Scarpe sportive griffate? Non conviene
4 Novembre 2007
LONDRA (Gran Bretagna) – Fare jogging con scarpe da corsa costose e griffate? Secondo scienziati dell’Università di Dundee non solo non migliora la corsa, ma è anche un
inutile spreco di denaro, i ricercatori scozzesi hanno testato su 43 maschi adulti le calzature sportive di tre famosi marchi comprese in altrettante fasce di prezzo (bassa, media e alta),
arrivando alla conclusione che quelle che costano meno di tutte (intorno alle 40 sterline – circa 57 euro) offrono una protezione migliore dagli infortuni rispetto ai modelli più cari
(che arrivano anche a 75 sterline – 107 euro) e sono persino più comode. Dopo aver nascosto il logo per non condizionare l’esperimento, ogni scarpa è stata dotata di uno speciale
sottopiede elettronico che misurava la pressione all’altezza del tallone, a metà piede e sull’alluce durante la corsa su una pedana mobile, e i risultati della ricerca sono poi stati
pubblicati sul «British Journal of Sports Medicine» e ripresi po dal Daily Mail.
NIENTE «NOMI» PER ORA – «In base alle scarpe studiate – ha spiegato il professor Rami Abboud, a capo dell’equipe di Dundee – sembrerebbe che la prestazione, in termini
di protezione, non sia legata al costo. Infatti, la pressione plantare era complessivamente più bassa nei modelli a basso costo e in quelli medi e anche se si trattava di una piccola
differenza, questa potrebbe però diventare significativa nel tempo. Da qui, la considerazione che le sneakers meno costose non solo garantiscano la stessa protezione dagli impatti
rispetto a quelle più care, ma anche che in alcuni casi possano pure proteggere di più». Non solo. Valutando i modelli in base alla comodità, i volontari hanno
convenuto che quelli più a buon prezzo erano confortevoli esattamente come le versioni più care. Niente nomi, però. Almeno per ora. «Abbiamo utilizzato scarpe che si
possono trovare facilmente in qualunque negozio sportivo – ha spiegato il professor Abboud al giornale – ma non riveleremo i marchi oggetto dell’indagine fino a quando non verranno compiuti
ulteriori test». Lo scienziato ha, inoltre, rivelato di aver svolto esperimenti simili a questo su scarpe ancora più costose – dalle 150 sterline (215 euro) in su – e anche in
questo caso i risultati hanno confermato come questo genere di calzature non sia assolutamente la scelta migliore per il piede. «C’è l’erronea convinzione che se si paga di
più, si ottiene di più in termini di prestazioni e risultati, ma questa idea è davvero molto discutibile. Fra l’altro, le scarpe da ginnastica, tutte le scarpe da
ginnastica, sono fatte nelle stesse fabbriche in Cina e usando gli stessi materiali».
I RISCHI – Abboud ha poi puntato l’accento sulla pericolosità di determinate scelte, fatte perlopiù in base al nome della griffe e alla pubblicità: quando si corre,
la pressione che si esercita sul piede è pari a due volte e mezzo il nostro peso e un supporto inadeguato può provocare lesioni gravi come danni al ginocchio, fratture, tendiniti
o strappi muscolari. Comparandola con la corsa a piedi nudi, quella fatta con un paio di scarpe giuste (che, quindi, non significa più costose) riduce di circa un terzo l’impatto su
piedi e ginocchia, migliorando al tempo stesso la prestazione. “La pubblicità delle scarpe più care, in cui vengono esaltate caratteristiche di sicurezza e protezione considerate
all’avanguardia, sono, in realtà, ingannevoli – ha concluso Abboud – e questo ha portato a un aumento del 123% della frequenza di infortunio fra coloro che scelgono modelli dal prezzo
elevato rispetto, invece, a chi opta per marchi più a buon mercato».
Simona Marchetti
11 ottobre 2007