La tecnica del “Fuoco Prescritto” a breve anche in Piemonte

14 Ottobre 2013
Già sperimentata in Francia, in Portogallo e in Australia, la tecnica del “Fuoco Prescritto”, adottata in via sperimentale ormai da diversi anni in alcune regioni d’Italia, presto
diventerà prassi anche in Piemonte. Proprio alla pratica e alle caratteristiche del Fuoco prescritto è stato dedicato il Convegno-dimostrazione “Il fuoco prescritto per la
prevenzione degli incendi boschivi”, organizzato dalla Regione Piemonte, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, il Corpo Volontari Antincendi boschivi del Piemonte e
l’Università di Torino Dipartimento DISAFA, svoltosi a Ceva presso la Scuola nazionale del Corpo Forestale dello Stato.
L’emergenza incendi verificatasi negli ultimi anni ha posto la necessità di adottare specifiche misure di salvaguardia degli ambienti naturali dal fuoco e di pensare a provvedimenti di
carattere preventivo e di potenziamento dei sistemi di allarme e difesa nonché di miglioramento dell’efficienza delle strutture preposte alla prevenzione e alla lotta degli incendi
boschivi.
La proposta di legge regionale sugli incendi boschivi, presto oggetto di discussione in Consiglio, riserva infatti un ruolo strategico alla tecnica del Fuoco prescritto, quale strumento di
prevenzione incendi boschivi, materia su cui negli ultimi anni la Regione Piemonte ha investito in termini di risorse umane e finanziarie, considerando più strategico ed economico
investire sulla prevenzione che sui costi della lotta attiva.
Solo nel 2012, sono stati 166 gli incendi che hanno colpito il Piemonte, per un totale di 1379,3087 di ettari di superficie percorsa dal fuoco. Da gennaio a settembre 2013 si sono verificati
127 incendi e sono stati percorsi dal fuoco 342, 10 ettari di superficie boscata e 237,40 ettari di superficie non boscata.
L’applicazione esperta, consapevole e autorizzata del fuoco su superfici pianificate, in precise realtà ambientali e in corrispondenza di condizioni meteorologiche predefinite (in questo
consiste il Fuoco prescritto), permetterà di comprendere i meccanismi della combustione, studiare le diverse tipologie di incendio e le tecniche di protezione ed estinzione cercando
così di individuare il comportamento più idoneo da adottare.
Ad entrare in azione quando i boschi delle montagne e delle colline piemontesi sono colpiti dalle fiamme sono i volontari del Corpo Aib – Antincendi boschivi del Piemonte, affiancati e
coordinati dal Corpo forestale dello Stato e dai Vigili del Fuoco, anch’essi coinvolti nelle fasi di sorveglianza del territorio, avvistamento dei focolai ed estinzione del fuoco. Si tratta di
una organizzazione unica in Italia, per competenza territoriale ed organizzazione: 3986 sono i volontari Aib operativi, 1767 i volontari di supporto, 242 squadre, 485 i mezzi a disposizione e
50 i comandi di distaccamento.
“Un’efficace pianificazione delle risorse del territorio – ha sottolineato l’assessore alla protezione Civile, Roberto Ravello – non può essere basata solo sul rafforzamento del
dispositivo di estinzione degli incendi boschivi, ma occorre migliorare ed intensificare le attività di organizzazione e di prevenzione introducendo strumenti innovativi. E di strumento
metodologicamente innovativo parla infatti il nuovo disegno di legge sugli Incendi boschivi che conferisce alla tecnica del “fuoco prescritto” un ruolo determinante, in quanto competitivo dal
punto di vista economico ed efficace in termini di impatto ecologico. Numerosissimi sono gli esperti e gli osservatori francesi e svizzeri che hanno richiesto di partecipare alle
due giornate di convegno a Ceva, stiamo pertanto valutando la possibilità di stipulare dei protocolli d’intesa che prevedano pratiche di mutuo soccorso e intervento
congiunto, in modo da rafforzare i rapporti di cooperazione transfrontaliera tra i Paesi in materia di servizi antincendio e di soccorso tecnico urgente”.
“Il Corpo Forestale dello Stato segue con attenzione la problematica del fuoco prescritto come metodologia di prevenzione degli incendi, anche in base all’attuale normativa regionale piemontese
che gli attribuisce la direzione operativa di questa attività – ha sottolineato Mario Bignami del Corpo forestale dello stato – Comando Regionale – Il convegno di oggi è
l’occasione per localizzare sul territorio piemontese le esperienze nazionali e di altri paesi, tenendo conto della necessità di adottare nel tempo metodi di prevenzione degli incendi
boschivi che riducano l’impiego del mezzo aereo, ormai molto costoso. Il confronto tra approccio scientifico e attività applicativa previsto nelle due giornate del convegno sarà
un buon punto di partenza per valutare i molti aspetti di questo metodo di prevenzione e svolgere poi interventi di elevata qualità ambientale. ”
“La Regione Piemonte – ha dichiarato Sergio Pirone, ispettore generale AIB Piemonte – con il contributo di tutte le componenti operative, in primis quello dei Volontari del Corpo
Antincendi Boschivi del Piemonte, ha ottenuto risultati ragguardevoli nella riduzione delle superfici boscate colpite dagli incendi. Le tecniche del Fuoco Prescritto che in questi giorni si
confronteranno a livello internazionale, utilizzate in ambiti scientificamente e tecnicamente corretti, daranno ai volontari AIB un ulteriore strumento per il miglioramento della prevenzione
degli incendi boschivi”.
Redazione Newsfood.com+WebTv