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Tecnologia Alimentare: Pulizia e igiene nei pubblici esercizi e nelle aziende alimentari

Tecnologia Alimentare: Pulizia e igiene nei pubblici esercizi e nelle aziende alimentari

By Redazione

Massimo Giubilesi, Tecnologo dell’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari, ci fa un quadro della situazione ad uso delle imprese  che operano nel settore della produzione, della confezione
e distribuzione degli alimenti.

Superfici alimentari a prova di igiene.
La sanificazione è un’operazione delicata finalizzata a ridurre a livelli accettabili il rischio di contaminazione secondaria sugli alimenti

Rischio di tossinfezioni, ambienti di lavoro poco puliti, scarsa formazione degli operatori, limitata manutenzione, possibili infestazioni da roditori e blatte. Sono queste le emergenze che
caratterizzano i pubblici esercizi alimentari italiani e stranieri che non rispettano le principali norme igieniche.

Sanificare è un’operazione delicata, che contribuisce a garantire la sicurezza alimentare, ed è finalizzata ad eliminare lo sporco generato durante il processo produttivo,
riducendo a livelli accettabili il rischio di contaminazione secondaria sugli alimenti. Richiede pertanto operatori motivati, formati e consapevoli di dover raggiungere obiettivi di igiene e
sicurezza, indispensabili per proteggere le imprese e tutelare la salute dei propri clienti.

Spesso, infatti, nel corso di audit igenico-sanitari si riscontra uno scarso livello di formazione da parte degli addetti alla sanificazione e, all’interno dei manuali di autocontrollo,
risultano insufficienti le attività di programmazione e documentazione, volte ad implementare e garantire la sanificazione degli ambienti.


Ma cosa si intende per sanificazione?

Si tratta di un processo combinato di detergenza e disinfezione, capace di rendere una superficie in condizioni ottimali di igiene, ossia, pulita e priva di microorganismi patogeni (profilo
biologico). L’area interessata deve risultare efficacemente pulita anche sotto il profilo fisico (assenza di sporco visibile dovuto a residui, polvere, unto, grasso sintetico) e chimico
(assenza di sporco visibile dovuto a prodotti chimici utilizzati).

Come si sa la natura dello sporco è molteplice: zuccherina, proteica, grassa, minerale e si può rimuovere mediante principi attivi (tensioattivi) che facilitano la penetrazione
dell’acqua negli interstizi difficilmente raggiungibili. I principi attivi si classificano in anionici (saponi schiumogeni), non ionici (con alto potere detergente), cationici (con alto potere
schiumogeno) e anfoteri, e si diversificano in base al loro impiego. I detergenti abrasivi (acidi) sono utilizzati per rimuovere le incrostazioni organiche, quelli neutri per lo sporco
agglomerato e il grasso leggero, gli alcalini per lo sporco organico, i detergenti caustici per lo sporco più ostinato. Non esiste un detergente universale per ogni operazione, quindi
è opportuno optare per un detergente miscelato correttamente a seconda della natura dello sporco, della temperatura di lavaggio, della tipologia di superficie e delle caratteristiche
dell’acqua.

Linee guida per una corretta sanificazione

Le operazioni di sanificazione devono avvenire esclusivamente in fasce orarie differenti da quelle che coinvolgono le fasi di lavorazione, somministrazione e vendita degli alimenti.

L’operatore è tenuto ad interrompere i flussi energetici dei macchinari presenti, indossare dispositivi di protezione (es. guanti, mascherina..), così come riportato sulle schede
tecniche e sulle etichette dei prodotti chimici.

Le fasi lavorative della sanificazione riguardano quindi:

  • asportazione dei residui visibili
  • detergenza
  • 1° risciacquo
  • disinfezione
  • 2° risciacquo
  • asciugatura

La sequenza corretta di ciascuna operazione, associata ad un’opportuna frequenza di intervento, permette di prevenire la deposizione di residui organici e la conseguente proliferazione
batterica.

Alla base di qualunque tipo di lavaggio interagiscono quattro parametri essenziali, rappresentati nel “Cerchio di Sinner”:

  1. temperatura
  2. azione meccanica
  3. tempo
  4. azione chimica

Ciascuna fase del processo di lavaggio è esposta a particolari rischi igienici che possono essere ridotti al minimo, utilizzando un’adeguata tipologia di trattamento e una corretta
frequenza.

Una superficie è sanificata quando è priva di tracce contaminanti, non risulta untuosa al tatto, è inodore, non annerisce un fazzoletto di carta bianco strisciato, l’acqua
versata cola uniformemente senza separarsi in goccioline, ha una presenza ridotta di microrganismi (controlli di igiene con tampone o piastra), ha una presenza “0” di residui di alimenti
(controlli di igiene con ricerca di proteine/sostanze riducenti o ricerca ATP).

La scelta del disinfettante

La disinfezione riguarda la disattivazione dei microorganismi patogeni mediante l’uso di tecniche fisiche e chimiche. Tra le tecniche fisiche rientrano l’azione battericida del calore, le
radiazioni ionizzanti per la sterilizzazione degli alimenti e le radiazioni ultraviolette per disinfestare ambienti e utensili; le tecniche chimiche, invece, tendono a disattivare i sistemi
fisiologici dei microrganismi.

Quali caratteristiche deve possedere un buon disinfettante?

Innanzitutto un disinfettante deve garantire un’attività ad ampio spettro e un’adeguata velocità d’azione, assicurando una protezione duratura della superficie sanificata. Non
deve presentare effetti collaterali per le superfici (corrosioni) e per l’operatore (irritazioni cutanee e respiratorie) ed è opportuno che sia facilmente risciacquabile.

Tutti i prodotti chimici sono ritenuti responsabili dell’inquinamento ambientale, essendo non completamente biodegradabili. Per sanare tale emergenza è stato approvato il D.lgs 152/06
che regolamenta la quantità di detersivi che si possono immettere nella rete fognaria. (< 4 mg/l di soluzione pronta all’uso).

Nel settore ristorazione i disinfettati utilizzati maggiormente sono caratterizzati da principi attivi, quali: cloro, sali di ammonio quaternario, anfoteri, amine e alcoli, alcuni dei quali,
combinati tra loro, sono particolarmente efficaci per abbattere lieviti e muffe.

Il lavaggio automatico

Rispetto al lavaggio manuale, quello automatico consente un notevole risparmio di tempo e una maggiore sanificazione delle stoviglie, garantendo la salubrità degli alimenti serviti. La
macchina lavastoviglie, infatti, consente di pulire e sanificare, lavando con acqua molto calda (tra 55 e 65°C mentre il risciacquo raggiunge temperature tra 80 e 90°C). Inoltre,
utilizza detergenti caustici, che non potrebbero essere usati manualmente e che sono indicati contro lo sporco e i microrganismi.

Permette di evitare l’asciugatura manuale delle stoviglie, una fase che, se viene eseguita con poca cura, rischia di compromettere tutto il processo di sanificazione. Tra le operazioni di
controllo è opportuno quindi ricordare di:

  • rimuovere eventuali residui di alimenti nella vasca
  • riporre le stoviglie e gli utensili nei cestelli in modo corretto
  • controllare il livello di detersivo e brillantante
  • verificare la pulizia dei bracci di lavaggio e del filtro
  • controllare il funzionamento dell’interruttore di risciacquo
  • risciacquare la lavastoviglie al termine del servizio
  • lasciare il portello aperto
  • eliminare le incrostazioni di calcare ed utilizzare detergenti alcalini

Purtroppo si è consapevoli che sebbene i diversi progressi nel settore, ad oggi ancora non esiste un prodotto che raggruppi tutte queste caratteristiche.

Si è quindi costretti ad accettare soluzioni scegliendo, a seconda dei casi, la migliore alternativa possibile tra un disinfettante efficace e rapido ad ampio spettro d’azione ma con
grossi limiti applicativi e assenza di residualità, e un disinfettante meno efficace e rapido, ma più semplice da applicare e in grado di sopperire parzialmente ad eventuali
errori applicativi grazie alla attività residuale.

Come garantire uno standard igienico adeguato

  1. Utilizzare prodotti chimici idonei con scheda tecnica e di sicurezza
  2. Rispettare tempi e modalità di utilizzo segnalate dal produttore
  3. Pulire e disinfettare le attrezzature al termine del servizio
  4. Utilizzare bidoni dei rifiuti con comando a pedale
  5. Eliminare rapidamente i rifiuti dalle aree di lavorazione
  6. Proteggere le finestre con reti antinsetto
  7. Mantenere puliti e ordinati spogliatoi e servizi igienici
  8. Eliminare materiali e attrezzature inutilizzati
  9. Effettuare trattamenti regolari di disinfestazione (almeno 4 volte/anno)
  10. Sigillare crepe e fori nei pavimenti, rivestimenti, controsoffitti

PARAMETRI CHIMICI: LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO

D.Lgs. 285/98 “Attuazione di direttive comunitarie in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi, a norma dell’articolo 38 della legge 24 aprile 1998, n.
128”

Decreto Min. Salute 7/09/02 “Recepimento della direttiva 2001/58/CE riguardante le modalità della informazione su sostanze e preparati pericolosi immessi in commercio”

D.Lgs. 65/03 “Attuazione delle direttive 1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura dei preparati pericolosi”

Decreto Min. Salute 5/05/08 “Modifiche al decreto 3 aprile 2007 di recepimento della direttiva 2006/8/CE, relativo alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura dei preparati
pericolosi”

Direttiva 2001/58/CE (modalità del sistema di informazione specifica concernente i preparati pericolosi ai sensi dell’articolo 14 della direttiva 1999/45/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio nonché quelle relative alle sostanze pericolose conformemente all’articolo 27 della direttiva 67/548/CEE del Consiglio)

Regolamento (CE) 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l´autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un´Agenzia Europea per le
sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 e il regolamento (CE) n. 1488/94, nonché la direttiva 76/769/CEE e le direttive
91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE

Direttiva 2008/58/CE recante trentesimo adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative
relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura delle sostanze pericolose”

D.Lgs. 145/08 “Attuazione della direttiva 2006/121/CE, che modifica la direttiva 67/548/CEE concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative in
materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose, per adattarle al regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione
e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) e istituisce un’Agenzia europea per le sostanze chimiche”

PS:

si ricorda che l’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari è presente con le sue sedi in tutte le regioni Italiane: http://www.tecnologialimentari.it

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