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Politiche sociali Venete

By Redazione

Padova, 9 ottobre 2007 – Lo stato maggiore dei servizi sociosanitari del Veneto – a partire dall’Assessore regionale Stefano Valdegamberi, dal Segretario regionale alle politiche
sanitarie e dei servizi sociali Giancarlo Ruscitti, dal dirigente regionale delle politiche sociali Claudio Beltrame, affiancati da Roberto Vendrasco dell’ANCI veneto – ha accolto stamani a
Padova, a Villa Ottoboni, gli Assessori alle politiche sociali di nuova nomina dei Comuni veneti (cioè eletti dopo le ultime elezioni amministrative) in occasione della prima (delle
quattro previste) giornata di formazione e aggiornamento sui temi della programmazione regionale in merito agli anziani non autosufficienti, ai minori, ai disabili, alla famiglia, alle
dipendenze. Gli assessori comunali interessati sono circa un’ottantina.

I punti specifici dell’aggiornamento odierno hanno riguardato: panoramica sull’organizzazione dei servizi sociali e sociosanitari del Veneto; il modello veneto di welfare e l’integrazione
sociosanitaria (che costituisce la caratteristica principale del modello veneto nelle politiche sociali); i piani di zona dei servizi alla persona. «E’ la prima volta che, nel Veneto, si
tiene quest’iniziativa – ha detto Valdegamberi – che io ritengo strategica per avviare nuove forme di incontro e confronto tra Regione ed Enti locali e fornire un vademecum valido e pratico per
gli assessori comunali che faccia loro da bussola nell’opera quotidiana di amministrazione dei servizi sociali. Il mondo delle politiche sociali è molto complesso, i provvedimenti
legislativi e amministrativi presi dalla Regione sono molto articolati.

«E’ quindi fondamentale che si riesca a comunicare nel modo più completo possibile tra l’ente di programmazione regionale e gli amministratori locali che devono tradurre in
pratica, sul territorio, le decisioni e che sono i primi e principali punti di immediato riferimento dei cittadini. Per funzionare bene l’azione della Regione deve essere condivisa e capita a
tutti i livelli. Questo – ha spiegato l’assessore regionale – è il motivo delle quattro giornate di formazione destinate a voi amministratori comunali: poter lavorare meglio tutti al
servizio della gente che amministriamo; migliorare i rapporti di comunicazione tra enti locali e Regione, in particolare aumentare nei responsabili comunali delle politiche sociali la
comprensione della lettera ma anche dello spirito dei provvedimenti regionali». Valdegamberi ha sostenuto inoltre che, negli ultimi anni, «è andato un po» perso quello
spirito di partecipazione dal basso che aveva contraddistinto, ad esempio la riforma sanitaria nazionale».

Richiamando la sua precedente esperienza di sindaco di un piccolo comune – «i sindaci sono riferimento imprescindibile per tutti i problemi che toccano direttamente i cittadini e spesso
sono problemi che investono il settore sociale» – Valdegamberi ha affermato la necessità «di recuperare un rapporto di forte coinvolgimento tra Regione e Comuni, rafforzando
il ruolo e la partecipazione di quest’ultimi. E’ una delle linee portanti delle politiche sociali in Regione, ed è diventata contenuto concreto nel caso, ad esempio, dei piani di zona.
Sono lo strumento principale della programmazione regionale nel settore sociosanitario, sorta di piani regolatori del sociale e della sanità, che vengono fatti con una partecipazione
evidente dei Comuni e del terzo settore. Ritengo che in questi contesti – ha rilevato – vada rafforzato il ruolo delle Conferenze dei Sindaci».

Da parte sua il Presidente della Consulta regionale dell’ANCI sulle politiche sociali e sanitarie Roberto Vendrasco ha evidenziato come tutti gli amministratori locali sentano il bisogno di
conoscere in modo approfondito i percorsi regionali nel settore sociale e sanitario «dove i comuni – ha detto – sono i riferimenti diretti dei cittadini, e rivestono ruoli di grande
responsabilità e delicatezza, all’interno di comparti che diventano sempre più complessi e difficili da gestire». Il segretario regionale alla sanità e ai servizi
sociali Giancarlo Ruscitti ha detto che «per rendere il sistema dei servizi del Veneto più aderente alla nuova realtà sociale e sanitaria della popolazione – anziani non
autosufficienti che aumentano, ripresa recente della natalità – le risorse esistenti vanno spostate sul territorio. Questa è la mossa vincente ma per fare questo bisogna che la
Regione e i Comuni lavorino assieme, con soluzioni mirate ai contesti, perché nel Veneto esistono realtà tra loro differenziate. Bisogna puntare alla globalità della
risposta da parte dei servizi, alla presa in carico della persona, visto che non si sa sempre la demarcazione tra problema di tipo sociale e di tipo sanitario». I prossimi appuntamenti di
formazione e aggiornamento per gli assessori alle politiche sociali dei Comuni veneti si terranno il 16 ottobre, il 30 ottobre, il 6 novembre, sempre a Villa Ottoboni a Padova.

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