Cibi virtuali per combattere i disturbi alimentari

7 Luglio 2010
La realtà virtuale può essere usata contro le malattie alimentari, sia facilitarne il controllo che per iniziare un percorso di recupero.
E’ quanto sostiene una ricerca di varie enti, italiani e non, diretta dalla dottoressa Alessandra Gorini e pubblicata su “Annals of General Psychiatry”.
Il team di lavoro ha coinvolto 20 volontari, 10 colpiti da anoressia e 10 da bulimia.
Durante il primo test,10 pazienti anoressici e 10 bulimici, sono stati collocati nel tavolo di fronte a loro degli alimenti ipocalorici (6 tipi, per la precisione). Nel mentre, gli studiosi
misuravano il loro ritmo cardiaco, il livello di stress psicologico e la sudorazione.
In un secondo momento, i volontari hanno condotto un’esperienza virtuale (VR), anch’essa basata sulla presentazione di cibo, con cui essi potevano interagire. Le analisi hanno mostrato come le
pietanze virtuali provocavano le stesse reazioni psico-fisiche di quelle concrete.
Come spiega la dottoressa Gorini, “I nostri dati dimostrano che gli stimoli virtuali sono efficaci quanto quelli reali, e sono più indicati delle immagini statiche nella risposta
emotiva, nei pazienti affetti da disordini alimentari”.
Per gli scienziati, i piatti virtuali potrebbero essere così impiegati durante le terapie, per fungere da “ponte” e facilitare un corretto rapporto con il cibo.
Conclude così la capo-ricercatrice: “Dal momento che l’esposizione reale e virtuale suscitano un livello di stress, più alto di quello provocato da immagini statiche, si
può finalmente dire che la VR potrà essere usata per lo screening, al fine di valutare e trattare le reazioni emotive provocate da stimoli specifici in pazienti affetti da diversi
disturbi psicologici”.
Fonte: Gorini A, Griez E, Petrova A, Riva G, “Assessment of the emotional responses produced by exposure to real food, virtual food and photographs of food in patients affected by
eating disorders”, Annals of General Psychiatry 2010, 9:30, doi:10.1186/1744-859X-9-30
Matteo Clerici
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