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Salmone OGM, gli USA si dividono

Salmone OGM, gli USA si dividono

By Redazione

Un Salmone OGM divide gli Stati Uniti, incerti se considerarlo un buon modo per risolvere il problema nella fame o un mostro pronto a balzare nel piatto.

Allora, il dibattito infuria, e la questione si guadagna le pagine di apertura del “New York Times”.

Come fanno notare i giornalisti USA, tutto è partito da un’iniziativa dell’AquaBounty Technologies. Da almeno 10 anni gli specialisti della compagnia sono al lavoro per creare un salmone
geneticamente modificato e, in base alle richieste fatte alla Food and Drug Administration, sembra che la loro creatura sia finalmente pronta.

In base a quanto trapelato finora, il pesce transgenico è una specie Atlantica dotata al suo interno un gene di salmone Chinook, e uno di Zoarces americanus, un lontano parente del
salmone.

Come spiegano gli esperti del NYT, ” La modifica del DNA fa sì che il pesce produca l’ormone della crescita anche d’inverno e quindi raggiunga il peso adatto per la vendita in 18 mesi
anziché tre anni”.

Specifica inoltre, Ronald Stotish, AD della AquaBounty Technologies: “Il nostro obiettivo non è ottenere salmoni giganti, ma salmoni di dimensioni normali in meno tempo possiamo fornire
un importante contributo per rispondere al fabbisogno di cibo del pianeta, usano meno risorse”.

E fin qui le opinioni favorevoli.

Ma il nuovo salmone ha provocato anche perplessità e critiche. Gruppi di ambientalisti sono già attivi e promettono un opposizione decisa. Tra le loro armi, uno studio pubblicato
da “Pnas” nel 2004, che sottolineava i rischi di un contatto pesci OGM-pesci normali. Secondo gli studiosi,in presenza di poco cibo le creature transgeniche sarebbero in grado di eliminare
totalmente le varianti naturali, sfruttano la maggiore adattabilità e ricorrendo al cannibalismo se necessario.

Anche alcuni dirigenti della stessa FDA sono più che dubbiosi e propongono un etichetta OGM. Tale etichetta sarebbe di per sé una sorta di punizione ad personam: la legge federale
degli States, infatti, non richiede nessuna forma di marchio differenziato per le colture transgeniche, ormai ben insediate nei market locali.

In ogni caso, per quanto dibattuto, il caso del salmone OGM è solo una pedina di un gioco ben più ampio. Le autorità ed semplici cittadini degli Stati Uniti sono messi di
fronte ad una varietà di cibi OGM: dall’enviropig (il maiale anti-inquinamento) al bovino resistente al morbo della mucca pazza.

Il rischio, conclude così Margaret Mellon, portavoce di Union of Concerned Scientists, è che la carica degli OGM non renda possibile “Valutare i rischi per salute ed ambiente”.

Fonte: Andrew Pollack,“Genetically Altered Salmon Get Closer to the Table”, New York Times 25/06/010

Matteo Clerici

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