Piacenza, cuore della via Francigena: 3 incontri pubblici a Santa Maria di Campagna

16 Febbraio 2023
Via Francigena Tratta Piacenza – 23 febbraio, 16 marzo, 6 aprile 2023
Tre incontri con Giampietro Comolli, presidente del comitato culturale scientifico Tratta Piacenza nato per sostenere la candidatura Unesco
Piacenza, cuore della via Francigena.
Oltre 400 km di vie Romee costruite in 2500 anni di storia dentro gli ampi confini della Diocesi Piacenza Bobbio. Dal fiume Po ai passi verso Genova e La Spezia
3 incontri pubblici ( 23 febbraio, 16 marzo, 6 aprile) nella biblioteca del Convento di Santa Maria di Campagna dove fu indetta la prima Crociata nell’anno 1095.
Relatore Giampietro Comolli, presidente del comitato culturale scientifico Tratta Piacenza nato per sostenere la candidatura Unesco
Piacenza, 16 febbraio 2023
La Banca di Piacenza ha organizzato un anno di eventi (dall’aprile 2022 all’aprile 2023) per ricordare l’anniversario dei 500 anni dalla posa della prima pietra della basilica di santa Maria di Campagna (o della Campagnola) avvenuta proprio nell’aprile del 1522. Dodici mesi di celebrazioni religiose e civili realizzate insieme alla comunità francescana locale per un luogo e una chiesa dai grandi significati storici-cultuali della città oltre che essere un capolavoro dell’architetto piacentino Alessio Tramello.
Celebrazione voluta soprattutto dal presidente della Banca di Piacenza avv Corrado Sforza Fogliani deceduto da poco. In chiusura d’anno di celebrazioni, la organizzazione chiude con “3 giovedì in Basilica” dedicati alla via Francigena e vie Romee, cioè quei percorsi-strade antiche che percorrevano i pellegrini cristiani ma anche viandanti, commercianti, uomini d’affari, popolazioni e soldati. Un po’ laiche e un po’ religiose, nelle quali si sono snodate per secoli gran parte delle attività, scambi, incontri, battaglie.
Piacenza, in questo è da sempre citata come crocevia, quindi centrale a molte vie storiche.

Relatore unico delle 3 serate conclusive un piacentino doc, che ha lavorato per 40 anni in tutta Italia ed Europa sul vino, cibo, ambiente, turismo, distretti cui abbiamo chiesto di anticiparci i temi delle 3 serate-lezioni (inizio alle 18 e chiusura certa ore 19) in svolgimento presso il salone della biblioteca del Convento della basilica-santuario posto proprio nel piazzale delle Crociate.
Proprio qui, nell’anno 1095 (già presente una o due chiese cristiane in loco, in aperta campagna e lungo la via Francigena che porta dentro le mura della città di Piacenza) fu indetta la prima Crociata alla presenza di tutti i Re, Regine, Principi, Condottieri, Ambasciatori più autorevoli e potenti a quel tempo in Europa. Si parla di circa 30.000 presenze per oltre 30 giorni alla periferia di una cittadina di soli 10.000 abitanti impegnati tutti a soddisfare esigenze e richieste.
Comolli di cosa parlerà?
Innanzitutto del progetto candidatura Unesco iniziato nel 2017 e con la presunta conclusione solo nel 2025, causa pandemia, dedicato al solo tragitto italiano della Via Francigena, dal passo del Gran San Bernardo fino a Santa Maria di Leuca, circa 1800 km, toccando 290 comuni, 70 diocesi.
Da qui l’idea di dedicare alla “Tratta Piacenza” di circa 80 km, suddivisa in tre tappe e con l’unico guado importante del fiume Po e lo scavallamento dell’Appennino, una identità riconosciuta storica reale, una verità culturale, attrattiva e ospitale come è stato per secoli di vita di Piacenza. Prima ancora della nascita della Diocesi, fra le più importanti, attive, grandi d’Italia da sempre con importanti significati non solo ecclesiali, ma di vita civile e sociali della popolazione.
Piacenza è una città che nel periodo più florido (laico e cristiano) arrivò a costruire e mantenere nei primi 3 secoli del secondo millennio (1050-1350) 100 chiese, 40 conventi e monasteri, una popolazione laboriosa fra 15.000 e 40.000 abitanti e una media annua di 20-25.000 pellegrini cristiani, oltre a viandanti, soldati e commercianti.
Una Diocesi importante solcata da circa 400 km di strade ufficiali a partire dalle prime celtico-liguri-etrusche, poi le superstrade, costruite dai romani, ampie larghe e in pianura, poi i percorsi di crinale da un castello all’altro, poi quelle di fondovalle da un monastero a un convento, poi nuovamente con la fine del medioevo e dopo le calamità varie nuovamente lungo le ampie strade molto frequentate di pianura.
Piacenza, nella storia, nasce nel 218 a.C. per volere di Roma ( consorella stesso anno la vicina Cremona) come tappa intermedia fra Milano e Mantova e Modena, ma diversi studi parlano di un villaggio palafitticolo preesistente su un “placear o placar (=sasso)” in linguaggio ligure-insubrico dove fu posto il quadrilatero delle legioni romane.
Stessa cosa per Cremona che prende nome da “krem….one” dall’etrusco-gallico che sta a indicare una roccia. Storia comune sulle due sponde del Po.
Comolli, sono tante le cose da dire in questi tre incontri…
Parleremo di tutte le vie cristiane e commerciali che toccano la Diocesi di Piacenza, dalla Julia Augusta alla Aemilia, dalla Postumia alla Flavia, dalla Regis cremonese che sale ai monasteri appenninici alla Severiana Augusta che arrivava da Milano e dalla Svizzera fino alla Tegularis Segesta che portava nel golfo del Tigullio a recuperare sale, olio di oliva, pesce e le ardesie in cambio di carne, frutta, pane, farine.
Parleremo della cucina piacentina autoctona e alloctona da sempre perché aperta a scambi e contaminazioni continue creando un insieme di piatti e ricette che hanno fatto dal XIII° al XVI° secolo il giro di tutte le cucine aristocratiche e non, lungo il fiume Po fino a Ferrara. Da questo continuo “pellegrinaggio” nasce l’economia piacentina (oltre alla economia agricola molto fiorente) del commercio e delle fiere bancarie (Piacenza per 30 anni capitale europea dei cambi monetari dopo Venezia, Firenze e prima di Genova e Novi Ligure), ma soprattutto della ospitalità, ricreazione, ricezione in botteghe e nei refettori delle chiese e conventi con frati e monaci dedicati al 100% a cercare pratiche per la conservazione del cibo per i tanti viandanti.
Ultimo incontro dedicato proprio a questo tema: l’ospitalità e l’attrazione ha stimolato – o viceversa – a ingegnarsi su come trasformare il vino non in aceto ma in passito, il latte in furmai con la grana, la carne di maiale in salumi e insaccati, il pesce in saracche secche, la verdura in giardiniera, il miele e nocciole in torte e barre di croccante, la frutta e la verdura (insieme) in mostarda, i buslan secchi cotti tre volte, il pane di castagne, la pasta con la mollica di pane… si può continuare all’infinito. Di ogni pratica conservativa è saltato fuori un piatto e una ricetta tipica che poi si è diffusa nei paesi limitrofi.
Chi può andare, si prenoti a relaz.esterne@bancadipiacenza.it perché il numero è limitato, può assistere a tre storie di vita locale, sociale e civile, diremmo, di piena attualità in quanto già allora l’economia circolare, il non spreco, il riuso, la ospitalità, i refettori, la meditazione, la preghiera può essere molto assimilabile oggi a chi fa escursionismo in solitaria, chi cerca cammini e strade nella natura, chi punta a una vita all’aria aperta, chi sta abbandonando le metropoli, chi ha iniziato a cucinare in casa più spesso invitando anche amici in una sorta di @homerestauant conviviale, sia con formula laica che cristiana per chi crede.
NOTA:
Per la sola via Francigena: Sono 3000 km da Canterbury a Leuca; sono 1800 da gran San bernardo a Leuca; 80 km la tratta Piacenza della sola via Francigena; mentre circa 400 km la somma dei km delle diverse Vie Romee dentro l’ampia diocesi di Piacenza e Bobbio.





Giuseppe Danielli
Newsfood.com
Nutrimento & nutriMENTE
Giampietro Comolli – AEVF, associazione europea delle via francigene, palazzo Farnese –
Via Francigena Italia. Patrimonio dell’Unesco