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La mozzarella di bufala campana mette il certificato antimafia

La mozzarella di bufala campana mette il certificato antimafia

By Redazione

Da tempo, si parlava di usare la mozzarella di bufala DOP come arma contro le infiltrazioni mafiose, specie del gruppo dei Casalesi.

Ora, il progetto si è concretizzato. Mercoledì 27 giugno il Consorzio Mozzarella di bufala campana DOP ha approvato un nuovo codice etico di lavoro.

In base al documento, per produrre l’alimento sarà necessario possedere un certificato camerale antimafia. La decisione è stata approvata all’unanimità, simbolicamente in
un bene di Castelvolturno confiscato alle cosche.

Presenti, diverse autorità: Vincenzo Stabile, comandante regionale del corpo forestale dello Stato, Mario Milano, assessore all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Ciro Costagliola,
dirigente del settore Agricoltura della Provincia di Caserta e Paolo Russo, presidente della Commissione Agricoltura della Camera. Da non dimenticare le autorità della cucina: Enzo
Coccia, mastro pizzaiolo de “Notizia”, di Napoli e Gennaro Esposito, chef due stelle Michelin.

Ma, più che i presenti, contano le loro azioni.

Come la decisione di Domenico Raimondo, presidente del Consorzio: “Sulla legalità abbiamo compiuto un’altra nettissima scelta di campo, senza mezze misure e senza tentennamenti: Il
Codice Etico, che già era stato varato all’unanimità dal cda, sarà d’ora in poi la nostra carta d’identità, il nostro biglietto da visita, convinti come siamo che,
prima ancora di buon prodotto, valgono le persone che lo realizzano. E queste persone devono essere al di sopra di ogni sospetto. Tutte. Altrimenti non potranno trovare accoglienza né
ascolto presso il Consorzio”.

E come la posizione di Roberto Saviano, che tramite Internet ha inserito la mozzarella della
legalità tra le 10 cose per cui vale la pena vivere.

E poi, tramite Facebook e Twitter, lo scrittore ha rincarato il messaggio: “La mozzarella di bufala campana Dop ha intrapreso un percorso che dia sicurezza alla qualità e dimostri di non
essere riciclaggio di camorra. Per dimostrarlo il Consorzio ha elaborato una serie di regole alle quali attenersi per rispettare la legalità. Due gli elementi fondamentali: l’obbligo di
presentare ogni anno il certificato camerale antimafia e l’utilizzo di latte proveniente da allevamenti DOP”.

Matteo Clerici

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