni restano politiche, parlando di un governo Draghi politico e non tecnico. Salvini da qualche mese, memore del karakiri del papete, ha capito che in ogni caso in Italia un centro destra da solo, senza una legge maggioritaria, al governo difficilmente ci ritorna, anche su chiaro segnale da Bruxelles.

La stampella centrista di Forza Italia si sta indebolendo, non c’è ancora un centro popolare sociale liberale democratico innovativo forte che guarda a destra e a sinistra con una propria posizione solida.  Zingaretti è debole dall’inizio della legislatura: non ha numeri e non ha uomini leader.

Qualche ex renziano ha accettato cariche istituzionali, ma non è supino alla scuderia: troppi distinguo esistenti, temporaneamente acquietati ma non finiti, quindi facilmente resuscitabili.

Di Maio e Crimi, con la discesa nella Roma statalista di Grillo, sono diventati dei portavoce e soprattutto degli sponsor di Conte che diventa sempre più una risorsa ma anche un antagonista che ha svelato la sua casacca cinquestellata, magari a caccia o libero di avere un posto al sole, purchè non fondi un nuovo partito in questa legislatura.

Domani non si sa, ma il dubbio crea malumori interni come tutta la frangia ortodossa di Toninelli-Di Battista. Nell’emiciclo parlamentare si constata sempre più una turbolenza politica fra i polisti maggioritari con più o meno scappatoie e una proposta di nuova legge elettorale di impronta proporzionale assoluta, erroneamente detta “alla tedesca”.

Da 950 a 600 seggiole, ha cambiato molte visioni e molte scelte ideologiche. Questo è uno dei grandi problemi forse più o memo occultato al perspicace prof Mario Draghi.

Dopo il primo giro di colloqui si constata un ampio consenso di parole (una tiratina netta di giacca solo da Meloni, più offuscata e senza la faccia di un patron quella da Leu) dei vari capodelegazione davanti alla stampa, ma è tutto vero? Nessuna dichiarazione entra nel merito, solo da qualcuno delle scelte che appaiono veramente la novità assoluta pro un governo di quasi unità nazionale.

Mattarella e Draghi sapevano già tutto? C’erano state precedenti prove tecniche di dialogo e pareri via telefonate? Draghi conosce bene alcuni personaggi politici italiani come Berlusconi, Monti. Lo stesso Visco può essere appoggio importante viste anche le recenti relazioni su debito pubblico e interventi fiscali e monetari, come anche Monti, Gentiloni, Letta.

Il prof Draghi, sia a Roma che a Bruxelles, non ha mai avuto bisogno di ripetere un discorso, mai di spiegare perchè whatever is takes! Riservato e di poche parole, conoscitore dell’estero come quello italiano, rispettato da tutti, compreso qualche banchiere inventore dell’austerity a tutti i costi. Finalmente c’è, senza bisogno che nessuno lo sottolinei, il meglio che l’Italia oggi possa esprimere come autorevole guidatore, affidabile a tutti, non attaccato neanche alla seggiola di premier.

E’ certamente un conoscitore della politica italiana, conosce i meccanismi di facciata e del backstage di tutti paesi europei, ha creato il QE, il Pepp e un progetto di indirizzo centrale, il Politic Mix, che per l’Italia rappresenterebbe un positivo modello di gestione del debito, ma aumentare la spesa pubblica senza creare debito è molto rischiosa: Chongquing in Cina 30 anni fa ha rivoluzionato tutta la economia cinese, ma c’è anche la catastrofe della Repubblica di Weimar.

 

Draghi sa perfettamente che ora non è un banchiere, che non ha lobbies e poteri forti come partner e antagonisti, ora ha il suo paese e i cittadini italiani da portare fuori dal guado e dallo sconforto in tempi definiti.  Quindi deve attivare un meccanismo politico gestionale semplice, diretto, efficace. Non può divagare su Bolkestein e mancette, su lunghe discussioni di lana caprina. Poche cose ma certe e soprattutto collegate al Recovery Fund.

Quindi portare a casa per l’Italia più fondi possibili e usarli molto bene e in modo alto e di prospettiva, dare risposte certe sicure e concrete ai vincoli europei come le riforme strutturali e istituzionali, creare infrastrutture sanitarie con una formula attiva per bloccare il Covid anche autonoma, fare in modo che il datore di lavoro abbia interesse ad assumere, dare al consumatore finale strumenti per spendere.

Ecco il programma:  per esempio riproporre 80 euro pidisti-renziani, quota 100, reddito cittadinanza in un modo totalmente diverso più strutturale e più legato a un processo virtuale puntando su cuneo fiscale a vantaggio imprese e su una spesa finale intelligente e controllata. A seguire una sanità e assistenza diretta con strumenti pubblici al servizio alla persona, agevolare il credito privato e alle imprese in difficoltà confermata,  blocco dei ristorni e crediti pubblici per 12 mesi, azzeramento burocrazia pubblica e figure burocratiche inutili, ristrutturare e abbassare il debito pubblico, aprire linee di credito per sostenibilità resilienza biodiversità, riforma fiscale flat-tax e 3 scaglioni con una esenzione reddito Irpef Isee e deduzioni correlate agli scaglioni e al tipo di lavoro, uguaglianza diritti del lavoro e doveri per pubblico-privato.

Da questo discende un governo solo politico, ma in piena discontinuità, con qualche tecnico in ministeri che possono creare problemi come gli Interni, la Sanità e il Tesoro.

In ogni caso un “governo politico” non può prescindere dal coinvolgimento di tutti i leader di partito, capidelegazione e capi gruppo perché diventano non solo garanti di dichiarazioni pubbliche e del partito rappresentato, ma sono responsabili di se stessi.

Quindi Zingaretti con Del Rio  e Marcucci, Salvini con Giorgietti e Centinaio, Tajani e la Gelmini o la Bernini, Di Maio e Conte con Crimi, Renzi con Bellanova e Boschi devono sicuramente trovare una sede ministeriale di vertice o di vicevertice, i 14 ministeri che contano più 3 tecnici. Ma non oltre come numero.

Resta importante la funzione di delega ai vice-ministri più che ai sottosegretari in modo che vi sia una velocità di decisione, di responsabilità e di sicurezza vero il paese, ma entro un binario programmatico e di cronoprogramma sottoscritto da tutti con la regola: chi sgarra è fuori automaticamente. Esatto automaticamente perchè Draghi non deve perdere tempo con pruriti inutili. Eppoi – consentitemi – finalmente un capo di governo che sa fare di conto e soprattutto parla e scrive un corretto inglese meglio di tanti madrelingua per dialoghi diretti, che non sono mai controproducenti.

Solo i compagni di viaggio possono essere un problema per Draghi il quale deve puntare a risolvere le questioni e non a rispondere ai bisogni politici di tizio o caio: hanno avuto il loro tempo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

 

Giampietro Comolli
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Giampietro Comolli

Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici

Mob +393496575297

Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
Curatore Rubrica Assaggi in libertà

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