Russia. E il verme nell’insalata del Cremlino finì su Twitter

15 Ottobre 2010
Una foto messa su Twitter movimenta la politica russa, a metà tra bravata sconveniente e vera e propria crisi di governo.
Tutto inizia venerdì scorso, durante la cena tenutasi al Cremlino in onore del presidente tedesco, Christian Wulff. Purtroppo, un verme dell’insalata sfugge al controllo dei cucinieri e
viene portato in tavola assieme al cibo. E qui succede il fattaccio: uno degli invitati, il governatore della provincia di Tver, Dmitry Zelenin, scatta subito una foto dell’ospite
sgradito.
Non soddisfatto, Zelenin inserisce la foto su Twitter, accompagnandola con frasi come “Un modo molto speciale per dimostrare che l’insalata era fresca” o “‘Può accadere ovunque, nelle
case di campagna, a casa e perfino al Cremlino”.
Foto e vicenda vengono ripresi dagli organi di stampa (a cominciare dall’agenzia tedesca Dpa) e gli attori coinvolti reagiscono, ognuno diversamente.
Zelenin cerca di chiudere la cosa con il minor danno possibile, La sua sua portavoce Zhanna Lyapunova non ha voluto commentare i motivi della rimozione del post da Twitter e ha aggiunto che
l’ufficio del governatore è concentrato sulla visita di Wulff nella regione.
Mosca, da parte sua, si divide tra negazionismo e rabbia.
Tra i meno diplomatici, Sergei Prikhodko, consigliere di fiducia di Dmitry Medvedev, che ha bollato l’azione di Zelenin come “Irresponsabile e folle”, chiedendo il licenziamento del
governatore. Il suo commento lascia pochi dubbi: “Per fortuna sono responsabile di questioni di politica estera, ma dovrei probabilmente suggerire ai miei colleghi giuristi di introdurre fra i
criteri per la valutazione dei governatori una riga sulla ‘fine del mandato per imbecillità”.
Di segno opposto la visione del capo-cuoco del Cremlino, Anatoly Galkin, che vede la storia del verme e dell’insalata come una montatura “Priva di senso”. Il cuciniere ricorda come tutte le
pietanze servite “Subiscono un attento esame” anche se è stato costretto ad ammettere essere in vacanza e di non aver potuto vigilare di persona su quel pasto.
Più pacato e possibilista, Vladislav Vasyukhin, critico del periodico Gastronom, per cui la faccenda può avere un fondo di verità. Spiega l’esperto: “C’è uno stretto
controllo sulle pietanze destinate a personaggi del livello di Putin e Medvedev, ma è difficile ispezionare ogni piatto in un ricevimento per centinaia di persone. Ai tempi di Stalin un
incidente del genere poteva costare una punizione per il cuoco, ma oggi fa ridere”.
Infine, la diplomazia tedesca ha scelto la strada dell’equilibrio e dalla cautela: le uniche dichiarazioni di Berlino si limitano a sottolineare la buona salute del presidente Wulff.
Matteo Clerici
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