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Privacy, le “fidelity card” sanno troppo

By Redazione

Il Garante della Privacy, dopo accurati controlli in ottemperanza al piano di verifiche programmate per accertare la corretta applicazione della normativa privacy sulle «fidelity
card» adottato nel febbraio del 2005, ha vietato a quattro società l’uso di dati personali trattati in modo illecito.

I moduli da compilare per ottenere le carte-fedeltà sono spesso poco chiari e raccolgono troppe informazioni personali: oltre a nome, cognome luogo e data di nascita necessari per
attribuire sconti, premi o bonus connessi all’uso della carta, spesso richiedono anche titolo di studio, e-mail, professione e numero dei componenti del nucleo familiare. Secondo il Garante,
questi dati sono ritenuti non pertinenti e non necessari ai fini dell’utilizzo delle tessere. L’Authority ha così vietato l’uso dei dati personali eccedenti, che secondo le disposizioni
saranno cancellati o quantomeno resi anonimi.

Gli operatori coinvolti sono obbligati a riformulare l’informativa sia cartacea che on line, specificando quali siano i dati obbligatori e quelli facoltativi al momento dell’adesione alla
promozione.

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