Il petrolio fa salire del 9% i costi di produzione degli alimenti
16 Aprile 2008
L’aumento dei prezzi delle materie prime e del petrolio spingono verso l’alto i costi di produzione degli alimenti che fanno segnare un aumento medio del 9 per cento per le imprese in
agricoltura.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il maggior costo del gasolio e dei fattori della produzione come sementi e concimi, insieme agli oneri più elevati nella manodopera e
ai ritardi nelle infrastrutture sono causa di svantaggi competitivi strutturali che gravano sulle imprese agricole italiane rispetto a quelle europee.
Poiché circa l’86 per cento dei trasporti italiani che avviene su gomma, a subire gli effetti del record nei prezzi del gasolio – continua la Coldiretti – è l’intero sistema
agroalimentare dove i costi della logistica incidono dal 30 al 35 per cento per frutta e verdura e assorbono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari.
Tra i fattori della produzione che hanno subito maggiori rincari nelle campagne ci sono – sottolinea la Coldiretti – i fertilizzanti ( 30,1 per cento), i mangimi ( 22,4 per cento) ed i
carburanti ( 7,4 %), mentre tra le attività agricole quelle che hanno subito incrementi record nei costi sono l’allevamento e la coltivazione dei cereali come frumento, mais e riso.
La necessità di ridurre lo svantaggio competitivo rispetto a quelle dei partner europei è uno dei capitoli del piano che la Coldiretti ha proposto ai candidati premier per la
prossima legislatura con l’obiettivo di rafforzare le imprese agricole anche nella loro capacità produttiva e di ridurre i costi dei troppi passaggi dal campo alla tavola per garantire
un cibo al giusto prezzo per tutti.