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L’amore vince il dolore

By Redazione

L’amore è una forza potente; nelle sue fasi più intense, esso è in grado anche di “occupare” il cervello, diminuendo il dolore fisico percepito.

Questo il messaggio di una ricerca della State University, diretta dal professor Sean Mackey e pubblicata da “Public Library of Science One (PloS ONE).

Come ammette lo stesso Mackey, la ricerca ha radici differenziate e lontane. Anni fa, il professore è relatore ad una conferenza medica dove conosce lo psicologo Arthur Aron. Alla fine
del meeting, i due confrontano i temi trattati da ciascuno, scoprendo come amore e dolore occupassero gli stessi circuiti celebrali.

Per usare le parole di Aron, “Le aree del cervello attivate da un amore intenso sono le stesse dei farmaci per ridurre il dolore. Quando pensiamo all’amato, c’è un’intensa attivazione
nell’area della ricompensa, la stessa che si accende quando assumiamo cocaina, o vinciamo molti soldi”.

Allora, gli scienziati hanno deciso di approfondire le relazioni di questa strana coppia. La squadra di ricerca si è così concentrata sulla prima fase dell’amore quella più
irrazionale, totale ed intensa. A proposito, Mackei spiega: “Ci siamo concentrati proprio su questa fase perché volevamo soggetti che si sentissero euforici, energici, ossessivamente
concentrati sull’amato, in crisi d’astinenza quanto questi era assente”.

Il primo passo è stato così selezionare 15 volontari, tutti studenti con una relazione amorosa intensa.

Dopodiché, tali soggetti sono stati sottoposti a prove speciali e monitorati tramite risonanza magnetica e rilevatori termici. Tali strumenti hanno evidenziato come l’amore riducesse la
percezione del dolore, in maniera maggiore delle distrazioni presenti (anch’esse utili contro la sofferenza, ma a livelli più bassi).

Oltretutto, continua il dottor Aron: “Nei test di distrazione, oltretutto, i circuiti cerebrali che portano ad alleviare il dolore sono principalmente quelli cognitivi, mentre l’analgesia
indotta dall’amore è associata ai centri della ricompensa e coinvolge una struttura del cervello molto più profonda e primitiva”, con un’azione simile a quella degli oppioidi. In
base alle rilevazioni compiute, lo studioso è anche convinto che una delle chiavi di volta dell’anestesia d’amore sia il il nucleus accumbens, un centro chiave del cervello anche
nell’azione di oppiodi, cocaina e altre sostanze.

Insomma, “L’amore funziona come i farmaci anti-dolorifici e le persone innamorate provano un’intensa sensazione di ricompensa, senza effetti collaterali”.

Detto questo, gli studiosi vogliono mettere ben chiaro come i risultati del loro lavoro non sono un invito ai sofferenti (specialmente a quelli affetti da dolore cronico) ad abbandonare i
farmaci per sostituirli con relazioni amorose.

Piuttosto, tali risultati verranno usati per capire meglio la struttura ed i meccanismi del cervello e progettare così anti-dolorifici migliori, più mirati e con meno effetti
collaterali.

FONTE: Jarred Younger, Arthur Aron, Sara Parke, Neil Chatterjee, Sean Mackey, “Viewing Pictures of a Romantic Partner Reduces Experimental Pain: Involvement of Neural Reward Systems”,
PLoS ONE: Research Article, published 13 Oct 2010, doi:10.1371/journal.pone.0013309

Matteo Clerici

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