Marini, presidente Coldiretti: crollano i prezzi e si spaccia per Italiano olio spagnolo, greco, tunisino

11 Giugno 2012
Data: 11 giugno 2012 19.08.05 GMT+02.00
Oggetto: OLIO: CROLLO DEI PREZZI NONOSTANTE IL CALO DELLA PRODUZIONE. IL PRESIDENTE MARINI A FOGGIA: “TUTTA COLPA DELLE IMPORTAZIONI MASSICCE DALL’ESTERO E DELLA MANCATA TRASPARENZA”
Nel 2011 si è verificato un ulteriore aumento del 3 per cento delle importazioni di olio di oliva dall’estero che sono quasi triplicate negli ultimi 20 anni (+163 per cento), sommergendo
di fatto la produzione nazionale, che sarebbe, peraltro, sufficiente a coprire i consumi nazionali. L’Italia è il primo importatore mondiale di olio, proveniente per il 74% dalla Spagna,
il 15% dalla Grecia e per il 7% dalla Tunisia. Gli oli di oliva importati in Italia vengono, infatti, mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la
copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri dove sono state esportate 364mila tonnellate nel 2011. Di
questo si è parlato nel corso del convegno organizzato a Foggia sul tema “Qualità e trasparenza nella filiera dell’olio di oliva: una grande opportunità per l’economia
del Sud”.
In Puglia nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta) al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’ e ‘Collina di
Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un’incidenza della produzione olivicola regionale su
quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale, è proprio il comparto olivicolo-oleario ad essere maggiormente colpito dal fenomeno delle sofisticazioni.
Nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni, confermando il sostanziale deterioramento della
posizione competitiva della filiera pugliese sui mercati esteri. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano
sulle 38.000 tonnellate. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli
imbottigliatori per l’ottenimento di blend con oli regionali.
Le esportazioni di extravergine pugliese, invece, sono indirizzate per la gran parte negli Usa, Giappone, Spagna, Germania, Svizzera, Francia, Australia e Canada.
“La crisi di mercato dell’olio di oliva è una realtà le cui motivazioni per l’Italia vanno ricercate anche nella mancanza di trasparenza sulla provenienza dell’olio di oliva
in vendita – ha affermato il Presidente Nazionale della Coldiretti, Sergio Marini – e in questo contesto si inserisce e diviene determinante la proposta di legge salva-olio Made in Italy
sottoscritta da numerosi parlamentari e che vede come primi firmatari la senatrice Colomba Mongiello (pd) e il senatore Paolo Scarpa Buora (pdl), a dimostrazione di un vasto consenso che ci si
augura conduca ad un iter rapido. Una legge che si rende necessaria perché incredibilmente – ha denunciato ancora il Presidente Marini – si assiste ad un crollo dei prezzi alla produzione
nonostante un forte calo dei raccolti nazionali”. Sotto accusa è la mancanza di trasparenza visto che quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia contengono
miscele di diversa origine, per le quali è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei
supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli
di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva”. Lo dimostra l’operazione dei NAS che ha portato al sequestro di circa 2.500 litri di olio di
oliva privi di rintracciabilità e anche di 5.000 litri di olio contraffatto contenuti in silos, e circa 73 chilogrammi di clorofilla e 4 barattoli di betacarotene sufficienti per camuffare
un’ingente quantità di olio di semi o di scarsa qualità in olio di altissimo pregio, oltre a varie attrezzature e documentazione. Il valore complessivo dell’olio sequestrato ammonta
ad oltre 500.000 euro.
La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie
con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I
consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.
“La nostra regione è crocevia di traffici e triangolazioni – ha spiegato il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, nel corso della conferenza stampa sulle misure ‘Salva Olio’
– come dimostrato dalle ripetute denunce di frodi e sofisticazioni e dai sequestri di prodotto adulterato, effettuati dalle forze dell’ordine a partire da Nas, Nac e Corpo forestale dello Stato.
L’annata 2011/2012 per il vero olio extravergine di oliva in Puglia è stata extra sia sul fronte quantitativo che qualitativo. E’ iniziata sotto i migliori auspici con prezzi di mercato
che hanno superato i 50 euro al quintale e in soli 15 giorni artatamente ed ingiustificatamente fatti crollare fino a 30 euro al quintale. Sarà un caso, ma l’andamento drammatico del
mercato è coinciso con l’arrivo in Puglia di ingenti quantitativi di olive provenienti proprio da Spagna, Tunisia e Grecia. In Puglia la PLV (Produzione Lorda Vendibile) del comparto
olivicolo-oleario è pari al 20% della totale PLV del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno
Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%”.
OLIO: LE DICHIARAZIONI DEI PARTECIPANTI AL CONVEGNO DI FOGGIA
Importante l’azione di contrasto delle forze dell’ordine che va sostenuta con chiari provvedimenti legislativi, come il disegno di legge recante “NORME SULLA QUALITA’ E LA TRASPARENZA DELLA
FILIERA DEGLI OLI DI OLIVA VERGINI”. “Il testo che ha trovato immediato riscontro in entrambi i rami del Parlamento – ha spiegato la Senatrice Colomba Mongiello, componente della 9^ Commissione
agricoltura e produzioni agroalimentari del Senato – accoglie le istanze della filiera di produzione e commercializzazione dell’olio di oliva, proponendo una serie di misure, a partire da
un’etichettatura che indichi con maggiore chiarezza la provenienza dell’olio, a tutto vantaggio del Made in Italy e dei consumatori.
Lo scopo è quello di proteggere la qualità dei nostri oli nazionali e assicurare la corretta informazione sui mercati. E’ necessario predisporre nuove condizioni di
leggibilità delle etichette, rivedere la norma sugli alchilesteri per impedire mescolanze con olio di qualità dubbia, contrastare le frodi e le agropiraterie e inasprire le pene.
Grazie anche al fatto che il testo è sostenuto da tutte le forze politiche – conclude Colomba Mongiello – auspichiamo nella rapida approvazione di un testo condiviso che introduca norme
attese da tempo”.
Assolutamente in linea con la battaglia in favore dell’olio ‘made in Italy’ l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Dario Stefàno, che chiede al Governo italiano
di essere maggiormente presente ed incisivo: “Vorrei capire il Governo Monti da che parte sta. Noi siamo tra i principali finanziatori della Comunità Europea e, di contro, siamo quelli che
ricevono meno a livello comunitario. Non è possibile che provvedimenti determinanti per il settore agricolo vengano sistematicamente bloccati e vanificati a livello comunitario. Io sono
dalla parte della lobby dei produttori olivicoli, dove lobby non significa nulla di losco e di oscuro, piuttosto qualcosa che vuole rappresentare e riconoscere la dignità ai nostri
produttori e alla nostra regione”.
Uno dei comparti più colpiti da frodi e sofisticazioni è proprio quello olivicolo-oleario, così come dimostrato “dal sequestro odierno di olio contraffatto – ha spiegato
il Comandante Area Sud dei Nas, Alessandro Lombardi – ben 2.500 litri di olio di oliva privi di rintracciabilità, oltre a 5.000 litri di olio contenuti in silos,
palesemente contraffatto e dichiarato come extravergine.
Per non parlare dei 73 kg. di clorofilla e 4 barattoli di betacarotene sufficienti per tramutare fraudolentemente un’ingente quantità di olio di semi o di scarsa qualità in
olio di altissimo pregio. L’utilizzo della clorofilla e del betacarotene è fondamentale per trarre in inganno il consumatore in quanto serve a colorare del tipico verde degli oli di
qualità grazie all’utilizzo di soli 2 centilitri per litro. L’ingente quantità di sostanze avrebbe consentito di immettere nel circuito commerciale 500mila litri di olio extra
vergine di oliva contraffatto”.
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