Prezzi, SWG: «con rincari 3 italiani su 4 hanno cambiato menù»
20 Ottobre 2007
Cernobbio, 19 Ottobre 2007 – A seguito dei rincari dei prezzi tre italiani su quattro hanno cambiato le abitudini alimentari principalmente variando il menù della spesa (il 40 per
cento in modo drastico), aumentando l’attenzione riposta nella lettura dell’etichetta e prestando più attenzione alla provenienza dei cibi a favore di quelli locali. E’ quanto emerge
dall’Indagine 2007 COLDIRETTI-SWG «le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione», presentata al Forum di Cernobbio organizzato dalla Coldiretti e Studio Ambrosetti che
evidenzia come la responsabilità degli aumenti viene attribuita in Italia soprattutto ai troppi passaggi intermedi che i prodotti fanno per arrivare dal produttore al consumatore (66 per
cento) a differenza di quanto accade negli altri paesi europei (42 per cento).
Ma sotto accusa sono anche i rincari eccessivi applicati dai commercianti e dalle catene di distribuzione (37 per cento) mentre sono del tutto scagionati gli agricoltori. Gli italiani temono
per il mancato governo della situazione e addirittura il 37 per cento arriva a chiedere – sottolinea la Coldiretti – un intervento pubblico per calmierare i prezzi degli alimenti. Il 29 per
cento – continua la Col diretti – ritiene che occorra favorire direttamente gli acquisti dagli agricoltori e solo il 6 per cento considera come soluzione la concentrazione della distribuzione
commerciale con la riduzione dei piccoli negozi a favore degli ipermercati. I cambiamenti nel comportamento di acquisto sono giustificati dal fatto – rileva la Coldiretti – che la spesa
alimentare e la seconda voce dopo l’abitazione ed assorbe il 19 per cento della spesa mensile totale delle famiglie per un valore che è salito a 467 euro al mese destinati nell’ordine
principalmente all’acquisto di carne per 106 euro, di frutta e ortaggi per 84 euro, di pane e pasta per 79 euro e di latte, uova e formaggi per 64 euro.
Se complessivamente la spesa alimentare è rimasta invariata le quantità portate a casa si sono ridotte dell’1,5 per cento e tra gli spostamenti più significativi si registra un
calo nei consumi di pane (- 7,4 per cento), pasta di semola (-7,4 per cento), latte fresco (- 2,6 per cento), vino (- 7,9 per cento), carne bovina (- 4,1 per cento) mentre aumentano la carne di
pollo ( 7,5 per cento) e le uova ( 6,4 per cento), secondo le elaborazioni su dati Ismea Ac Nielsen nei primi otto mesi del 2007. Secondo un studio della Coldiretti dei circa 467 Euro al mese
che ogni famiglia destina per gli acquisti di alimenti e bevande, oltre la metà, per un valore di ben 238 Euro (51 per cento), va al commercio e ai servizi, 140 (30 per cento)
all’industria alimentare e solo 89 (19 per cento) alle imprese agricole. Questo significa chiaramente che i prezzi aumentano in media di cinque volte dal campo alla tavola con una tendenza che
– afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini – tende ad accentuarsi nel tempo ed è quindi necessario lavorare per rendere più chiaro e diretto il percorso del prodotto con
l’etichetta di provenienza, ma anche intervenire sulle filiere inefficienti che perdono valore senza ritardare le necessarie ristrutturazioni.
Per ridurre i troppi passaggi dal campo alla tavola la Coldiretti è impegnata nel favorire la presenza di prodotti locali negli scaffali dei negozi ma anche nel promuovere la vendita
diretta da parte degli imprenditori agricoli in azienda o nei mercati nelle città con i cosiddetti farmers market. Secondo una recente indagine dell’Osservatorio sulla vendita diretta
Coldiretti – Agri2000, ben sette italiani su dieci hanno fatto acquisti direttamente nelle quasi 50mila aziende agricole che offrono questa opportunità giudicando la spesa conveniente con
un risparmio atteso compreso dal 20 al 30 per cento, anche se la qualità e la garanzia di genuinità e freschezza è la principale motivazione dell’acquisto, mentre la
difficoltà di raggiungere le aziende agricole è considerato il principale ostacolo all’acquisto.
STRUTTURA DEI CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE EURO/MESE
Prodotti
Carne
106 euro
Pane e trasformati di cereali
79 euro
Latte, formaggi e uova
64 euro
Ortaggi, frutta e patate
84 euro
Pesce
42 euro
Zucchero, dolciari e caffè
32 euro
Bevande
42 euro
Oli e grassi
18 euro
In totale
467 euro
Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Istat