Più frutti di bosco, meno Parkinson

Mettere nel piatto frutti di bosco riduce il rischio di Parkinson, e la difesa vale sia per donne che per gli uomini. A riguardo, il “sesso forte” ha un vantaggio in più, potendo
sfruttare anche altri alimenti ricchi di flavonoidi, come mele od agrumi.

Le informazioni arrivano da una ricerca della Harvard School of Public Health (di Boston, USA), diretta dal dottor Xiang Gao e prossimamente presentata alla 63° riunione annuale
dell’American Academy of Neurology, che si terrà ad Honolulu, nelle Hawaii, dal 9 al 16 aprile.

Gao e collaboratori hanno preso in esame 49.281 uomini e 80.336 donne, tenuti sotto controllo per un periodo dai 20 ai 22 anni. I volontari sono stati sottoposti a questionari che indagavano la
quantità di flavonoidi assunti con l’alimentazione, poi gli esperti hanno messo in relazione la quantità di flavonoidi con il rischio di sviluppare il Parkinson.

Alla fine dell’osservazione, 805 volontari hanno manifestato la malattia. Tra i maschi non malati, gli scienziati hanno rilevato come chi assumeva alti livelli di flavonoidi (20% del totale)
aveva un rischio di Parkinson inferiore del 40% rispetto i consumatori di quantità limitate (20%).

Nelle donne, a prima vista, il legame più flavonoidi-minor rischio di Parkinson era assente. Tuttavia, tramite analisi più approfondita, è emerso come assumere antocianine
(una sottoclasse di flavonoidi) avesse effetto positivo per le signore quanto per i maschi.

Soddisfatto il dottor Gao: “Questo è il primo studio che analizza negli esseri umani l’associazione tra consumo di flavonoidi e rischio Parkinson. La ricerca suggerisce un effetto
neuroprotettivo delle antocianine. E se il risultato sarà confermato, i flavonoidi potranno essere considerati un modo sano e naturale per evitare il Parkinson”.

FONTE: “Eating berries may lower risk of Parkinson’s”, American Academy of Neurology, 14/02/011

Matteo Clerici

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