Dal Belgio, le super mucche: tanta carne, niente grasso

4 Settembre 2013
Il nome è da fumetto, ma la storia non è divertente: sono le super mucche (super cows) animali frutti da un progetto di selezione genetica estrema.
Come spiega il sito, le Belgian Blue (questo il nome della razza) nascono in Belgio, dall’incrocio tra Durham Shorthorns e bovini di razza Frisona.
Nate come mucche sia da latte che da carne, le mucche subiscono una netta specializzazione nel Novecento: la crescita economica prima e la necessità di ricostruzione post Seconda Guerra
Mondiale hanno spinto gli allevatori a creare una razza più carnosa, cioè muscolosa e, con meno grasso.
A tale scopo, sono stati osservati gli accoppiamenti svolti: esaminando le conseguenze, è emerso il ruolo della miostatina. Fattore di crescita legata al DNA, tale proteina codifica
l’espansione della massa muscolare del bovino: se perciò è limitata od assente, l’animale presenta una massa muscolare superiore alla media.
Il miglioramento delle conoscenze in campo genetico hanno consentito di affinare il processo: gli esemplari attuali sono mucche dalla muscolatura molto abbondante, fonti vivente di carne
abbondante e di ottima qualità.
Data la loro natura, le super mucche sono state oggetto di un documentario del National Geographic, “Meet the super cows”.
Nel filmato, viene chiaramente evidenziato il costo dell’operazione. All’inizio, infatti, la mutazione genetica causa della carenza di miostatina veniva ottenuta con incroci selettivi: “Per
creare le Belgian Blue per oltre 100 anni, gli agricoltori hanno consentito solo a mucche e tori con maggiore massa muscolare di accoppiarsi. E il risultato è un toro che pesa oltre una
tonnellata”.
Proprio per queste dimensioni, le mucche attuali fanno fatica ad accopiarsi fisicamente: per rendere possibile la riproduzione (e rendere il meccanismo genetico ancora più controllabile)
oggi le femmine vengono inseminate artificialmente. Però, conclude il documentario, se ormai il ruolo delle mucche e definito, molto meno sicuro è il loro benessere e lo
eticità dell’operazione.
Matteo Clerici