Europa/Regioni: dall'Abruzzo una svolta nei rapporti con l'UE
21 Ottobre 2007
L’Aquila, 19 Ottobre 2007 – In questi due giorni si è scritta in Abruzzo una pagina importante nei rapporti Europa/Regioni, per la prima volta, le Autorità di gestione
Obiettivo 1 e 2 si sono confrontate tra loro in modo paritetico ed insieme hanno discusso con la Commissione europea ed il ministero per lo Sviluppo economico di programmazione e di prospettive
collegialmente.
All’Aquila, nella nuova sala assembleare del Consiglio regionale, duecento rappresentanti di tutte le Regioni italiane, hanno affrontato le tematiche legate ai fondi strutturali. Ma dalla
discussione, durata due giorni, è emerso come dato principale proprio questo: l’unitarietà delle Regioni di fronte all’Europa. «L’Abruzzo – hanno detto a conclusione dei
lavori Giovanna Andreola, responsabile delle Politiche comunitarie della Regione Abruzzo, e Filomena Ibello, direttore degli Affari della Presidenza della Regione – ha compiuto un grosso sforzo
organizzativo, riuscendo a far passare l’ipotesi secondo la quale solo attraverso l’interscambio di idee, progetti, prospettive, si possono creare delle utili sinergie. Non è produttivo
il dialogo tra la singola Regione e l’Europa, ma bisogna entrare in una dimensione più ampia.
E’ questa la politica sulla quale punta l’Abruzzo, in termini economici ma anche e soprattutto istituzionali. E le parole del presidente della Giunta, Ottaviano Del Turco, appena ieri, lo
dimostrano». Nell’incontro annuale «L’Italia e l’Europa» la discussione è stata scissa in due tranche. In quella di ieri è stato affrontato l’avanzamento dei
programmi 2000-2006 e le prospettive di raggiungimento delle soglie N 2 a fine 2007. Mentre il presidente del Turco ha condannato «contributi a sagre e mance» a scapito di grandi
investimenti per lo sviluppo, è stato il presidente della Dg regio (il «ministero» per le politiche regionali del governo europeo), Alejandro Checchi Lang, a quantificare
l’ammontare dei fondi strutturali ancora da spendere entro la fine dell’anno. Per le Regioni italiane restano circa 3 mila miliardi di euro da utilizzare. L’Abruzzo, dal proprio canto, è
tra le più virtuose. «La nostra – ha aggiunto Filomena Ibello – è una Regione a basso rischio per il disimpegno delle somme a disposizione. Nell’insieme dei fondi
strutturali abbiamo una disponibilità di 14 milioni di euro, 10 dei quali di quota Fers, che comunque investiremo entro il 2007. Si tratta di un cifra minima, appena il 6 per cento del
totale».
Oggi si è parlato di Comitati di sorveglianza, di piano di comunicazione, di criteri di selezione degli interventi, del piano di valutazione e degli obiettivi globali e di risultato dei
programmi operativi. Corale è stato l’appello al cammino condiviso perché solo dall’inquadramento delle singole strategie è possibile investire al meglio i fondi
strutturali ordinari e straordinari, comunitari, nazionali e regionali. Programmi unitari, dunque, ma anche piani di valutazione unitari. «Occorre pure molta disciplina – ha fatto notare
la Ibello – Ma questo è il segno di una scelta. L’Abruzzo ha avviato concretamente questo importante passaggio, dimostrando ai numerosi ospiti presenti all’Aquila non solo di essere
terra ospitale e di cultura, ma anche di potenzialità propositiva». Accentramento nelle scelte ma anche decentramento nella gestione. Giovanna Andreola ha messo altresì in
luce questo aspetto, solo apparentemente contraddittorio.
«E’ necessario – ha affermato – trovare le giuste responsabilità ed in questo senso occorre una grande collaborazione e un forte impegno da parte degli Enti intermedi». Per
quanto concerne gli obiettivi futuri, Checchi Lang si è soffermato sulla visibilità dei risultati, fondamentale per dare un senso ad ogni progetto, ed ha invitato
all’«onestà intellettuale» nella programmazione 2008-2013.