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Le erbe usate dai pastori del Kivu per curare il bestiame

Le erbe usate dai pastori del Kivu per curare il bestiame

By Redazione

Le popolazioni Bashi, di etnia Bantu, che vivono nella regione del Bushi, una regione ad ovest e a sud del lago Kivu nella Repubblica democratica del Congo e situata al di sopra de 900 metri sul
livello del mare, si dedicano soprattutto all’allevamento del bestiame.

Le savane e le boscaglie di questa zona creano un clima temperato, molto favorevole alla diffusione di numerose malattie tropicali.

La maggiore parte delle famiglie Bashi dispone di 5-10 capi bovini, ovini e caprini.

Il bestiame ha un ruolo economico e sociale essenziale nella vita delle famiglie e delle comunità. L’elevata incidenza delle malattie e degli incidenti, che ogni anno causano il decesso di
un quinto e fino di un terzo dei capi, ha un impatto fortemente negativo sull’economia domestica di questi pastori, dotati di scarse risorse economiche.

Per la cura delle malattie sia umane che del bestiame, i Bashi si rivolgono ai guaritori tradizionali, che distinguono una trentina di malattie del bestiame, classificabili in base ai sintomi e
conoscono e utilizzano oltre 120 erbe medicinali.

Per preparare i rimedi veterinari, i pastori ricorrono principalmente alla macerazione, all’infusione e alla decozione di una o più piante, che somministrano per via orale o rettale, e a
volte applicando impacchi o ceneri sulla regione del dolorante, dopo averla scarificata. L’olio di ricino è utilizzato ampiamente nella cura delle affezioni della pelle. Questi pastori
curano una malattia con uno o più rimedi e impiegano lo stesso farmaco diverse malattie. Inolte molte ricette sono impiegate indifferentemente per curare sia le persone sia il bestiame.
Quello che varia sono la dose e la modalità di somministrazione dei rimedi e, ovviamente, la differente attenzione per il paziente. Ricordiamo a questo proposito che i veterinari si
occupavano anche della salute degli schiavi nelle piantagioni del secolo XIX, in quanto i loro servizi costavano meno di quelli dei medici.

Nelle piante esaminate sono stati isolati alcaloidi, tannini, lignani, saponine, chinoni, fenoli, fitoecdisoni e glicosidi farmacologicamente attivi.

Le erbe medicinali usate nella cura delle malattie del bestiame

Bruciature. Le ferite e le piaghe da bruciature si curano sfregando le vesciche e le necrosi con la poltiglia ottenuta miscelando le foglie triturate di
Gynura ruwenzoriensis, pezzi di buccia di banana (Musa paradisiaca) e cenere di foglie di Albizia adianthifolia. Per queste cure si impiega anche la linfa di Aloe lateritia.

Alopecia, Lesioni cutanee, dermatosi, micosi, scabbia. La scabbie è provocata da acari e la caduta dei capelli (alopecia) dalla malnutrizione e
dall’avitaminosi. Numerosi tipi di infezioni cutanee originano infiammazioni, lesioni cutanee. I frutti calcinati di Solanum sysymbriifolium sono miscelati all’olio di ricino (Ricinus communis) e
questa poltiglia è sfregata sul corpo. Altrimenti si massaggia il corpo con le foglie macinate di Lantana camara e di Urena lobata o si applica l’olio di ricino (Ricinus communis) da
solo.

Lesioni della bocca. Le lesioni della bocca sono accompagnate da febbre e in alcuni casi dalla paralisi. Si curano applicando sulle lesioni gocce del succo
estratto dai frutti macinati di Lagenaria abyssinica e di foglie di Indigofera arrecta e di Tetradenia riparia e poi frizionando. Il solfato di rame o i sali di potassa di origine vegetale sono
usate per essiccare queste ferite.

Lesioni tra le dita. Le lesioni tra le dita sono trattate applicando localmente, due volte al giorno, il macerato della pianta intera di Lagenaria
abyssinica. Si ungono queste lesioni anche con il succo estratto dai frutti freschi triturati di Solanum sysymbriifolium, Dissotis brazzae diluito in olio di ricino (Ricinus communis).

Artrite, fratture, nevralgia, reumatismi, slogature. Gli animali che zoppicano a causa di artrite, fratture, nevralgia, reumatismi, slogature sono trattati
con l’applicazione topica della poltiglia ottenuta triturando le foglie di Trema orientalis e di steli e di radici di Cordyline terminalis, diluita in olio di ricino (Ricinus communis). Si
massaggiano le zone doloranti con le foglie riscaldate di Vernonia kirungae e gli steli di banana (Musa sapientum). Le piante intere di Erucastrum arabicum, Kotschya africana, Senecio mannii,
Tetradenia riparia, Celosia trigyna e Cissampelos mucronata sono triturate, miscelate e sfregate nelle scarificazioni delle zone lese. Le ceneri ottenute dalla combustione dei fiori secchi di
Tetradenia riparia e delle piante intere di ricino (Ricinus communis) e di Cissampelos mucronata sono diluite in olio di ricino (Ricinus communis) e sfregate sulle scarificazioni eseguite sulle
zone doloranti.

Morsi di serpenti. I morsi di serpenti provocano rigonfiamenti, necrosi, edemi e dolori. Essi sono trattati con il macerato della pianta intera di Solanum
nigrum, Amaranthus lividus, Crassocephalum montuosum, Brillantaisia cicatricosa somminitrato oralmente. I morsi di vipera sono trattati con l’estratto acquoso dei frutti di Lantana camara o di
Lantana trifolia.

Zecche e acari. L’Amblyomma variegatum è la specie di zecca più comune. Gli acari si riconoscono visivamente perché sono più
minuti delle zecche. Gli acaricidi più comuni sono costituiti dall’impiastro ottenuto dalla pianta intera di Tetradenia riparia e dalle foglie di Vernonia amygdalina macinate, che è
sfregato sulla pelle per eliminare i parassiti esterni. Si fa il lavaggio del corpo intero con il macerato delle foglie triturate di Tephrosia vogelii. Si unge il corpo con la miscela della
pianta intera di Chrysanthemum cinerariifolium triturata diluita nell’olio di palma (Elaeis guineense).

Elmintiasi, parassiti intestinali. In caso si riscontrino vermi, sangue negli escrementi, diarrea, si somministra oralmente due volte al giorno il macerato
di Berkheya spekeana, Melanthera scandens, Tagetes minuta (foglie), Coix lacrima-jobi (radici), Tephrosia vogelii, Vernonia amygdalina, Celosia trigyna (pianta intera) e rizomi di felci
(Nephrodium filix-mas). Si introducono nelle narici gocce di succo di foglie triturate di Melanthera scandens e Tagetes minuta. Si danno agli animali da leccare la polvere di foglie macinate di
Nymphaea calliantha, Tagetes minuta e le foglie calcinate di Lobelia mildbraedii. Questo rimedio serve anche per la cura della tubercolosi e della tosse.

Babesiosi, costipazione. In caso di scarichi di urine rossastre dovute alla babesiosi e di espulsione difficile delle feci (costipazione) si somministra
oralmente il decotto di foglie triturate di Cyperus papyrus, Maytenus arbutifolia,Caesalpinia sp, Momordica foetida, Acacia sieberiana, Dovyalis macrocalyx e Lagenaria siceraria. Si somministrano
per via orale il decotto della pianta intera di Momordica pterocarpa, Clausena anisata, Gouania longispicata, Rhoicissus tridentata e Erythrococca oleracea e il succo di radici di Momordica
foetida, Vernonia amygdalina e Dalbergia lactea.

Gastro-enteriti. In presenza di diarrea si somministra oralmente un litro di macerato della miscela di foglie macinate di Lobelia mildbraedii, Lagenaria
abyssinica, Trema orientalis, Plectranthus barbatus, Pycnostachys rici-rosenii, Mukia maderaspatana, Bothriocline ugandensis, Cinchona ledgeriana, Berkheya spekeana, Hypericum revolutum,
Harungana madagascariensis, Hydrocotyle mannii, Nicotiana tabacum, Piper capense e Ensete ventricosum. A volte, si aggiunge a questa miscela la polvere ottenuta dai frutti di sorgo (Sorghum
bicolor) per potenziarne gli effetti. Questo rimedio è usato anche per trattare l’anaplasmosi e la babesiosi. Si somministrano oralmente le foglie triturate di Ficus thonningii o Ficus
exasperata, il macerato di corteccia di fusti di Myrica kandtiana e l’infuso di fagioli (Phaseolus vulgaris).

Coccidiosi, dissenteria, diarrea. In presenza di feci impregnate di sangue, feci liquide e defecazioni frequenti si somministra due volte al giorno un
litro di macerato o di decotto di Cinchona ledgeriana (corteccia del fusto), Urena lobata, Rhynchelytrum repens, Psidium guajava, Pycnostachys erici-rosenii (foglie), Bridelia micrantha,
Hydrocotyle mannii e Centella asiatica (pianta intera). Si impiegano anche le foglie triturate di Sida rhombifolia e di Clerodendrum myricoides. questi rimedi sono usati anche per trattare la
schistosomiasi / bilharziosi.

Distomatosi / fasciola epatica. Diarrea e itterizia manifestano l’infezione di fasciola epatica (Fasciola hepatica) nel dotto biliare. Si somministra
oralmente un litro di macerato di ceneri di Dodonea viscosa e Nymphaea calliantha, dopo avere aggiunto sali di potassa di origine vegetale e solfato di rame. Oppure si danno agli animali le
ceneri da leccare.

Schistosomiasi / bilharziosi. In caso di rigonfiamento dell’addome si somministra oralmente due volte al giorno il macerato o il decotto di Cinchona
ledgeriana (corteccia del fusto), Urena lobata, Rhynchelytrum repens, Psidium guajava, Pycnostachys erici-rosenii (foglie), Bridelia micrantha, Hydrocotyle mannii e Centella asiatica (pianta
intera). Si usa pure la combinazione delle foglie triturate di Sida rhombifolia e Clerodendrum myricoides. Questi rimedi servono anche per la cura della coccidiosi e della dissenteria.

Toxoplasmosi. Si somministra il succo della pianta triturata di dente di Cynodon dactylon in caso di masticazione continua, tremore, dispnea, espulsione
del feto morto.

Adenite, piroplasmosi, teileriasi. Rigonfiamento dei gangli di origine infettiva riconoscibili alla palpazione e altri ingrossamenti sono trattati con la
somministrazione orale di un litro di macerato delle foglie di Mukia maderaspatana, Clerodendrum rotundifolium, Phytolacca dodecandra, Lagenaria abyssinica e Cinchona ledgeriana. I residui della
macerazione sono pure somministrati all’animale ammalato due volte al giorno. Il macerato di foglie di Vernonia amygdalina, Cinchona ledgeriana e di Guizotia scabra è somministrato
oralmente e attraverso le narici sotto forma di gocce. Dopo una settimana di questo trattamento si somministra oralmente un litro di macerato di foglie di Lantana camara. Il brodo di vacca caldo
serve per cauterizzare i gangli.

Cisti. Le cisti sono cauterizzate con oggetti di ferro rovente.

Difterite (tonsillite), gengivite, glossite, candidosi. In presenza di salivazione, rigurgiti nasali, deglutizione, presenza di vescicole boccali, febbre,
si scarifica e si sfrega con le ceneri di tabacco (Nicotiana tabacum) la mandibola dell’animale malato. Si somministra oralmente il macerato di foglie di Erythrina abyssinica, Tetradenia riparia
e Indigofera arrecta.

Prolapso anale, ernia. Si somministra oralmente il macerato ottenuto dalla triturazione della pianta intera di Eragrostis tenuifolia, Piper capense,
Lycopodium clavatum, Basella alba e di Clerodendrum myricoides in caso di invaginazione dell’intestino retto.

Vaiolo ovino, sinusite, lingua blu. In caso di aumento di secrezioni nasali, sintomo di queste malattie, introducono nelle narici gocce del succo di foglie
macinate di Tetradenia riparia, Indigofera arrecta, Tagetes minuta, Melanthera scandens e di Lagenaria siceraria. Questa forma di somministrazione si impiega anche per il decotto di semi di sorgo
(Sorghum bicolor). Si danno agli animali sostanze minerali, come il solfato di rame e la potassa da leccare.

Peste bovina, antrace. In caso di mortalità repentina e diffusa dovuta alla peste bovina e all’antrace si somministra diariamente un litro di
macerato di foglie o di pianta intera di Tetradenia riparia, Gynura ruwenzoriensis, Dichrocephala integrifolia, Spilanthes mauritiana e Senecio mannii. Le foglie riscaldate di Euphorbia tirucalli
sono triturate e il succo è introdotto nel naso o nelle orecchie sotto forma di gocce. Un litro di decotto di foglie di Euphorbia tirucalli, Lobelia mildbraedii, Senecio mannii, Mukia
maderaspatana e Vigna vexillata è somministrato oralmente due volte al giorno. Inoltre si somministrano gocce nel naso e nelle orecchi del succo ottenuto triturando le foglie di
Astripomoea grantii e le piante intere di Plectranthus barbatus e di Microglossa angolensis. Si lava la carne consumata dopo la morte dell’animale con il macerato di pianta intera di Aloe
lateritia diluito in acqua.

Cecità, congiuntivite e affezioni oculari. Per proteggere gli occhi degli animali ciechi o con infezioni oculari si usa la corteccia del fusto di
Erythrina abyssinica triturata e miscelata con i fiori, pure triturati, o l’olio di ricino (Ricinus communis). Gli impacchi di foglie o piante intere di Bothriocline ugandensis, Dichrocephala
integrifolia, Ageratum conyzoides, Lantana trifolia, Commelina diffusa, Spilanthes mauritiana, Sprobolus sp. macinate e miscelate alle foglie di Ficus thonningii e diluite in acqua servono per
preparare un collirio che è somministrato goccia a goccia. Le capsule fresche di peperoncino (Capsicum frutescens) sono macinate e miscelate con escrementi di gorilla (Gorilla gorilla) o
di altre scimmie e diluiti in acqua per preparare colliri.

Polmonite, infezioni polmonari, pleurite, tubercolosi, tosse cronica. In caso di tosse, irrigidimento, iper-ventilazione si somministrano due volte al
giorno per via orale dosi di un quarto di litro della miscela di foglie di Melanthera scandens e di Pteris similis aggiunte ai semi triturate di tabacco (Nicotiana tabacum) e di sorgo (Sorghum
bicolor), sale di potassa di origine vegetale diluiti in acqua. La tubercolosi e la tosse cronica sono trattate anche con i rimedi usati per le elmintiasi.

Capogiro, vertigini. Si somministra il macerato della pianta intera di annona (Annona muricata). Si coprono gli occhi con le foglie di questa pianta o si
usa un pezzo di tela impregnato con tale macerato.

Rabbia, pazzia, anaplasmosi. Si somministra oralmente ogni mattina un litro di macerato delle piante seguenti: Mukia maderaspatana, Astripomoea grantii,
Lobelia mildbraedii, Ficus lutea, Lagenaria abyssinica, Trema orientalis, Setaria megaphylla, Pycnostachys ericirosenii, Tagetes minuta, Koschya africana, Bothriocline ugandensis, Vernonia
jugalis, Harungana madagascariensis, Acrocephalus galeopsifolium, Plectranthus barbatus, Berkheya noldeae, Hydrocotyle mannii, Nicotiana tabacum, Cinchona ledgeriana, Piper capense, Andropogon
canaliculatus, Leucas deflexa, Celosia trigyna, Clerodendrum rotundifolium e Ficus sur.

Sterilità, disordini del ciclo mestruale. Lo stimolo della fertilità, dell’impulso sessuale e della gravidanza si realizza sfregando sulla
mano introdotta ogni mattina nella vagina degli animali il succo ottenuto macinando le foglie di Basella alba e i frutti di Solanum sysymbriifolium e di palma (Phoenix reclinata). Le radici
triturate di Entanda abyssinica sono usate per preparare un macerato che è somministrato per via vaginale. Si somministrano per via vaginale le gocce e per via orale il macerato di
corteccia dei fusti di Dracaena arborea. I fiori di Urtica massaica, banana (Musa sapientum), Gladiolus psittacinus, Dissotis brazzae e Loudetia simplex sono sminuzzati e miscelati prima di
essere somministrati per via vaginale.

Aborto, brucellosi. Per scongiurare l’interruzione della gravidanza si somministra oralmente due volte al giorno un litro di macerato di foglie triturate
di Dodonea viscosa, Hibiscus noldeae, Cyathula uncinulata, Chenopodium procerum e Crassocephalum rubens.

Ritenzione della placenta. Quando si osserva la permanenza nella vagina di pezzi di placenta dopo il parto si introducono nelle narici gocce della miscela
di semi macinati di sorgo (Sorghum bicolor), di foglie di Crassocephalum rubens e Berkheya spekeana. Si massaggia l’addome con il decotto di foglie macinate di Senecio mannii, Lantana camera e
Ficus lutea e lo e si somministra due volte al giorno per via orale.

Paraplegia post-parto. In caso di paralisi degli arti inferiori dopo il parto si somministra diariamente un litro di macerato di pianta intera di Cuscuta
kilimandjari e di radici di Ensete ventricosum.

Galattorrea. Si somministrano le foglie cotte di Acanthus pubescens in caso di secrezione abbondante di latte dopo il decesso del nuovo nato, per ridurre
il flusso di latte.

Mancanza di latte. La scarsa secrezione di latte dopo il parto si tratta con la somministrazione due volte al giorno di una miscela di foglie macinate di
Guizotia scabra, Acrocephalus galeopsifolium, Hypericum revolutum, Clerodendrum rotundifolium. Prima e dopo il parto, si somministra due volte al giorno un litro di macerato di pianta intera di
Portulacca oleracea, Euphorbia hirta, Ficus sur, Vernonia kirungae, Cuscuta kilimandjari e di radici di Ensete ventricosum. Si somministra due volte al giorno il macerato di Lobelia mildbraedii,
Rumex usambarensis, Oxalis corniculata, Harungana madagascariensis, Bothriocline ugandensis, Leucas deflexa, Leonotis nepetifolia, Gynura ruwenzoriensis, Helichrysum fructicosum, Vernonia
jugalis, Biophytum zenkeri, Vigna vexillata, Phyllanthus capillaries, Piper umbellatum e di banana (Musa sapientum).

Mammite, mastite. La mammite si manifesta per mezzo di ferite superficiali e la mastite, che è un’infiammazione delle ghiandole mammarie,
dall’indurimento o rigonfiamento delle mammelle. Queste patologie sono trattate massaggiando le mammelle, due volte al giorno, con l’impacco preparato miscelando le foglie macinate di Astripomoea
grantii, Hypericum revolutum, Pteris similis, Lactuca attenuata, Cryptolepis oblingifolia e Sonchus asper con l’argilla.

Giorgio V. Brandolini per Newsfood.com

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