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L’uzbeka Bibisora Oripova premiata Donna dell’Anno

L’uzbeka Bibisora Oripova premiata Donna dell’Anno

By Redazione

E’ un medico psichiatra di Samarcanda la Donna dell’Anno 2010, Bibisora Oripova è la vincitrice della tredicesima edizione. Aiuta le donne a
superare situazioni familiari fatte di violenza e di abusi continui che portano poi al suicidio dandosi fuoco.

La cerimonia di consegna, presentata da Maria Concetta Mattei, si è svolta, venerdì 11 dicembre, presso Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent. Il Premio Internazionale Donna
dell’Anno 2010 è stato consegnato dal Presidente del Consiglio Regionale Valle d’Aosta, Alberto Cerise. La vincitrice uzbeka Bibisora Oripova ha avuto in premio 50.000 euro che, dovranno
essere destinati all’attività e all’azione che hanno determinato l’attribuzione del riconoscimento stesso.

Questa la motivazione della Giuria, presieduta dal prof. Umberto Veronesi: “Medico psichiatra, con il suo continuo e coraggioso impegno si adopera, da
anni, per salvare la vita di tante donne, vittime di violenze, portate ad atti estremi a causa di situazioni e realtà oppressive. Agisce con successo, in condizioni difficili, per
sviluppare al massimo il rispetto di donne e bambini. Il suo Centro, denominato significativamente “Speranza”, ha permesso a molte donne di guarire, reinserirsi nella società e sperare in
un futuro migliore”.

Premio Internazionale Donna dell’Anno non si ferma è sempre in evoluzione e mantiene i contatti con tutte le “Donne” premiate negli anni precedenti Presente alla cerimonia l’indonesiana
Siti Musdah Mulia, vincitrice dello scorso anno che, ha descritto tutto ciò che è riuscita a realizzare con il premio ricevuto: registrazione anagrafica dei bambini (il 70% sono
fantasmi senza nome), campagna contro la pena di morte coinvolgendo anche le parti religiose, difesa delle donne che hanno subito violenza di tutti i generi, insegnamento della religione e
l’insegnamento e chiarimento sul tema della sessualità.

Il Premio Soroptimist Club Valle d’Aosta è andato a Marina Trivelli, già medico volontario in India, Filippine e Camerun. Nel 2002, in
Angola, nell’ospedale di Chiulo, nel profondo sud del paese, al confine con la Namibia, è impegnata in un progetto che ha come obiettivo la prevenzione e la riduzione del contagio
dell’AIDS. Oggi è direttrice clinica dell’Ospedale di Chiulo e lotta ogni giorno con fiducia per dare, come dice lei, “un calcio alle prime due lettere della parola im-possibile”. Marina
Trivelli, non presente alla premiazione, andranno in consegna, il premio del valore di 2.500 euro.

Due menzioni speciali sono, poi, state consegnate alle altre due finaliste, l’italiana Adriana Gulotta, e la burundese Spès Nihangaza.

Adriana Gulotta ha ideato il programma “BRAVO!” (Birth Registration for All Versus Oblivion) che propone una strategia e una metodica per la registrazione anagrafica di tutti i bambini. Ha
promosso l’estensione del programma al Burkina Faso.

Spès Nihangaza è Presidente dell’Associazione “Amici dell’infanzia” del Burundi e consigliera mondiale del progetto “Amade”. Coordina il collettivo delle Associazioni per la
protezione dei diritti dei bambini orfani o senza identità.

Durante la serata, sono intervenute come ospiti musicali la cantante valdostana Naïf Hérin che ha presentato alcuni brani del suo quinto album dal titolo “E’ tempo di raccolto”, e
Paola Turci che ha presentato il brano “Volo così” e altri brani dell’album “Giorni di Rose”. Oltre alla musica Paola Turci si occupa dei bambini di Haiti, con la Fondazione Francesca
Rava

Adriana Cesarò
Newsfood.com

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