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Zucchero: l’Ue punta alla ripresa, ma in Italia si rischia di chiudere

Zucchero: l’Ue punta alla ripresa, ma in Italia si rischia di chiudere

By Redazione

Zucchero sempre più amaro. Il settore bieticolo rischia di essere cancellato nel nostro Paese. Il governo continua a non mantenere gli impegni presi sia a livello comunitario che nazionale
con la filiera per interventi urgenti nel bieticolo-saccarifero. Una situazione drammatica che rischia di gettare sul lastrico aziende e produttori. Così la Cia-Confederazione italiana
agricoltori si è espressa dopo il deludente incontro al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Incontro nel quale sono state confermate le difficoltà a reperire
gli aiuti nazionali permessi dalla Commissione europea come aiuti di stato a seguito della riforma dell’Ocm zucchero.

Nonostante la continue dichiarazioni di sostegno al settore da parte del ministro Zaia e nonostante l’ottimo lavoro fatto dai tecnici del ministero, allo stato attuale – afferma la Cia – il
governo, non è in grado di mantenere impegni presi e questo mette in pericolo un intero settore che già ha subito in questi ultimi anni pesanti riflessi negativi. La bieticoltura
italiana rischia così il collasso.

Proprio mentre la Commissione europea prevede di consentire di esportare ulteriori 500.000 tonnellate di zucchero prima della fine di luglio, in Italia – avverte la Cia – senza i fondi dovuti si
perderà inevitabilmente quel che resta dell’intera filiera bieticolo saccarifera, ovvero 10.000 aziende agricole e 4 stabilimenti industriali, con oltre 2000 dipendenti. Il tutto a
vantaggio di produttori stranieri ancora increduli del possibile “regalo”.
Insomma, per le inadempienze del governo, a pochi giorni dalla campagna di semina, nonché della chiusura dei bilanci consultivi 2009 delle industrie, il settore vive una situazione di
estrema preoccupazione e di profonda incertezza

Da qui il pressante invito della Cia al governo affinché s’impegni a reperire al più presto gli 86 milioni di euro (anni 2009-2010) per mantenere in Italia quel che rimane della
filiera bieticolo-saccarifera e, nel contempo, ad avviare in tempo le procedure per l’autorizzazione comunitaria per ulteriori fondi nazionali per mantenere in vita gli zuccherifici in
produzione.

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