Musica: così rafforza l’udito

23 Agosto 2009
Utile e dilettevole. Oltreché stimolare lo spirito ed abbellire le occasioni speciali la musica può essere usata per ragioni più “pratiche”: essa può essere infatti
impiegata in diverse terapie per combattere disabilità, dell’udito e della comunicazione.
A dirlo, uno studio della Northwestern University di Evanston (Stati Uniti) diretto dalla dottoressa Nina Krauss e pubblicato da “Ear and Hearing”.
I ricercatori sono partiti dall’ipotesi che i musicisti, grazie alla loro “professione”, possedessero un udito più sviluppato.
Per verificare o smentire tale tesi, gli studiosi hanno lavorato con 31 persone, d’età media ed udito normale, divise in due gruppi: il primo comprendeva coloro con esperienza ed
abilità musicale, il secondo “profani” in questo campo. I test hanno mostrato la superiorità dei primi nel percepire, memorizzare e discernere il suono. Il team della dottoressa
Krauss ritiene che tale superiorità sia dovuta all’addestramento musicale, abile ad affinare le funzioni di alcune aree del cervello.
I ricercatori ritengono che tale addestramento (insieme alla musica!) possa tradursi in programmi educativi all’ascolto,utili a combattere disturbi della comunicazione difetti uditi ed aiutare
particolari categorie (come gli anziani).
Matteo Clerici