Sognare migliora la mente

26 Aprile 2010
Dormire, ed avere un sonno ricco di sogni, fa bene alla memoria.
Questo è quanto emerge da una ricerca della Harvard Medical School (sezione Center for Sleep and Cognition) diretta dal professor Robert Stickgold e pubblicata su “Current Biology”.
Il team di Stickgold ha lavorato con 99 volontari, chiedendo loro di completare un videogioco. Nel programma, il protagonista doveva uscire da un labirinto, aiutandosi con una mappa
tridimensionale della struttura.
Dopo il primo round, ai soggetti è stata concessa una pausa, durante la quale alcuni hanno riposato ed altri no.
Osservando poi i risultati del secondo tentativo (avvenuto 5 ore dopo al primo), gli scienziati hanno notato come i risultati migliori (e di gran lunga) fossero stati ottenuti da coloro che
avevano dormito e sognato, seguiti da chi aveva dormito; ultima posizione per chi aveva deciso di rimanere sveglio.
Riguardo all’effetto benefico dei sogni, Stickgold ipotizza che “Il processo del sogno sia il riflesso di un attività sotterranea del cervello” che determina “Cosa significano le
esperienze imparate, non insegnando (però) a farle meglio”.
In ogni caso, il professore e colleghi ricordano come i sogni siano ancora materia in gran parte ignota: essi si limitano a ritenere che “Abbiano qualcosa a che fare con la memoria”. Infatti,
concludono gli esperti, allo stato attuale l’uomo ricordi solo il 10-15% dell’esperienza onirica: superare questa soglia renderebbe più efficiente il “magazzino” del cervello,
facilitando determinate funzioni (come lo studiare per un’interrogazione).
Fonte: Erin J. Wamsley, Matthew Tucker, Jessica D. Payne, Joseph A. Benavides, Robert Stickgold, “Dreaming of a Learning Task Is Associated with Enhanced Sleep-Dependent Memory
Consolidation” Current Biology 2010, doi:10.1016/j.cub.2010.03.027
Matteo Clerici
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