Alimentare: Coldiretti, in ripresa export (+2,5%) e consumi (+1,1%)

10 Maggio 2010
Nel 2010 si inverte la tendenza e ripartono i consumi familiari e le esportazioni di prodotti alimentari. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti svolta in occasione del Cibus di Parma
dalla quale emerge che le esportazioni sono aumentare del 2,5 per cento in valore a gennaio mentre i consumi familiari sono cresciuti nel primo semestre dell’anno dell’1,1 per cento sulla base
di elaborazioni su dati Ismea ed Istat che ha registrato peraltro un aumento record del 4,2 per cento nella produzione industriale dell’alimentare a marzo.
Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un forte segnale per la ripresa economica in un Paese dove quasi un euro su quattro si spende per la tavola con gli acquisti di alimentari e bevande
che ammontano complessivamente a 215 miliardi di euro all’anno (dei quali 144 a casa e 71 per mangiare fuori), con l’agroalimentare che svolge peraltro una funzione da traino per l’intero Made
in Italy all’estero.
Per effetto delle distorsioni presenti nel percorso dal campo alla tavola della ripresa non ha beneficiato ancora il settore agricolo dove .- denuncia la Coldiretti – nei campi le produzioni
agricole sono in piena deflazione con un crollo del 10 per cento su base annuale a marzo. I prezzi dei prodotti agricoli in campagna – sottolinea la Coldiretti – si sono ridotti drasticamente
per gli ortaggi e legumi (-38 per cento) , per la frutta fresca e secca (-21 per cento), per cereali (- 8 per cento) e i vini (-6 per cento) mentre tra i prodotti di allevamento si registrano
ribassi del 10 per cento per i volatili domestici e del 4 per cento per i bovini. Ad aumentare – continua la Coldiretti – sono del 10 per cento le uova, seguite dall’8 per cento dei suini, dal
5 per cento degli ovicaprini, dal 4 per cento dei lattiero caseari e del 10 per cento gli oli.
I consumatori italiani – sottolinea la Coldiretti – non hanno potuto avvantaggiarsi della forte riduzione dei prezzi agricoli, che rischia invece di provocare l’abbandono delle campagne,
a causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare. Pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della
forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale – sostiene la Coldiretti – i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. E’ questo il risultato
dello strapotere contrattuale dei nuovi forti dell’ agroalimentare che la Coldiretti intende contrastare con il progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come
obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market,
agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.