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Produciamo cibo libero! Per un mondo più giusto

Produciamo cibo libero! Per un mondo più giusto

By Redazione

Sembra già lontano il 7 gennaio 2010, quando è esploso l’urlo di disperazione dei lavoratori extra comunitari a Rosarno, vessati e umiliati da condizioni di vita e di lavoro
disumane. Non è una storia passata, ma una situazione tuttora presente in tante altre campagne italiane, dove convivono povertà, desiderio di riscatto dalla schiavitù
attraverso il lavoro libero, insieme, purtroppo, a indifferenza, e avversione intollerante. In molti casi, le uniche forme di solidarietà presenti nei diversi territori sono quelle del
volontariato civile e religioso, che certo da sole non possono affrontare e risolvere problemi così gravi.

Nei tragici fatti di Rosarno, così come altrove, la violenza e l’ingiustizia non hanno colpito solo i lavoratori extra-comunitari. Hanno anche di colpo cancellato le tante esperienze di
accoglienza della gente del luogo, dell’associazionismo civile e sindacale, delle parrocchie. Hanno messo in ombra gli esempi di agricolturadella Piana di Gioia Tauro e di tante altre zone della
Calabria che della legalità, del rispetto della salute umana e dell’ambiente hanno fatto una ragione di vita e di sviluppo, a partire dall’agricoltura biologica praticata in cooperativa
sui terreni confiscati alla ‘Ndrangheta. Noi agricoltori e apicoltori, cooperative associazioni ed enti impegnati nell’agricoltura e nell’allevamento biologico, che sopratutto qui diventa
anche sociale, ci rivolgiamo a tutti coloro che credono che una agricoltura fondata su principi ecologici, sul rispetto, l’equità e la legalità sia non solo possibile, ma auspicata
e concretamente realizzabile.

Vogliamo che anche a Rosarno siano presenti espressioni e rappresentanze di quell’agricoltura italiana e calabrese, che considera indissolubile il legame fra il rispetto dell’ambiente, della
salute e della dignità della persona umana. Il razzismo e lo sfruttamento si prevengono e si combattono, oltre che con l’accoglienza e l’integrazione, anche e soprattutto con lo sviluppo
sostenibile e responsabile dei sistemi produttivi locali, prevedendo la partecipazione diretta degli immigrati al processo di crescita del territorio, in un’ottica di effettivo riscatto sociale
ed economico, promuovendo la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie come “beni comuni” e come volano di un’economia legale e solidale.

Aderiamo alla manifestazione del Primo Maggio 2010 a Rosarno organizzata dai Sindacati, come segno non solo di solidarietà ai tanti lavoratori extra-comunitari che hanno subito e tuttora
subiscono ingiuste condizioni di vita e di lavoro, ma per affermare che anche qui si produce un cibo libero buono, straordinario e rispettoso di tutti. Per questo facciamo appello a tutte le
organizzazioni che si sentono parte integrante del movimento dell’agricoltura ed allevamento biologico del nostro paese, alle singole imprese, ai loro lavoratori, ai tanti tecnici ed ai
consumatori impegnati a partecipare attivamente ed unitariamente al Primo Maggio di Rosarno, rendendo attiva testimonianza delle loro esperienze di vita e di lavoro.

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