L’accusa: Berlusconi non molla perchè vuole passare alla storia come il salvatore dell’Italia

8 Novembre 2011
Martedì 8 novembre 2011 ore 02,11
Berlusconi è sul ring e sta per crollare ma non vuole mollare.
Nemmeno con lo scrollone delle Borse mondiali di oggi, influenzate direttamente dalla notizia di dimissioni=impennata e poi picchiata, subito dopo la sua smentita. (Non male per un personaggio
che qualcuno continua a definirlo un incapace).
Abbiamo un altro sfidante pronto? Con la grinta, la voglia di vincere e le capacità di incassatore come questo (non politico, imprenditore, guascone, pagliaccio, godereccio, scopaiolo,
borioso, pieno di sè, antipatico a molti) che da quasi trenta rounds -dall’8 maggio 2008- resiste imperterrito, come un Ercolino sempre in piedi, nonostante ganci, diretti, sinistri e
destri, ed infiniti colpi bassi?
Un cittadino italiano che non sia indottrinato, un cittadino che normalmente non si interessa di politica, un cittadino che ha le sue idee ma che non si sente di destra, di sinistra o legato a
qualunque altra corrente, si aspetta di essere governato da qualcuno irreprensibile, autorevole, severo ma corretto. Da quanti secoli non ne vediamo uno? E se mai uno riuscisse ad andare al
Governo, quanto potrà durare?
Non si può avere tutto dalla vita.
Abbiamo questo Governo perchè la maggioranza lo ha votato.
Il dovere dell’opposizione è quello di sprecare energie, e risorse proprie e degli elettori, per buttarlo giù, anche a discapito degli interessi degli Italiani, oppure l’opposizione
deve vegliare che si governi al meglio collaborando e portando proposte volte a risolvere i problemi del Paese?
Se è vero che Berlusconi è così pieno di sè da volere a tutti i costi passare alla storia come il salvatore dell’Italia…forse bisognerebbe lasciarlo fare, o
no?
Se è vero che le riforme ed i sacrifici richiesti dall’Europa non è riuscito a farli questo governo, come è possibile che riesca a farlo un nuovo schieramento formato da chi
fino ad oggi ha votato contro?
E’ vero, poteva e doveva fare di più ma non è certo facile governare una barca per un capitano che deve stare sempre al timone, senza chiudere occhio giorno e notte per sventare un
agguato dopo l’altro.
E’ altrettanto vero che molti lo considerano un pagliaccio, uno che pensa solo al suo Ego.
Lo abbiamo votato, perchè non sfruttiamo questa sua debolezza e non “sfruttiamo” le sue indiscusse capacità imprenditoriali (almeno su questo non dovrebbero esserci dubbi od
obiezioni) e lasciamo che ci provi a rimettere in sesto l’Impresa Italia?
No?
Bene, l’alternativa quale è? Che garanzie è in grado di dare al Capo dello Stato? Che garanzie è in grado di dare al popolo italiano che desidera solo vivere e lavorare in
modo più sereno?
Quante volte si assiste a litigi tra bambini per uno sgabellino, per un giocattolo o qualche altro futile motivo ed i grandi, con supponenza, li rimproverano e cercano di far capire loro che
basta prendere un altro seggiolina, un altro giocattolo, che bisogna essere generosi e cercare di giocare senza bisticciare.
Quando si diventa grandi non si bisticcia più “per futili motivi” ma quasi sempre per una sedia, o meglio un seggio, una carica, un’investitura.
Quel sedile, non necessariamente deve essere a Roma, può essere anche in tutte le regioni, meglio quelle a Statuto Speciale, chissà perchè in zone di villeggiatura al mare o
in alta montagna.
Il dovere di coloro che vi siedono sopra dovrebbe essere quello di rappresentare e fare gli interessi dei loro elettori ma in genere i politici, appena vengono eletti, vengono colpiti da una
specie di perdita di memoria: non riconoscono più gli Amici che li hanno aiutati senza chiedere nulla in contropartita e perdono il diario delle Giovani Marmotte dove avevano scritto
l’elenco dei loro buoni propositi.
Qualche decennio fa, i politici venivano allevati nel vivaio del partito ed uscivano dalla catena di montaggio come tanti robotini, tutti uguali, tutti dello stesso colore, tutti ben programmati.
A quel tempo la destra e la sinistra erano esattamente all’opposto una dall’altra, senza mezzi termini.
Poi i partiti si sono moltiplicati e le razze si sono incrociate. Ed anche le loro idee.
Oggi non sono pochi coloro che tengono per il Milan ed osannano i suoi giocatori ma con grande disinvoltura, di colpo, “non tengono più” per quella squadra e si innamorano della Juventus;
da quel momento i campioni diventano brocchi e gli ex nemici, dei novelli Pelè.
Chi cambia squadra, qualunque essa sia, per i traditi è un traditore e per gli altri: una giusta presa di coscienza, la scoperta della verità.
Il politico di oggi non ha nessun dovere di fedeltà verso i suoi elettori (secondo la Legge) e può cambiare quando e come vuole, anche se passa apposizione e senza chiedere alcun
permesso (o scuse) a chi gli ha dato la sua fiducia ed il suo mandato di rappresentarlo.
Si può cambiare idea ma a quel punto bisogna avere il coraggio di dimettere il mandato, rinunciare ai benefici e rimettersi in gioco candidandosi per l’altra squadra.
PS: interessante il sondaggio che sta promuovendo Aldo Forbice di Zapping sul taglio dei costi della politica
1. Dimezziamo il numero e gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali
2. Cancelliamo i vitalizi
3. Riduciamo i costi della politica
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Giuseppe Danielli
Newsfood.com