Molto saporito, molto pericoloso per la salute: ecco l’ossicolesterolo, il colesterolo “pessimo”

21 Agosto 2009
Quando si parla di colesterolo, balzano alla mente due nomi: il colesterolo buono (HDL) e quello cattivo (LDL), insidioso per il cuore. Ma ne esiste anche una terza varietà, poco
conosciuta: è l’ ossicolesterolo, più pericoloso dell’ LDL in quanto ancora più portatore di malattie cardiovascolari e d”inquinatore del sangue”.
A lanciare l’allarme, il dottor Zhen-Yu Chen dell’Università di Hong Kong, con una ricerca presentata alla 238/ma edizione del Meeting and Exposition della American Chemical Society, in
corso a Washington. Per Chen, bisogna tenere la guardia alzata sull’ossicolesterolo essenzialmente per due motivi.
Il primo, la sua diffusione.
Chen fa notare come l’elemento (che si trova nei cibi molto lavorati o si forma quando cibi grassi vengono cotti, essendo una forma ossidata del normale colesterolo) sia comunemente usato dai
produttori di alimenti: “Molte aziende alimentari aggiungono intenzionalmente ossicolesterolo ai cibi sotto forma di grassi idrogenati, usati per migliorare il sapore e la capacità di
conservazione di un alimento”.
Il secondo, la sua potenziale superiorità rispetto ai mezzi di cura attuali. Gli scienziati, infatti, non sanno se statine i farmaci più comuni contro il colesterolo, siano in
grado di combattere il suo “fratello cattivo”.
I ricercatori cinesi sottolineano inoltre i risultati della loro sperimentazione pratica.
Essi hanno lavorato con alcuni criceti, dividendoli in due gruppi: il primo è stato nutrito con ossicolesterolo, il secondo con una dieta depurata. Nel sangue degli animali che hanno
ingerito ossicolesterolo il livello di colesterolo totale si è impennato del 22% in più rispetto agli altri criceti. Non solo, ma l’ossicolesterolo ha prodotto molte più
placche arterosclerotiche e ridotto l’elasticità dei vasi sanguigni.
Chen e compagni concludono perciò che l’ ossicolesterolo sia “Una sostanza estremamente nociva che indebolisce le capacità di difesa dell’organismo, promuove la degenerazione
cellulare ed aumenta la formazione di placche arterosclerotiche”.
Matteo Clerici