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Immigrazione: Italia in testa con la Spagna

By Redazione

Nel 2006, su circa mezzo miliardo di abitanti dei Paesi della Ue, gli immigrati con cittadinanza straniera sono stati circa 28 milioni, che diventano circa 50 milioni se si includono quanti nel
frattempo hanno acquisito la cittadinanza, considerando le previsioni che tengono conto delle esigenze demografiche e occupazionali, questa presenza è destinata ad aumentare.

Lo ha reso noto la Caritas Italiana che, nel XVII Rapporto sull’immigrazione, ha analizzato la presenza e la crescita dei cittadini extracomunitari presenti nell’area Ue ed in Italia.

In Europa l’incidenza degli immigrati è pari al 5,6% della popolazione totale, con variazioni che passano dallo 0,5% di Romania e Bulgaria al 4% – 8% dei Paesi dell’Unione a 15.
L’Italia ha conosciuto il boom delle domande di accesso nel 2006, quando sono salite a 170 mila le quote annuali di lavoratori provenienti dall’estero e le domande sono triplicate, evidenziando
le carenze dei meccanismi di incontro tra domanda e offerta.

Sul fronte delle tipologie di impiego e di immigrazione, il 49% degli stranieri sceglie l’assistenza famiglie e il 16% quello edile ed in generale esiste una predilezione per alcuni territori,
tra cui spiccano la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, il Lazio e, nel Sud, sulla Campania. Tra i Paesi di provenienza, invece, si collocano in pole position la Romania (con più di
130 mila domande), il Marocco (50.000 domande), l’Ucraina e la Moldavia (35.000 domande ciascuno), l’Albania (30.000), la Cina (27.000), il Bangladesh (20.000 domande), seguiti dall’ India
(13.000 domande) e, a pari merito, da Sri Lanka e Tunisia (10 mila domande).

Questi dati riguardano, com’è ovvio, la presenza regolare di stranieri sul territorio, ma l’Italia conosce anche una forte presenza di flussi irregolari (che supera le 100 mila
unità ogni anno), favoriti dalle scarse misure per contrastarli e da una collocazione geografica particolarmente esposta.
La via preferita per entrare clandestinamente in Italia è il mare, anche se nel 2006 gli stranieri irregolari che hanno scelto questa modalità sono stati il 13% del totale (e
quasi mille di meno rispetto al 2005). L’anno scorso, inoltre, su 124.383 persone in posizione irregolare individuate dalle forze dell’ordine, solo il 36,5% (45.449) è stato
effettivamente rimpatriato (nel 1999 lo fu il 64,1%).

Secondo i dati Caritas, inoltre, l’Italia si colloca, tra i più grandi paesi di immigrazione dell’Unione Europea (insieme alla Spagna e subito dopo la Germania) e in proporzione supera
(sempre insieme alla Spagna) gli Stati Uniti in materia di incremento annuale.
Infatti nel 2006, le persone coinvolte nelle quote annuali (più del doppio rispetto alle 250.000 dell’anno precedente), insieme alle altre venute in Italia, specialmente per
ricongiungimento familiare, hanno portato la popolazione immigrata ad aumentare di un sesto (più di mezzo milione di unità).

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