Aree esondabili e attività produttive, la provincia di Terni replica ad AN
25 Dicembre 2007
TERNI – In riferimento alle notizie apparse oggi riguardanti la messa in sicurezza delle aree esondabili, l’Amministrazione provinciale di Terni fa presente che, a fronte della normativa
regionale e del PAI (Piano di assetto idrogeologico) del bacino del Tevere, deliberato dalle competenti autorità, sotto l’egida dell’allora Ministro per l’Ambiente, Altero Matteoli, ha
individuato le aree idonee e non idonee alle attività che comportano operazioni inerenti ai rifiuti. L’atto dell’ente prevedeva la messa in sicurezza delle aree, tenendo conto delle
indicazioni e prescrizioni del PAI, o la delocalizzazione delle aziende in caso di mancato adempimento.
«Si tratta, ovviamente, di un atto dovuto – dichiara l’Assessore provinciale all’Ambiente, Fabio Paparelli – che interessa 22 aziende delle quali 17 trattano rifiuti con autorizzazioni
concesse in procedura semplificata e 5 in ordinaria». Paparelli ricorda che nel lasso di tempo previsto dalla delibera provinciale, sulla base di un accordo quadro tra Regione Umbria e
Governo, sono stati destinati a favore della Regione stessa circa 5 milioni di euro per la progettazione e l’esecuzione di interventi di messa in sicurezza del Nera. A fronte dei finanziamenti
ricevuti, la Regione ha affidato al Consorzio Tevere-Nera la progettazione e l’appalto dei lavori per stralci funzionali secondo le priorità individuate anche con le categorie
interessate, dato che per la realizzazione complessiva di tutte le opere occorrerebbero circa 25 milioni di euro.
«La Provincia – osserva l’Assessore – ha sollecitato i Governi che si sono succeduti e la Regione per l’erogazione dei finanziamenti necessari a completare il programma individuato. In
questo senso vi è stata una risposta della Regione che ha messo a disposizione alcuni fondi e si attendono le risorse necessarie per definire il percorso indispensabile. Le lettere
inviate dal servizio Ambiente – precisa Paparelli – alle 22 aziende interessate costituiscono un mero atto procedimentale derivante dalla scadenza del termine previsto nella deliberazione a suo
tempo adottata. Si fa presente a tale proposito – conclude – che è in corso di elaborazione una proposta di deliberazione per il Consiglio provinciale per consentire di affrontare in
termini corretti la questione, individuando un iter anche con gli altri enti competenti in materia che mantenendo le zonizzazioni per le aree non idonee, possa tener conto dei tempi necessari
alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza al fine di consentire in questo periodo il prosieguo delle attività, anche con interventi parziali che le aziende stesse
potranno realizzare sulla base delle prescrizioni e delle pronunce delle autorità competenti».