Agricoltura: Politi scrive ai presidenti di Coldiretti, Confagricoltura e Copagri

21 Luglio 2009
Il presidente della Cia scrive una “lettera aperta” a Sergio Marini, Federico Vecchioni e Franco Verrascina. Davanti all’emergenza è opportuno avviare un momento di riflessione da parte
del mondo agricolo italiano. Mettersi tutti attorno ad un tavolo per analizzare attentamente l’attuale situazione e sviluppare le opportune azioni sia sul fronte interno che su quello europeo.
Niente processi unitari, ma impegno comune a sostegno degli agricoltori.
“Davanti alla grave emergenza che sta vivendo l’agricoltura, credo che sia quanto mai opportuno un momento di riflessione da parte del mondo agricolo italiano. Sarebbe necessario mettersi tutti
attorno ad un tavolo per analizzare attentamente l’attuale situazione e sviluppare le opportune azioni sia sul fronte interno che su quello europeo”.
E’ questo l’appello che il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi ha rivolto, in una “lettera aperta”, ai presidenti di Coldiretti Sergio Marini, di
Confagricoltura Federico Vecchioni e di Copagri Franco Verrrascina. Nella lettera, il presidente della Cia evidenzia “una situazione estremamente complessa che sta provocando il giusto malessere
dei nostri agricoltori. In alcune zone del Paese il disagio è molto profondo. Le imprese sono alle prese con un aumento dei costi produttivi e contributivi sempre più onerosi e con
prezzi sui campi in caduta libera. Ci sono settori che presentano uno scenario drammatico: è il caso del latte, dei cereali, dell’olivicoltura, dell’ortofrutta. Ma la preoccupazione
è generale”.
“Gli interventi, peraltro molto scarsi, adottati dal Governo non danno – scrive Politi – alcuna prospettiva agli imprenditori agricoli. Diverse questioni sono rimaste aperte. Una su tutte: il
rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. In queste ore si sta discutendo a livello parlamentare l’inserimento di un apposito provvedimento nel
decreto anticrisi. Tuttavia, le risorse ventilate (60 milioni di euro) ci appaiono estremamente esigue per dare una valida risposta alle aziende sul delicato e cruciale fronte
assicurativo”.
“Da tempo – ricorda il presidente della Cia – abbiamo sollecitato un nuovo progetto per l’agricoltura, proprio perché è radicalmente cambiato il panorama economico sia a livello
nazionale che mondiale. La difficile congiunta che pervade i mercati sta avendo indubbi riflessi sulle imprese agricole. Per non parlare poi della strategia che si dovrà adottare nei
prossimi mesi nella politica agricola comune, che già l’accordo sull’Health Check ha modificato in maniera tangibile”. Di fronte ad un tale allarmante stato di cose, Politi invita, quindi,
gli altri presidenti delle organizzazioni professionali agricole “ad un confronto serio e approfondito su tutte quelle tematiche che oggi condizionano le imprese”, chiarendo che non si tratta di
alcun processo unitario.
Processo “sul quale, però, la nostra confederazione – precisa il presidente della Cia – continuerà ad insistere in quanto lo ritiene un passaggio fondamentale per il futuro stesso
dell’agricoltura del nostro Paese”. “Penso – scrive ancora Politi – che le nostre Organizzazioni agricole professionali abbiano un ruolo determinante in questo particolare momento e, attraverso
un rinnovato sforzo comune, possono dare un concreto contributo a vincere tutti i problemi e le sfide che il settore primario è chiamato ad affrontare. Credo, di conseguenza, che sia
importante cercare di promuovere iniziative comuni su quelle questioni che più delle altre pesano sulla gestione delle aziende e ne condizionano il futuro.
Il confronto, la ricerca di convergenze, l’affermazione di un fronte comune, possono, infatti, risultare decisivi per una migliore e più efficace tutela degli interessi e dei redditi degli
imprenditori agricoli. Il tutto anche perché vengano promosse politiche di reale sostegno all’agricoltura e allo sviluppo delle aree rurali”. Da qui l’invito del presidente della Cia per
“discutere insieme e progettare, di comune accordo, azioni e strategie per cercare di dare una valida soluzione, risolvere i pressanti problemi del settore, ovviamente, nel pieno rispetto delle
reciproche autonomie”.
Politi insiste, dunque, sull’esigenza che il mondo agricolo italiano sviluppi un’iniziativa che “sia da pungolo all’Ue, al Governo, al Parlamento, alle Regioni, agli enti locali, affinché
vengano adottate misure incisive per l’agricoltura italiana che, altrimenti, corre seri pericoli di recessione, con conseguenze facilmente immaginabili. E’ vero che il settore, più degli
altri, ha dimostrato di reggere alla crisi in atto, ma è altrettanto vero che, senza mirati interventi, tale trend sarà difficile che si ripeta nei prossimi mesi. Ecco perché
ritengo doveroso da parte nostra intervenire”.