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CIA: “Avremo grandi produzioni di funghi, tartufi, castagne e nocciole”

CIA: “Avremo grandi produzioni di funghi, tartufi, castagne e nocciole”

By Redazione

Roma – La stagione si prospetta buona per funghi, tartufi, nocciole e castagne. In termini produttivi, si potrebbe sfiorare un incremento generale del 10
per cento, mentre dovrebbero rimanere stabili i prezzi per i consumatori. La situazione migliore degli ultimi 5 anni, caratterizzati da estati particolarmente siccitose. A rilevarlo è la
Cia-Confederazione italiana agricoltori che sottolinea come la terra irrigata dalle piogge estive potrà favorire le produzioni autunnali.

Quindi, porcini, ovoli, finferli, chiodini, colombine, trombette, sanguinelli, cardoncelli, quest’anno dovrebbero spuntare copiosi da un sottobosco che è attualmente umido in quasi tutte
le aree vocate del Paese. In particolare – sostiene la Cia -, per quanto riguarda il porcino è ipotizzabile un incremento del 12/15 per cento nella produzione con una conseguente
flessione dell’importazione. Infatti proprio questo fungo, che nelle sue quattro specie pregiate è quello più venduto, mediamente ha una produzione che copre solamente il 5 per
cento sull’intero prodotto fresco commercializzato, il restante 95 per cento del prodotto consumato in Italia arriva dai paesi dell’Est europeo, da Sud Africa e dal Marocco. Se non ci saranno
manovre speculative di mercato – continua la Cia – è razionalmente ipotizzabile che quest’anno il porcino (nazionale ed estero) non dovrebbe arrivare ad un prezzo al dettaglio superiore
ai 18/22 euro al chilo.

Sul fronte dei tartufi, quello nero d’estate s’inizia a trovare anche se non in grande quantità, comunque si tratta della tipologia di minor pregio. Gli altri che dovrebbero nascere in
Italia dopo settembre, stante tale situazione climatica, potrebbero registrare un aumento produttivo del 10 per cento con prezzi che arriveranno a sfiorare i 100 euro all’etto. Anche se non
mancherà l’approvvigionamento dall’estero, in particolare dai Paesi dell’ex Jugoslavia e il prezzo di questo prodotto si aggirerà intorno agli 80 euro all’etto con variazioni a
seconda delle pezzature.

In aumento – secondo la Cia – la produzioni  delle nocciole, al Nord Italia si arriverà ad un più 8/10 per cento rispetto al 2008 con un prezzo al consumo che non dovrebbe
superare i  4 e i 7 euro al chilo. Probabile, quindi, il contenimento dei prezzi per dolci e creme artigianali a base di nocciola.

Per quanto attiene alle castagne – rileva la Cia – l’Italia è il maggior produttore d’Europa, seguita da Spagna, Portogallo e Grecia. Il nostro Paese copre più del 15 per cento
della produzione mondiale, mentre Cina, Corea del Sud e Turchia, ne coprono complessivamente quasi il 60 per cento. La produzione media di castagne e marroni degli ultimi 20 anni in Italia va
dalle 50 mila alle 70 mila tonnellate, e per quest’anno si dovrebbe stare su standard più che discreti. Conseguenze positive si potrebbero registrare anche sul prezzo finale del prodotto
fresco, sulle confetture, sulle marmellate e i dolci a base di castagne. Infatti – conclude la Cia – l’industria dolciaria assorbe ogni anno oltre 7.000 tonnellate di produzione castanicola.

 

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