Ditta Artigianale Carducci a SIGEP 2022 con la sua Scuola del Caffè

15 Marzo 2022
Ditta Artigianale Carducci a SIGEP 2022 con la sua Scuola del Caffè
Scuola del Caffè by Ditta Artigianale Carducci di Firenze è presente alla Fiera di Rimini (pad. D1 – stand 045) con una intensa attività di formazione e degustazione per tutti
Portare la Scuola del Caffè su un palcoscenico internazionale quale il Sigep è un traguardo importante perché contribuisce a dare un maggiore risalto al nostro progetto accademico. Un’opportunità che rappresenta un ottimo banco di prova, che ci mette al cospetto di tante realtà alle quali ci ispiriamo e con cui collaboriamo”, è il commento di Simone Amenini, direttore della Scuola creata da Ditta Artigianale Carducci di Firenze e presente alla Fiera di Rimini (pad. D1 – stand 045) con una intensa attività di formazione e degustazione per tutti e occasione, anche, per presentare le attività della scuola.

Nasce con uno scopo divulgativo: informare pubblico, appassionati e addetti del settore su quanto si nasconda dietro a una tazzina. Dal lavoro nelle piantagioni, alla torrefazione fino al bancone esiste un mondo fatto di ricerca, innovazione e attenzione alla sostenibilità umana e ambientale che si vuole raccontare e sostenere. La scuola, inoltre, intende formare esperti del settore pienamente consapevoli della provenienza del caffè, delle sfumature di sapore, delle molteplici tecniche di estrazione.
Non è solo questa la novità di Ditta Artigianale, visto che al Sigep ci sono postazioni che raccontano e mostrano i metodi di estrazione alternativa, le più moderne tecniche di latte art e proposte cupping, anche grazie all’utilizzo di attrezzature professionali fornite da Victoria Arduino, main partner di Scuola del Caffè, in collaborazione con Hario Europe. E non solo, perché Ditta Artigianale, micro roastery e prima linea di caffetterie per il consumo consapevole in Italia, presenta “Learning Process Box”, che è l’ultima proposta del brand sul tema di sensibilizzazione e conoscenza dell’intera filiera caffeicola. “L’idea è sottolineare i nuovi processi nel settore caffeicolo, per assaporare il caffè con maggiore consapevolezza, a partire dai fattori che ne influenzano il gusto”, dice Francesco Masciullo, un passato da campione italiano baristi, adesso responsabile della roastery dell’azienda fiorentina.
Due le “experience box” proposte. La prima offre tre diverse lavorazioni di uno stesso caffè specialty proveniente dall’Honduras, Finca El Puente, ormai una presenza di lunga data nella gamma di Ditta Artigianale, con tre differenti processi, Naturale, Lavato ed Anaerobico. “Con queste box vogliamo mostrare al consumatore come il metodo di lavorazione del caffè verde possa influenzare il gusto finale”, prosegue Masciullo. Ditta Artigianale sarà anche protagonista dei campionati con Serena Falcitano, store manager da qualche anno per la torrefazione, che parteciperà alla gara di Cup Tasting in programma mercoledì 16 marzo, giornata in cui si disputeranno le finali.
Infine, la proiezione di “The Coffee Hunter” documentario che è un viaggio alla scoperta delle origini del caffè in Uganda con il pluripremiato campione di caffè e fondatore di Ditta Artigianale Francesco Sanapo, andato in onda durante le recenti festività su Gambero Rosso. Alla base del progetto, portato avanti insieme al regista Stefano Conca Bonizzoni e prodotto da SCBLab e Ditta Artigianale con il sostegno di Sanremo Coffee Machines e Vol Caffè e il supporto tecnico di Manfrotto, ci sono la volontà e il desiderio di apportare un cambiamento: diffondere la cultura del caffè di qualità e migliorare lo stile di vita dei produttori. Come? Grazie a una maggiore consapevolezza del valore del chicco più amato e del lavoro necessario a renderlo tale, sia da parte dei contadini che dei consumatori. Insomma, un percorso tutto dedicato al caffè, ma non solo: “The Coffee Hunter vuole anche raccontare la cultura dell’Uganda – dice il regista Stefano Conca Bonizzoni – ad esempio lo slum di Katanga, che appare nel primo episodio, è in parte il risultato di politiche agricole sbagliate, o comunque di una serie di crisi subite in ambito agricolo nell’Uganda rurale, che ha portato i contadini a migrare in città. Oppure: cosa c’entrano i gorilla, che avvistiamo nella seconda parte del documentario, col caffè? Nella zona dove siamo andati a osservarli si produce una delle migliori qualità di chicchi dell’Uganda, e l’ambiente in cui crescono è quello della riserva naturale preservata appunto per i gorilla. Se non ci fossero questi animali maestosi non esisterebbe la forma di protezione ambientale che permette un’agricoltura sostenibile e in simbiosi con l’ambiente”.
Maria Michele Pizzillo
Redazione Newsfood.com
Nutrimento & nutriMENTE