L'identità di Perugia, gli studenti, la sicurezza
13 Novembre 2007
12 Novembre 2007 – “Perugia è stata colpita da un lutto gravissimo: per la prima volta, un delitto nell’ ambiente degli studenti in una città che da sempre ospita e
convive, e bene, con migliaia di giovani che vengono da tutte le parti dell’ Italia e del mondo”.
Il sindaco Locchi, incontrando oggi i giornalisti a Palazzo dei Priori, ha sottolineato i tratti dell’ identità di Perugia (“una città colta e civile, nota nel mondo per le sue
manifestazioni, il patrimonio artistico e le sue università”) e, soprattutto a beneficio degli inviati degli organi di stampa nazionali, ha fornito alcuni dati. “La Perugia che conoscono
i perugini – ha detto – è una città di provincia per dimensioni ma non provinciale, con un crescente flusso turistico ( 6,5%), trentaquattresima per qualità della vita e
sesta per appeal (la consueta indagine annuale del Sole 24 ore), quinta per qualità ambientale (classifica di Legambiente), seconda per servizi offerti agli studenti universitari. Nel
centro storico sono in atto politiche del Comune per recuperare abitanti, e difatti i residenti del centro sono cresciuti dell’ 8,5 % , a fronte del 6% relativo a tutta la città”
Quanto alla presenza degli studenti, “da sempre – ha detto Locchi – essi vivono nel cuore della città, non in campus isolati che non appartengono alle nostre tradizioni, e sono un numero
rilevante: trentaquattromila iscritti all’ Ateneo perugino e ottomila all’ Università per stranieri, di cui seimila stranieri in rappresentanza in pratica di quasi ogni paese della
Terra”.
“La città ha certamente problemi legati alla sicurezza – ha aggiunto Locchi – gli stessi che attraversano le città italiane ed europee. Sono problemi che esistevano prima dell’
omicidio di Meredith ed esisteranno dopo, dunque ogni collegamento sarebbe arbitrario. Un aspetto però è fuori norma, ed è il problema della droga”. Locchi ha spiegato che
la droga a Perugia non è un segno di degrado sociale di cui sono vittime i perugini o gli ospiti della città. “Perugia è diventata una piazza dello smercio, in cui si
arriva da altre regioni del Centro Italia per rifornirsi: dei ventinove morti per overdose quest’anno solo sei erano perugini, seguiti dai servizi territoriali, gli altri erano venuti a Perugia
da altre città per procurarsi la droga. L’ impegno è totale per interrompere il flusso degli stupefacenti, ma le azioni di contrasto fino ad oggi non hanno conseguito i risultati
sperati”.
Il sindaco infine ha ricordato che il Comune ha chiesto di far parte del gruppo di città interessate ad un patto sulla sicurezza con lo Stato. “Continueremo a investire sui sistemi di
controllo del territorio – ha concluso – aggiungendo altre telecamere alle 25 già attive, e chiederemo di potenziare gli organici delle forze dell’ ordine, affinché soprattutto di
notte circoli un maggior numero di pattuglie”.