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Dopo il grano anche il riso al massimo storico

By Redazione

Dopo il grano anche il prezzo del riso ha superato il massimo storico con un aumento del 40 per cento dall’inizio dell’anno al Chicago Board of Trade, che rappresenta il punto di riferimento
del commercio internazionale delle materie prime agricole.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il prezzo del riso per i future con consegna a maggio ha raggiunto i 19,67 dollari per hundredweight (pari a circa 50,8 chilogrammi). L’aumento
dei prezzi – sottolinea la Coldiretti – è dovuto alla forte riduzione delle scorte mondiali di riso che quest’anno secondo il Dipartimento statunitense dell’agricoltura non dovrebbero
superare i 72 milioni di tonnellate, il livello piu’ basso negli ultimi 25 anni.

L’andamento del costo del petrolio ed i suoi effetti sulle bollette energetiche insieme a quello delle materie prime agricole e le ricadute sulla spesa alimentare sono i fattori che
maggiormente sono destinati ad incidere sulle condizioni economiche dei cittadini a livello globale. Aumento della domanda dei paesi emergenti, effetti del clima e speculazioni internazionali
hanno spinto al massimo i valori di grano e riso che sono le due componenti fondamentali della dieta a livello internazionale.

Si tratta di una situazione che conferma le prospettive del World Economic Forum (WEF) di Davos secondo il quale la riduzione della disponibilità alimentare con l’aumento dei prezzi
è insieme alla crisi del petrolio, alla recessione Usa e alla globalizzazione dei rischi tra le minacce per l’economia mondiale da qui a dieci anni. Uno scenario che prefigura un
cambiamento delle gerarchie all’interno dell’economia e un ruolo nuovo e centrale da svolgere per l’agricoltura nei prossimi anni sia nella fornitura di beni alimentari che come
opportunità per lo sviluppo di alternative energetiche – afferma la Coldiretti – nel sottolineare che questo deve significare una nuova attenzione per sostenere la crescita del settore a
livello nazionale, comunitario ed internazionale.

All’interno dell’Unione Europea è l’Italia – precisa la Coldiretti – il principale paese produttore di riso la cui carenza a livello mondiale è stata fortemente condizionata
dall’andamenti climatici sfavorevoli nel sud est asiatico ma anche dalla accresciuta domanda dei paesi emergenti. La Cina ha annunciato un aumento del prezzo pagato agli agricoltori al fine di
garantirsi disponibilità di prodotto e raffreddare la crescita dell’inflazione interna in forte aumento proprio per effetto dei rincari nei prodotti alimentari. Le Filippine, il
principale Paese importatore di riso a livello globale, hanno annunciato un piano per mettere a coltura altri 600.000 ettari di riso mentre si temono rivolte per effetto dei rincari al consumo
di un prodotto determinante per l’alimentazione. E se il Vietnam ha deciso di ridurre di un milione di tonnellate le esportazioni per contenere i prezzi interni e garantire la
disponibilità alimentare la Cambogia – conclude la Coldiretti – ha addirittura vietato le esportazioni.

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