Chianti, oggi Chianti Classico DOCG: nato nel 1776, compie 300 anni

30 Gennaio 2016
IL CHIANTI HA 300 ANNI (E NON LI DIMOSTRA):
VENDITE 2015 A PIU’ 8% E
VIA ALLA GRAN SELEZIONE
In una società sempre più “liquida”, come teorizza il filosofo Baumann, e sempre più alla ricerca di “giovanilismo”, è di certo un bel record avere 300 anni e non dimostrarli.
È quello che sa fare un calice conosciuto in tutto il mondo, a cominciare dal ricco mercato Usa. Quest’anno il Chianti Classico celebra infatti i suoi trecento anni di storia, segnando ottime performance sui vari mercati internazionali. Si tratta di una denominazione antica che continua a evolversi e a crescere con dinamismo ed entusiasmo.
E il tutto sarà celebrato con una grandissima campagna pubblicitaria e promozionale di grande spessore. Il Chianti infatti non è solo un vino… Dietro ci sono il territorio e un consorzio di tutela e valorizzazione. Ma, soprattutto, un vero e proprio distretto socio-economico, che comprende attività produttive differenziate nel comparto agricolo e un’offerta turistico-ricettiva di altissimo livello.
Una dinamicità rappresentata da un distretto che occupa alcune migliaia di lavoratori e tecnici preparati che hanno contribuito a rivitalizzare il territorio rurale, facendolo diventare meta di turismo elitario e cosmopolita. La qualità del paesaggio è in questo
senso il vero valore aggiunto della viticultura chiantigiana e le aziende agricole ne sono custodi naturali, poiché attraverso il loro lavoro quotidiano hanno saputo mantenerlo, valorizzarlo e promuoverlo.
Una intraprendenza espressa dalla voglia di non fermarsi mai: come dimostra il recente riassetto della denominazione e l’introduzione della nuova categoria di Chianti Classico, Gran Selezione, una vera e propria inversione di tendenza nel panorama vitivinicolo italiano.
Per la prima volta nella storia delle denominazioni del nostro Paese, il Chianti Classico si è dotato di una nuova tipologia di vino guardando alla punta della piramide qualitativa invece che alla base.
Su questi presupposti si è fondato il rinnovato successo del Chianti Classico nel mondo, con una penetrazione commerciale in oltre 70 paesi di tutti i continenti pur con una spiccata concentrazione nei suoi mercati storici, soprattutto il Nord America, l’Europa e alcuni
mercati asiatici. Nel 2015 le vendite complessive del Gallo Nero hanno continuato il loro trend positivo, segnando un +8% rispetto all’anno precedente, merito sicuramente del forte impulso dell’export ma anche di una buona ripresa del mercato domestico.
“Siamo molto soddisfatti dell’andamento del mercato del Chianti Classico –
afferma Sergio Zingarelli, Presidente del Consorzio – un risultato che almeno in parte è stato determinato dall’effetto traino generato dalla Gran Selezione, che ha rilanciato il Chianti Classico sul palcoscenico della critica internazionale, posizionandolo fra le eccellenze enologiche mondiali. Un risultato che è il giusto coronamento dei grandi sforzi e del lavoro di tutti i produttori e un premio alla compattezza sociale e alle scelte coraggiose e intelligenti intraprese insieme negli ultimi anni. ”
UNA LUNGA STORIA
Il Chianti Classico affonda infatti le sue radici nel 1716 quando il Granduca di Toscana Cosimo III fissa i confini della zona di produzione del vino Chianti, area compresa tra le città di Firenze e Siena. All’inizio del XX secolo, quando la notorietà del vino Chianti
aumentava di anno in anno e il territorio di produzione non riusciva più a soddisfare la crescente richiesta nazionale e internazionale, si iniziò a produrre vino al di fuori della zona del Chianti delimitata nel 1716, chiamandolo ugualmente “Chianti” o “vino prodotto all’uso
del Chianti”.
Fu così che nel 1924 nacque il “Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca d’origine” scegliendo come simbolo il Gallo Nero, storico emblema dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari nella sua “Allegoria del Chianti” sul soffitto del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze.
Nel 1932 viene aggiunto il suffisso Classico per distinguere il Chianti originale da quello prodotto al di fuori del territorio delimitato.
Nel 1984 Il Chianti Classico ottiene la DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita), che rappresenta il riconoscimento più alto per i vini italiani di qualità.
Nel 1996 diventa una DOCG autonoma e nel 2010 le due denominazioni Chianti e Chianti Classico vengono di fatto separate, per cui oggi non si possono produrre vini Chianti
nella zona di produzione del Chianti Classico. Nel 2013 l’Assemblea dei soci approva una serie di modifiche al disciplinare di produzione che danno l’avvio a un vero e proprio riassetto della denominazione.
Franco Vergnano
inviato speciale
NewsFood.com
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CURIOSITA’ su CHIANTI GALLO NERO=================================
La leggenda (da Wikipedia)
L’origine di questo simbolo deriva da un’antica leggenda. Si narra che al tempo delle lotte medievali Firenze e Siena, da sempre in guerra per il possesso di questo preziosissimo angolo di Toscana ed entrambe stanche di battaglie sanguinose, decidessero di regolare la questione con un singolare arbitrato.
Le due città decisero infatti di affidare la definizione del confine ad una prova tra due cavalieri, uno con i colori di Firenze ed uno con i colori di Siena. Il confine fiorentino-senese sarebbe stato fissato nel punto dove i due cavalieri si fossero incontrati partendo all’alba dalle rispettive città, al canto del gallo. I senesi scelsero un gallo bianco e lo rimpinzarono di cibo, convinti che all’alba questo avrebbe cantato più forte, mentre i fiorentini scelsero un gallo nero che lasciarono a stecchetto. Il giorno della prova, il gallo nero fiorentino, morso dalla fame, cominciò a cantare prima ancora che il sole fosse sorto, mentre quello bianco, senese, dormiva ancora beato perché ancora sazio.
Il cavaliere fiorentino, al segnale convenuto, si mise subito al galoppo, mentre il collega senese dovette aspettare ancora molto prima che l’altro volatile si decidesse a cantare: il risultato della pacifica tenzone fu che i due cavalieri si incontrarono a soli 12 km dalle mura di Siena e così la Repubblica Fiorentina poté annettersi tutto il Chianti.
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Redazione Newsfood.com