Troppo sale nei cibi confezionati

5 Febbraio 2010
Attenti al sale. La maggioranza (70%) dei cibi confezionati e take away contiene una sovrabbondanza di tale condizione: come conseguenza, cuore ed arterie sono a rischio.
Lo afferma una ricerca del George Institute di Sydney (Australia), diretta dalla dottoressa Jacqueline Webster e pubblicata sul “American Journal of Nutrition”.
Il team della Webster a preso in esame circa 7000 alimenti diversi, appartenenti a 10 gruppi di cibi, valutando la quantità di sale presente nella preparazione.
In base alle loro conclusioni, il pericolo maggiore viene da salse e cremine: in media contengono 1,3 grammi di sale in 100 grammi contro il mezzo grammo consigliato dai nutrizionisti.
Completano il podio carni lavorate e cereali.
Lapidario il giudizio della dottoressa Webster: “Nella maggior parte dei cibi confezionati il sale non serve per mantenere fresco il prodotto, ma semplicemente per renderlo più
appetibile al palato”. Tutto questo nonostante “Un regime alimentare a basso contenuto di sodio potrebbe migliorare la condizione di salute di tutti, non solo dei pazienti ipertesi e
cardiopatici”.
Allora, gli studioso offrono qualche consiglio per tutelarsi. Principalmente, non superare i 6 grammi di sale al giorno; quindi attenzione alle etichette dei prodotti confezionati me carne e
tonno in scatola, insaccati, piatti pronti surgelati o in busta. Inoltre, preferire le carni bianche alle carni rosse, il formaggio fresco allo stagionato e l’olio extravergine d’oliva al
burro.
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Matteo Clerici