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Anno Domini 2022: propositi e speranze di un Italiano, incallito europeista e ottimista, in attesa del nuovo Presidente della Repubblica
2 Gennaio 2022
By Giuseppe
Anno Domini 2022: propositi e speranze di un Italiano, incallito europeista e ottimista, in attesa del nuovo Presidente della Repubblica
L’Italia può essere molto meglio di quello che era ed è, anche se sono cambiati tutti i parametri.
Il (la) Presidente che vorrei … di Giampietro Comolli
Newsfood.com, 1 gennaio 2022
Italia paese eccezionale per 2500 anni del passato, dice qualcuno. L’Italia può essere molto meglio di quello che era ed è anche se sono cambiati tutti i parametri. Dimentichiamo il negativo, ma chi sbaglia deve pagare il giusto. Il Presidente della Repubblica che vorrei ….
Perché la comunicazione mondiale e nazionale continua a essere, da decenni e forse da sempre, per il 99% trasmettitore di notizie negative, di fatti delittuosi, di attacchi a terzi, di guerre, di morti. Internet, addirittura, ha accentuato questa informazione, perchè evidentemente apprezzata dai lettori e autodidatta digitali, altrimenti sarebbe già finito tutto questo sentimento “vogliamoci male”.
Certamente i motivi per essere positivi sono pochi. Il prezzo delle bollette di luce e gas da riscaldamento (non da viaggi aerei o crociere o per auto superpotenti…) non aiuta.
Perché il danno deve ricadere sul consumatore finale se i veri problemi e motivi nascono ad altissimo livello… spesso per incapacità, incompetenza, scambi di interesse, favoritismi, scelte sbagliate?
Come pure sul PNRR (n.d.r … vedi in Google PNRR Comolli site:newsfood.com) : basta slogan. Deve essere un vero investimento di “inversione” di metodo, cambio di processi. 1 miliardo di euro su 200 destinati ai pannelli solari mi sembra una mancanza anche solo di onestà intellettuale.
Le ultime dichiarazioni “e facce in Tv” del ministro Cingolani mi sembrano molto eloquenti. Anche il governo Draghi, dei migliori o non, è succube dei partiti, è ostaggio, e più sono i partitucoli al governo, più aumentano le richieste.
Non mi resta che piangere… del duo Benigni Troisi, già diceva tutto nel 1984.
Confermo che un “impegno-investimento” di welfare a 360 gradi su Monti&AltiColli nazionali (quasi 2/3 del territorio seppur con soli 1/4 della popolazione, e questo è stato un grave errore del passato) di 10-12 miliardi di euro l’anno per 5 anni può essere un segnale molto forte per la scelta di vita sociale e civile del Paese. L’agricoltura di queste aree può essere il punto di partenza: coltivazioni e allevamenti più sensibili al non inquinamento o alla cura dell’ambiente (alberi e apicoltura per esempio).
In Italia in 12 mesi abbiamo assistito a 105 calamità naturali, di cui il 64% in aree interne già critiche, abbandonate, vulnerabili. L’Italia risulta essere il paese più green di tutta Europa, siamo i primi per le colture biologiche, i primi per i prodotti alimentari certificati bio, eppure abbiamo spade di Damocle come l’obbligo del deflusso ecologico dei fiumi, lo spreco di cibo (l’Onu ha quantificato in 1 miliardo di tonnellate annuo, potenzialmente utile per alimentare 700 milioni di persone), animali selvatici che entrano in città… come nessun controllo preventivo sulle lievitazione dei prezzi a monte e a valle per prodotti indispensabili.
Una inflazione monetaria al consumo ben superiore al 6% negli ultimi 4 mesi dell’anno 2021 è fortemente un danno per PNRR e la sopravvivenza dei più deboli: come al solito a prebenda, si aggiungerà altra prebenda elettorale! E’ vero che l’export italiano tira, ad eccezione dell’UK che presenta un calo del 5/8 % (fra food, wine, moda, manifattura) rispetto all’anno 2020 e ancor più sul 2019, e arriveremo a 50 miliardi di euro di Plv, grazie a Usa (+11%), Germania e Francia e supereremo i 6,6 miliardi di export vino, ma l’Europa naviga a vista su troppi settori e su scelte urgenti per l’intero continente, soprattutto verso i paesi del Mediterraneo.
Il 2022 che anno sarà? A parte la pandemia che per molti, ma purtroppo non per tutti, ha voluto dire e vorrà dire un cambio di modello e stile di vita, cosa dobbiamo “fare” singolarmente perché non solo abbia un decorso migliore, ma sia di svolta? Si può continuare a pensare che la nostra società interattiva e consumistica possa continuare all’infinito senza qualche regola, non sovranista, ma equa, giusta, legata ai cambi sociali?
E’ su questi temi che vorrei vedere gli “uomini e donne” di Mario Draghi fare di più: meno prebende ai sodali e più macro-interventi. Draghi sa cosa vuol dire, molto meglio di tutti noi; allora perché non lo lasciamo al suo posto ma senza “tirare” tutti i giorni la giacchetta? La sinistra italiana deve capire che si può anche essere all’opposizione facendo il bene del paese, la destra non può continuare sugli stessi stereotipi di qualche anno fa. La battaglia su temi disgreganti e dividenti non paga più. Idem: l’ideologia progressista e riformista senza fatti concreti dal basso non fa bene al paese, più che non essere attrattore di voti.
SERGIO MATTARELLA
Arriviamo al mio identikit del Presidente della Repubblica. Capisco che il mio pensiero non conta e non vale nulla, allora consentitemi di mettere come prima opzione il “bis” di Mattarella. Non sono mai stato all’inizio del mandato un fan di Mattarella, ma nel tempo devo dire che non è il meno peggio, ma ha saputo interpretare in modo molto lineare e concreto (eppure è un politico) un ruolo oggi molto più difficile che quello di suoi predecessori anche solo di 10-15 o 30 anni fa. 7 anni sono tanti.
Sono anche un convinto assertore che la nostra giustissima Costituzione (nel 1946 e fino alla fine del secolo scorso un baluardo di controllo della democrazia e della libertà) ha bisogno di restyling, soft, chirurgico, su pochi temi soprattutto che riguarda alcune governance istituzionali e rapporti sociali e civili.
Capisco anche che 14 anni di regno uninominale sono tanti, ma è una figura che ha una responsabilità istituzionale fuori dall’agone, anche caratteriale e partitico. Non mi interessa se ha un potere minore o maggiore del Premier: è un biglietto da visita “non economico” del nostro paese che serve tantissimo, oggi più di ieri. E insieme al Premier deve essere una garanzia. E’ una icona, e’ un modello, è un messaggio continuo al mondo. Quindi punto su Mattarella Bis.
Ma se non è proprio possibile, solo perché Mattarella non disponibile, allora ecco il mio identikit: Donna più che un uomo, fuori dall’attuale Parlamento, figura che ha vissuto e lavorato più all’estero che in Italia, conoscitore di sistemi mondiali, molto equilibrata e con sguardo lungo sulla società del domani e delle nuove generazioni, di prestigio internazionale, meglio se con competenze giuridiche e umanistiche. Ci sono, io ne ho trovate, almeno una nel campo della più alta ricerca scientifica mondiale, una docente di cultura dell’economia mondiale, una con credenziali già vicino al premio Nobel, una competente nella creazione e gestione di risorse energetiche alternative in larga scala, una ingegnere e costruttrice internazionale studiosa del giusto salario per tutti… sono le prime che mi vengono in mente… escludendo le citazioni di Forbes e le prezzemolate ai vari congressi mondiali di economia, politica e di socialmente corretto.
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