Scuola: i pregiudizi degli insegnanti sono una realtà scientifica

5 Ottobre 2009
Spesso quando un alunno va male e si giustifica ritenendosi un perseguitato dagli insegnanti, è solo uno studente poco diligente che non accetta le sue responsabilità.
A volte però può succedere il contrario: specie nella scuola materna od elementare, le simpatie a priori dei professori contano più dei comportamenti oggettivi del ragazzo
nel determinare il voto di condotta.
Questo è il messaggio di uno studio della Manchester Metropolitan University, pubblicata e finanziata da ” Economic & Social Research Council”.
I ricercatori britannici hanno lavorato con alcuni studenti di 4-5 anni, facendo particolare attenzione al loro comportamento ed ai criteri di valutazione del corpo docenti.
Si è così scoperto come sono cruciali le prime 4 settimane di scuola: in quel periodo, il professore si formerà un giudizio che difficilmente cambierà, anche di
fronte a prove evidenti. Inoltre, tale giudizio dogmatico si trasmetterà anche ai suoi colleghi.
Per gli scienziati, inoltre, fondamentale è anche il ruolo della famiglia.
Nel caso il piccolo alunno mostri di avere genitori assenti o disinteressati ai suoi risultati scolastici, si ritroverà sotto la lente d’ingrandimento. In questo modo, ogni suo gesto
verrà “drammatizzato” ed inserito in un quadro più ampio (e negativo).
Matteo Clerici