Cooperazione, la strada per aiutare i Rom a non emigrare
10 Ottobre 2007
Firenze – «Lavoriamo insieme per una cooperazione che produca sviluppo, questa è l’unica strada seria per evitare un’emigrazione scomposta dalla Romania all’Italia e per
tentare di scongiurare il ripetersi di tragedie come quella che ha visto la morte dei 4 bambini rom sotto un ponte a Livorno».
Con queste parole l’assessore regionale Massimo Toschi ha accolto stamani a Palazzo Bastogi una delegazione rumena in visita in Toscana per un progetto di cooperazione che vede coinvolti vari
enti locali della regione.
Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto delle varie iniziative di cooperazione che da tempo legano la Toscana alla Romania (nel campo della promozione economica, in quello
agricolo, nel turismo, ma anche nel sociale) ed è stata sottolineata la valenza positiva dell’interscambio che ha permesso reciproci vantaggi.
L’assessore Toschi ha sottolineato come il quadro di positiva collaborazione reciproca attivato da tempo offra un terreno favorevole per un ulteriore campo di attività comune che
riguardi progetti di cooperazione in grado di aiutare i Rom a restare nel loro Paese e a condurvi una vita dignitosa. “La morte dei 4 bambini, che provenivano dalla zona di Brazov, avvenuta
sotto un ponte a Livorno la scorsa estate – ha sottolineato – è stata un fatto gravissimo, che ha suscitato una forte emozione e che ha fatto prendere coscienza della questione. Presto
una delegazione della Regione Toscana si recherà in Romania per concordare con il Governo rumeno un progetto comune ad evitare un’emigrazione scomposta di Rom verso l’occidente e ad
impedire che questa gente si ritrovi poi a vivere in condizioni indicibili. L’incontro di stamani – ha concluso Toschi – che testimonia come la cooperazione fra la Toscana e la Romania sia una
realtà che produce da tempo ottimi risultati è un ulteriore contributo alla nuova progettualità comune che intendiamo mettere in campo, insieme al Governo rumeno, per
favorire sviluppo e benessere e salvaguardare le condizioni di vita delle persone».
Laura Pugliesi