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Farmaci biologici contro la malattia di Crohn

Farmaci biologici contro la malattia di Crohn

By Redazione

Il morbo di Crohn (o malattia di Crohn) può essere fermato tramite una terapia precoce a base di farmaci biologi, in grado di provocare la remissione della malattia e guarire la mucosa
dell’intestino.

Questi i risultati della ricerca SONIC (Study of Biologic ad Immunomodulator Naive Patients in Crohn’s Disease), pubblicata dal “New England Journal of Medicine”.

Gli studiosi hanno preso in esame 500 malati (provenienti da USA, Europa ed Israele) trattandoli con Infliximab, un farmaco biologico. Si allora notato come la terapia avesse condotto, nel 70%
dei casi, a guarigione della mucosa e remissione della malattia.

Come fanno notare gli esperti, l’approccio odierno contro la malattia di Crohn prevede l’uso di farmaci steroidei. Ma tali sostanze, oltre ad avere un’efficacia relativa, possono provocare
effetti collaterali sgradevoli

Allora, nonostante le dovute cautele, molti medici guardano con estremo favore all’opzione biologica proposta da SONIC.

Ad esempio, favorevole al trattamento è il dottor Silvio Danese, Responsabile del Centro per la Ricerca e la Cura delle malattie infiammatorie croniche intestinali IRCCS Istituto
Humanitas di Rozzano (MI).

Spiega Danese: “La malattia di Crohn ha il suo maggior alleato nel tempo: ogni giorno trascorso senza combatterla efficacemente comporta una nuova lesione, una nuova complicazione, un nuovo
danno. Lo studio SONIC ha dimostrato che la malattia si può’ e si deve fermare, cambiando l’approccio terapeutico e intervenendo immediatamente dopo la diagnosi e subito dopo un
insuccesso con la terapia steroidea. I dati parlano chiaro: negli anni abbiamo imparato che lo steroide e’ un farmaco che va utilizzato solo all’inizio del trattamento e poi il meno possibile,
perché’ produce effetti collaterali. Inoltre, oggi sappiamo che la sola azatioprina, immunomodulatore utilizzato nella terapia della malattia, non e’ in grado di bloccare la progressione
della patologia. Questo studio ci fa compiere un passo in avanti e oggi possiamo affermare che l’uso sempre più’ precoce di Infliximab, da solo o in associazione, e’ nei pazienti
‘giusti’ (cioè’ quelli con una forma da moderata a grave), la strada da percorrere”. Inoltre, la terapia biologica è positiva anche per “Il Servizio Sanitario Nazionale: si riduce
il ricorso alla chirurgia, si riducono i relativi ricoveri ospedalieri, le visite, gli esami”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il dottor Alessandro Armuzzi, direttore dell’Unita’ Operativa Complessa di Medicina Interna e Gastroenterologia, Complesso Integrato Columbus dell’Universita’
Cattolica di Roma. Spiega Armuzzi: “Un grande progresso, perché’ in moltissimi casi si ottiene cosi’ la regressione della malattia e la guarigione della mucosa senza l’uso degli
steroidi, consentendo una migliore qualità’ di vita ai pazienti”.

Fonte: Jean Frédéric Colombel,William J. Sandborn, Paul Rutgeerts et al., “Infliximab, Azathioprine, or Combination Therapy for Crohn’s Disease”, New England Journal
of Medicine 2010

Matteo Clerici

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