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A Venezia 300 operatori pubblici e privati per conoscere opportunità dei fondi strutturali europei

By Redazione

Venezia, 16 Ottobre 2007 – «E’ difficile catalizzare l’attenzione sui temi culturali in genere, quando si parla di sprechi della politica, invece fioccano subito le prime pagine
dei giornali; un vero spreco sarebbe invece non cogliere le opportunità che vengono offerte dai fondi strutturali europei, che per il settore della cultura rappresentano almeno 70
milioni di euro». Lo ha detto il presidente della Regione Giancarlo Galan intervenendo oggi a Venezia, in una Scuola Grande S. Giovanni Evangelista riempita da circa 300 operatori
culturali di enti pubblici e privati, in occasione di una giornata informativa dedicata alla presentazione delle diverse opportunità di utilizzo dei fondi strutturali nell’ambito della
Programmazione comunitaria 2007-2013 in ambito culturale. Il presidente della Regione, parlando dell’apporto della cultura allo sviluppo sociale ma anche economico, ha invitato a cogliere tutte
le opportunità disponibili. «Per questo occorre fantasia, fatica, costanza – ha aggiunto – ma occorre anche sapere costruire insieme i percorsi per sfruttarle appieno, con
creatività.

Qualche volta è uno spreco anche non inventarsi nulla, lasciando inutilizzate le risorse che ci sono». In precedenza, il segretario generale alla programmazione Adriano Rasi
Caldogno ha illustrato le prospettive aperte per il settore della cultura con il Programma Operativo Regionale del Veneto (POR) per l’Obiettivo 2 parte FESR (Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale), approvato dalla Commissione Europea il 7 settembre scorso. Dei 452 milioni di euro complessivamente previsti come cofinanziamento pubblico, circa 70 milioni potranno essere
utilizzati per interventi in campo culturale da parte di enti locali, istituzioni pubbliche e soggetti privati senza scopo di lucro. Si tratta ora di mettere a punto meccanismi di selezione per
individuare progetti di qualità. La dirigente regionale Clara Peranetti ha presentato poi ulteriori opportunità rappresentate dai Programmi Operativi previsti nell’obiettivo 3
(Cooperazione territoriale transfrontaliera, transnazionale e interregionale), a cui vanno aggiunti i fondi tematici per la cultura gestiti direttamente dalla Commissione Europea. Durante i
lavori il prof. Pieluigi Sacco ha illustrato una possibile mappatura del Veneto in distretti culturali evoluti, analisi commissionata dalla Regione all’Università IUAV di Venezia in cui
la cultura è vista come fattore di competitività.

Sulla base delle attività e dei contenitori culturali della regione, il prof, Sacco ha indicato dodici distretti emergenti: 1) Alto-Medio Bellunese e Asiago; 2) Sinistra Piave; 3) Destra
Piave; 4) Vicenza e Basso Vicentino; 5) Alto Vicentino; 6) Garda e Lessinia (Alto Veronese); 7) Verona Area Vasta (Medio Veronese); 8) Rovigo e Basso Veronese; 9) Colli Euganei; 10) Sistema
Centrale Padova-Venezia; 11) Basso Adriatico; 12) Veneto Orientale. Sono comunque delle aree territoriali, i cui confini possono cambiare nel tempo, che stanno già di fatto
«facendo rete» e che vanno supportate in questa dinamica per farne emergere anche le potenzialità ancora inespresse. Al loro interno, possibili linee di azione potrebbero
essere la riconversione di edifici di archeologia industriale in incubatori o poli di industria culturale e creativa; la creazione di centri per l’innovazione e la creatività dedicati
agli studenti universitari e delle scuole superiori; la realizzazione di archivi multimediali del patrimonio culturale locale e l’attivazione di laboratori con i centri stile delle aziende; il
lancio di festival capaci di attrarre sul territorio presenze internazionali significative con cui attivare sinergie; la progettazione di presentazioni multimediali del patrimonio storico e
culturale del territorio e dei suoi giacimenti eno-gastronomici e produttivi; la creazione di reti internazionali con centri di produzione e con territori all’avanguardia nei processi di
innovazione culturale. Nel pomeriggio, sono stati attivati momenti di confronto, coordinati dal segretario regionale alla cultura Angelo Tabaro, per acquisire direttamente dai soggetti
culturali pubblici e privati indicazioni sulle priorità ritenute più significative dal territorio.

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