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SPECIALE GRANO ALTA MURGIA – 2^ PARTE

SPECIALE GRANO ALTA MURGIA –  2^ PARTE

By Giuseppe

SPECIALE GRANO ALTA MURGIA –

2^ PARTE –

La produzione dei territori appulo-lucani in soccorso dei molini a causa della guerra russo-ucraina

PREZZO DEL  GRANO A 58 EURO AL QUINTALE –

AUMENTATO DEL 100% RISPETTO AL 2021
2^ PARTE – SPECIALE GRANO ALTA MURGIA
-prezzo del grano a 58 euro al quintale
-Molino Mininni
-Pastificio Divella

 

 

Altamura, 8 giugno 2022

 

Giovanni Mercadante

             

2^ PARTE – SPECIALE GRANO ALTA MURGIA

(prezzo del grano a 58 euro al quintale -Molino Mininni -Pastificio Divella)

 PREZZO DEL  GRANO A 58 EURO AL QUINTALE – AUMENTATO DEL 100% RISPETTO AL 2021

        

 

TREBBIATRICE

Così, mentre la crisi energetica e il conflitto tra Russia e Ucraina dilagano, l’economia mondiale va in frantumi. 

A farne le spese non sono solo i due paesi in guerra, ma tutto il mondo. Un effetto domino che ha scatenato un terremoto di forte magnitudo, i cui sussulti stanno danneggiando i paesi più  fragili. 

La sopravvivenza alimentare è basata sull’importazione  del grano duro e tenero; entrambi i paesi in conflitto sono i maggiori esportatori. 

L’Ucraina è definito il granaio del mondo, le cui esportazioni sono calcolate nella misura del 30%. Gli effetti devastanti verranno a galla nei prossimi mesi quando le scorte delle nazioni più bisognose saranno  ridotte al minimo e l’approvvigionamento sarà difficoltoso. 

Altri esportatori (Canada, Francia, Australia) approfitteranno del momento per alzare i prezzi; il mercato vedrà crescere  la domanda a dismisura, da qui le grosse speculazioni.

L’Italia che si è sempre schierata a favore delle lobby, facendosi comandare dalla Comunità europea, sarà investita da questo ciclone. Insomma, detto in breve, non ha mai tutelato l’agricoltura nazionale generando una serie di storture e di contraddizioni a danno delle nostre imprese agricole.

 

Ne sanno qualcosa le aziende agricole dell’Alta Murgia.

Fortunatamente nel mare tempestoso alimentato dai venti della Comunità europea che ne ha fatto dell’Italia una vittima sacrificale, stanno sopravvivendo alcuni “valorosi” che si sono costituiti in Consorzio. Sono le forze più intelligenti e combattive  a  contrastare questo fenomeno.

In queste settimane, col senno di poi,  il Governo italiano a guida Mario Draghi vuole correre ai ripari con decreti urgenti per rimettere in moto l’agricoltura e rendere l’Italia meno dipendente dall’importazione di grano; sappiamo benissimo che l’import del grano dall’estero alimenta le industrie di trasformazione (molini, pastifici).

Detto questo, passiamo ad analizzare il nostro territorio, vocato alla coltivazione del grano duro,  anche se messo  a dura prova  da leggi comunitarie contradditorie.

Le interviste raccolte in questo particolare momento della situazione mondiale, ci fanno riflettere di come gli imprenditori murgiani stanno fronteggiando il particolare momento, nel mentre è in preparazione la campagna di raccolto giugno-luglio 2021.

 

Molino Mininni – Una delle aziende molitorie più storiche del territorio; fondata nel 1877 da Pietro Mininni, oggi alla  5^ generazione. Management riconosciuto per serietà. 

 

 

Molino Mininni

Lo stabilimento, di grandi dimensioni,  è situato nella zona industriale di via Gravina; dotato di  impianti molitori aggiornati , dispone di uno stoccaggio totale di circa 350 mila quintali; ai precedenti 8 silos, ne sono stati aggiunti recentemente  altri 5 grossi da 35 mila quintali cadauno; e 3 piccoli da 10 mila quintali cadauno. Capacità di trasformazione: 5 mila quintali al giorno di semola e semola rimacinata.

Esporta in Inghilterra, Germania, Israele con una quota di mercato molto elevata in Italia.

Da qualche anno la casa madre ha avviato una “spin-off”/azienda satellite con un impianto  ad alto contenuto tecnologico per la produzione di focacce in atmosfera controllata e  surgelata.

La produzione giornaliera  è di 10 quintali/ora; impianto tutto a norma, celle frigorifere a -22°. Molto curata la grafica della documentazione commerciale, brochure, cartoni e confezionamento.

Gli impianti: impastatrici, forno, carrelli, tunnel di lavaggio delle attrezzature, sono all’avanguardia. Gli ambienti di lavorazione sono al top della sicurezza e dell’igiene. Le certificazioni messe in bella vista sono rigorosamente rispettate;

Gli ambienti destinati ai dipendenti: spogliatoi/servizi igienici/docce sono di grande confort.

Il concetto di filiera corta – dichiara  il Management – è diventato motivo di tranquillità e di serietà con le aziende agricole del territorio; per questo motivo sono state concordate delle premialità nel caso di raggiungimento di   indici  proteici significativi, così come richiesto dai panificatori e dai pastai.

E’ risaputo che il grano duro canadese – continua il Management – è l’unico che offre queste caratteristiche e noi ne facciamo un largo utilizzo. Purtroppo l’indice proteico dei grani italiani è molto basso; pertanto per sopperire a queste carenze siamo costretti a miscelarlo con i grani esteri.

Il raccolto di quest’anno  sarà uguale a quello dell’anno scorso con un calo del 30-40% a causa della siccità. Un grave danno per le aziende agricole che sono in affanno già da diversi anni, con scarsa attenzione da parte della politica nazionale. Anche per il Canada c’è la stessa situazione siccitosa con un calo di produzione.

Sul fronte delle quotazioni, il grano duro da € 27/28,- per quintale dell’anno scorso è schizzato recentemente a € 57/58,- per quintale.

Sul piano remunerativo non cambia nulla, perché questa impennata andrà a coprire i maggiori costi che si sono verificati a seguito della crisi energetica, della guerra in corso Russia-Ucraina e tante altre situazioni a catena.

Siamo molto preoccupati per le aziende agricole e per tutto il comparto che rischia di esplodere da un momento all’altro, perché non ci sono in atto misure di contenimento e di protezione.

Le scorte sono ai minimi consentiti e dobbiamo procedere quanto prima all’approvvigionamento.

Il raddoppio del prezzo del grano e di conseguenza delle semole inciderà molto sui prodotti finali; Le GDO/Grandi distribuzioni  non accettano gli aumenti; finora ci hanno rimesso.

Purtroppo il grano tenero in Italia non viene coltivato in grande quantità. L’Ucraina ne è il maggiore esportatore mondiale.

Se allarghiamo lo spettro della nostra analisi, vediamo che il grano duro francese è di ottima qualità. Molte ex colonie francesi si approvvigionano dalla Francia , vedi l’Algeria; le organizzazioni consortili francesi sono ben preparate; al loro interno dispongono anche di banche di fiducia. Le cooperative di produzione hanno varietà di grani con indici proteici speciali.

Purtroppo dobbiamo constatare per esperienza che l’Italia è il paese che prende di tutto; un mondo “scadentissimo” che guarda solo al prezzo e non  alla qualità.

Commercianti disposti ad acquistare grani di 3-4^ scelta.

 

Pastificio Divella/Rutigliano (Bari)

 

                           

Presidente Cav. Vincenzo Divella col figlio Francesco

Nell’ambito dell’industria di trasformazione abbiamo raccolto la dichiarazione di uno dei pastai  leader in Italia, Cav. Vincenzo Divella, Presidente del suo omonimo Gruppo industriale.

Abbiamo due situazioni importanti – ha dichiarato subito il Cav. Vincenzo Divella:

1.grano tenero, da cui si produce la farina per il pane;

2.grano duro, da cui si produce semola per la pasta.

Il grano tenero, durante il raccolto di giugno 2021,  quotava € 19/20,- per quintale; oggi inizio giugno 2022 quota € 45/46,- per quintale.

Qualcuno si chiederà, come mai? La causa principale di questo sbalzo  del grano tenero è dovuto alla guerra russo-ucraina. Entrambi i paesi sono il terzo produttore di grano tenero a livello mondiale. Venendo a mancare  le loro forniture, le cui esportazioni raggiungevano  fino all’anno scorso il 28% del fabbisogno mondiale, i paesi importatori hanno dovuto rivolgersi alla Francia, da dove l’Italia già importava in massima parte. 

Anche altri paesi come l’Africa e la Turchia si sono rivolti al produttori francesi per l’approvvigionamento. La domanda ovviamente ha fatto raddoppiare il prezzo. Si è innescata una speculazione. Quando la domanda sale, il prezzo altrettanto va di pari passo.

A mio parere – aggiunge il Cav. V. Divella – se si dovesse aprire il corridoio di esportazione via Romania, come si sta annunciando da diversi giorni, i 20 milioni di tonnellate di grano tenero fermi nei depositi ucraini,  allenterebbe la morsa dell’approvvigionamento e anche il prezzo probabilmente potrebbe subire una leggera flessione. Cosa improbabile.

Per quanto attiene il grano duro, a giugno 2021 in Italia e quindi ad Altamura quotava € 27/28,- per quintale; oggi, inizio giugno 2022 quota € 57/58,- per quintale. Insomma, l’aumento è schizzato al 100%.

Qui sono intervenuti altri fattori negativi; il Canada, che è il maggiore esportatore di questo frumento, due anni fa aveva prodotto 70 milioni di quintali; l’anno scorso nel 2021, ne ha prodotto 26 milioni di quintali, ovvero 2/3 in meno a causa della siccità. 

L’aumento è stato inevitabile; la scarsa disponibilità del grano duro sul mercato mondiale ha portato di conseguenza all’aumento della domanda e a far salire il prezzo di acquisto, a cui si sono aggiunti altri fattori collaterali, come la crisi energetica e come detto innanzi il conflitto russo-ucraino. 

Desidero puntualizzare che l’Italia importa dall’estero (CEE-extra CEE) circa 30 milioni di quali di  grano duro, il cui indice proteico è il più alto al mondo e ben si presta alla produzione della pasta.

Se il Canada quest’anno farà un buon raccolto, il prezzo potrebbe scendere, ma ne dubito a causa della situazione mondiale che tende piuttosto alla speculazione.

 

Vedi anche:

Grano duro Appulo Lucano: la dura lotta per sopravvivere – La parola agli Agricoltori -Speciale Grano Alta Murgia (Parte Prima)
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Giovanni Mercadante

Giovanni Mercadante

Giornalista freelance, studioso di storia e araldica, interprete traduttore di tre lingue, esperto di ricerche di mercato e know-how tecnologico.

Corrispondente da Altamura per Newsfood.com
Altamura, capitale dell’Alta Murgia Barese

 

 

 

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