Smartphone: le applicazioni favoriscono i disordini alimentari

31 Dicembre 2009
Da tempo, telefonini e smartphone sono dotati di numerose applicazioni. Tra queste, occupano un posto rilevante le applicazioni per l’alimentazione: esse offrono consigli salutistici, aiutano a
scegliere gli alimenti e le calorie, indicano i posti dove trovare una determinata pietanza.
Ma, se applicate a determinati soggetti deboli, tali applicazioni possono diventare il cavallo di Troia dei disordini alimentari.
L’ avviso arriva da una ricerca dell’americano Centre for Eating Disorders (Centro per i Disordini Alimentari) di Sheppard Pratt, diretta dal dottor Harry Brandt e pubblicata da “HealthDay
News”.
L’equipe del dottor Brandt ritiene che i più a rischio siano i giovani, studenti delle superiori e delle Università. Essi spesso presentano la combinazione di ossessività
(nell’uso dei gadget tecnologici) e perfezionismo (nel migliorare la propria forma fisica) che ne fa bersagli ideali per le malattie come anoressia o bulimia.
Spiega infatti il dottor Brandt: “Questa è stata una nostra preoccupazione. Molti studenti delle scuole superiori o universitari hanno l’iPhone o smartphone o BlackBerry e una ondata di
applicazioni che, per le persone con disturbi alimentari, possono essere molto dannose. È una combinazione di ossessività e perfezionismo”.
I ricercatore descrivono come probabile un modello di comportamento borderline. Il paziente, ad esempio, una giovane donna utilizza le applicazioni per conteggiare le calorie che assume. A
questo punto, entra in gioco il già citato tandem ossessività-perfezionismo e la donna si avvicina pericolosamente al confine con l’anoressia. E spesso lo supera.
Matteo Clerici