Perché non possiamo mangiare i cani? Hugh Fearnley Whittingstall sfida gli animalisti

“La carne di un cucciolo di cane non è peggiore della bistecca di maiale”. Questa frase, classico sasso nello stagno, sta agitando l’opinione pubblica della Gran Bretagna, dividendo
animalisti ed esperti della cucina.

A pronunciarla, Hugh Fearnley Whittingstall, chef diventato famoso per le sue trovate fuori dalle righe e per il suo ruolo in “River cottage”, programma TV molto amato.

A Fernley ha replicato subito la Rspca, la società britannica per la protezione degli animali. Secondo la Rspca i commenti sono “Inaccettabili” e devono essere corretti da “Scuse
formali”.

Per nulla intimorito, il cuoco si è fatto intervistare dal “Daily Mail”, ribadendo le sue convenzioni.

Rispondendo agli animalisti, egli li ha criticati osservando come “Non possono obiettare, a meno che non siano contrari anche all’allevamento di maiali”.

Per Fernley, infatti, maiali e cani sono animali dall’uguale dignità: sono le regole sociali ed le convenzioni a rendere i primi preda lecita del macellaio ed i secondi amati animali da
compagnia. Poi, ha rincarato il concetto, affermando di non veder “Nulla di male” in un allevamento di cani da macello, anche se “Di alto livello”.

Per quanto il paragone cane-maiale possa scandalizzare, lo chef Hugh non è nuovo ad azioni eclatanti. Tra le pietanze preparate, pipistrelli, carne di giraffa e testicoli bovini. Da non
dimenticare poi il 1998, quando prima cucinò poi mangiò placenta umana. Dopodiché, spiego: “La gente ha bisogno di essere scioccata per essere sensibilizzata sui temi
legati all’alimentazione”.

Infatti, per i sostenitori, Fearnley Whittingstall è sostenitore dell’alimentazione vegetariana, cui ha dedicato un recente libro di ricette. Allora, malignano gli scettici, le
dichiarazioni-choc non vertono tanto su cani o maiali ma sulle vendite del volume.

FONTE: “Why can’t we have dog for dinner? TV chef Hugh Fearnley-Whittingstall sparks outrage by claiming puppy meat is no worse than a pork chop”, Simon Neville, Mail Online, 11/10/011

Matteo Clerici

ATTENZIONE: l’articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e/o pervenute. L’autore, la redazione e la proprietà, non
necessariamente avallano il pensiero e la validità di quanto pubblicato. Declinando ogni responsabilità su quanto riportato, invitano il lettore a una verifica, presso le fonti
accreditate e/o aventi titolo.