Riorganizzare la previdenza agricola e rilanciare quella complementare
26 Ottobre 2007
Roma – Confagricoltura ha sempre denunciato l’ “arretratezza” del sistema previdenziale agricolo, richiedendo incisivi interventi di modernizzazione, essenzialmente volti a perseguire
tre obiettivi: efficienza, sostenibilità e trasparenza.
«Oggi, finalmente, la previdenza agricola “si muove”; grazie ai primi interventi del precedente governo, ed a quelli già adottati e in via di adozione da parte dell’attuale governo
ci si avvia sulla strada della modernizzazione».
Lo ha rimarcato il direttore generale di Confagricoltura Vito Bianco, intervenendo a Cremona al convegno su “La previdenza in agricoltura” promosso dall’Enpaia.
Superato l’immobilismo del passato si guarda al futuro. «Molto c’è da fare – ha detto Bianco – per superare i gap europei, innanzitutto sul fronte della sostenibilità del
sistema, ovvero della compatibilità del prelievo contributivo con le dimensioni economiche delle imprese agricole e con le inderogabili esigenze della competitività».
Taluni interventi non sono strutturali (fiscalizzazioni) e persiste comunque una situazione di forte svantaggio competitivo a carico delle imprese che per il lavoro dipendente sono assoggettate
alla contribuzione cosiddetta ‘ordinaria’: assolutamente ‘fuori mercato’ e complessivamente superiore agli altri settori produttivi (cosa che non accade in nessun Paese Ue). Restano inoltre da
risolvere le problematiche relative al lavoro stagionale, dove il gap con i concorrenti europei è particolarmente accentuato; anche a tale proposito Confagricoltura ha avanzato precise
proposte.
Ed il direttore generale di Confagricoltura ha ricordato la proposta dell’attuazione e dell’ampliamento della Legge Biagi con i “vaucher”, ossia dei “buoni-lavoro” onnicomprensivi (paga e tutti
i contributi) per semplificare l’impiego di studenti e pensionati in attività agricole come la vendemmia.
Sul fronte gestionale è urgente – ha rimarcato Vito Bianco – la riorganizzazione dell’area agricola dell’Inps nell’ottica di garantire il totale superamento delle inefficienze ed il
superamento di fenomeni come le “cartelle pazze”. A tale proposito è stato importante il successo dell’operazione di ristrutturazione dei debiti pregressi: «non solo per gli
interessati, ma anche per l’intero sistema, nell’ottica di un effettivo e definitivo ‘punto e a capo’».
In generale sul fronte previdenziale – ha sottolineato Bianco – Confagricoltura conferma la necessità di un sistema misto pubblico-privato, basato sullo sviluppo e sul rafforzamento del
cosiddetto ‘secondo pilastro’ previdenziale; ovvero quello della previdenza complementare, finalizzata a ‘compensare’ le inevitabili riduzioni delle future prestazioni pensionistiche,
integrandole con quelle che potranno essere assicurate dalla adesione ai Fondi Pensione. Tale strategia però si è rivela – nonostante le misure assunte in materia di TFR – di non
facile attuazione, come peraltro conferma l’esperienza che stiamo vivendo relativamente al neo costituito Fondo pensione agricolo.
Il direttore generale ha quindi esortato «ad una attenta e urgente riflessione delle Organizzazioni partner al fine di definire ogni possibile iniziativa atta a garantire il pieno decollo
ed il consolidamento di “Agrifondo”. Un obiettivo che Confagricoltura valuta di importanza primaria nel complesso delle problematiche riguardanti il sistema previdenziale».