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Agricoltura: La ricerca, la spinta fondamentale per l’aumento dei raccolti

Agricoltura: La ricerca, la spinta fondamentale per l’aumento dei raccolti

By Redazione

Il rapporto tra offerta e domanda nelle materie prime alimentari potrebbe scendere anche “al di sotto dei livelli visti durante gran parte del periodo post bellico”. Lo sottolinea il Fondo
Monetario internazionale che, nel world Economic Outlook (Weo) che sarà pubblicato il 21 aprile, mette in evidenza l’esigenza di puntare su una aumento dei raccolti, aumentando gli
investimenti in ricerca, piuttosto che seguire la strada ormai meno praticabile di una estensione delle aree coltivabili.   

Alimentari – Nonostante un recupero più lento dal fondo della crisi, ed un calo da inizio 2009 (tranne il caso di zucchero e cacao), anche per le materie prime alimentari i prezzi
sembrano destinati nei prossimi anni a restare sotto una continua spinta verso l’alto, come tutto il mercato delle commodity. La domanda è sempre più spinta da un aumento dei
consumi di cibo nelle economie emergenti ma anche da nuovi mercati, come le coltivazioni destinate ai biocombustibili. Mentre, nota il Fondo, sui raccolti pesano i cambiamenti climatici, la
qualità del terreno, i costi per la produzione (come per i fertilizzanti), la spesa in ricerca e sviluppo.   

Petrolio – Il prezzo del greggio, indica il rapporto del Fmi, subirà una pressione al rialzo “moderata” ancora per un certo tempo. “La previsione a breve termine per i prezzi del
petrolio dipende fondamentalmente dall’interazione tra la pressione al rialzo per l’aumento della domanda con l’accelerazione della crescita globale nel 2010 e la risposta delle scorte”, scrive
il Fmi, aggiungendo che “con la capacità di scorta dell’Opec e le scorte rilevate dall’Ocse ancora oltre le recenti medie storiche, la pressione al rialzo dei prezzi dovrebbe restare
moderata per un po’ di tempo, impedendo ogni significativo cambiamento alla previsione di medio-termine”.   

Metalli – I prezzi dei metalli dovrebbero subire solo un rialzo graduale, in linea con le aspettative generali sulle materie prime. Ma la dinamica è fortemente influenzata dalla
Cina: “Un fattore chiave alla base dell’andamento dei prezzi dei metalli è la crescita della domanda cinese, il maggiore consumatore di metallo”, ricorda il Fondo, indicando che nel
periodo “2003-2008 il consumo cinese di metallo è cresciuto ad una media del 16%, pesando per oltre l’80% sulla domanda globale”. Nel 2009, “sebbene il consumo di metallo sia diminuito
nella maggior parte dei Paesi, la domanda cinese è cresciuta del 24%, grazie all’effetto del pacchetto di stimolo e agli investimenti pubblici della Cina”. Ed in previsione di una robusta
crescita a ritmo costante, compresa quella nel settore delle costruzioni “un deciso rallentamento nell’aumento della domanda globale di metalli non sembra un rischio imminente”.

Ansa.it per NEWSFOOD.com

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